Recita la saggezza orientale: “Belle parole e una vistosa apparenza raramente sono associate alla vera virtù” e ancora: “La giustizia degli uomini è simile alla tela del ragno: il calabrone può passare ma il moscerino si impiglia”. Niente di più adatto di queste due citazioni per riassumere il senso del presente articolo e per sottolineare che spesso, anzi molto spesso, l’apparenza inganna. Nello specifico inganna quando ci si accorge che documenti ufficiali quali licenze e concessioni edilizie, ossia ‘certezze’ ratificate da pubbliche amministrazioni e da enti preposti alla sorveglianza sul territorio rivelano di avere la stessa solidità delle bolle di sapone. Mi riferisco ad un paradosso che si manifesta casualmente, con apparizioni fugaci subito dopo dimenticate in perfetto stile Loch Ness, nella quotidianità dei professionisti della provincia catanese (ma temo sia un problema ben più esteso) operanti nel settore dell’edilizia. Paradosso che mai nessuno si è preso la briga di palesare adoperandosi per portarlo all’attenzione dell’opinione pubblica e, soprattutto, delle amministrazioni locali e regionali competenti. Mi riferisco al paradosso che coinvolge numerosissimi comuni della Provincia catanese che, avendo l’intero territorio comunale (o porzioni dello stesso) sottoposto a vincolo di tutela del paesaggio, hanno l’obbligo, fin dal primo giorno di istituzione ufficiale del vincolo, di subordinare il rilascio di autorizzazioni edilizie e permessi di costruire all’acquisizione del nulla osta paesaggistico rilasciato dalla competente Soprintendenza BB.CC.AA.. Mi riferisco, giusto per rendere l’idea dell’entità del fenomeno, a comuni quali (per citare i casi più eclatanti), Gravina di Catania, Castiglione di Sicilia, Nicolosi, Acicastello, Tremestieri Etneo, Mascalucia, Militello, Pedara, San Giovanni la Punta, San Gregorio, Trecastagni, Viagrande, Zafferana (e la lista potrebbe continuare ulteriormente), le cui amministrazioni pro tempore hanno preso tardivamente atto dell’imposizione del suddetto vincolo sul loro territorio. Se si osserva, infatti, la tabella di pubblica consultazione presso il link: http://www.ambientediritto.it/Vincoli paesaggistici/Vincoli paesaggistici CT.htm, è possibile constatare che tra la data di pubblicazione sull’Albo del verbale di Commissione BB.NN.PP. che impone ufficialmente il vincolo sul territorio e quella relativa al decreto ad esso (vincolo) riferito ed alla pubblicazione dello stesso sulla G.U.R.S., intercorrono intervalli di tempo che vanno da uno a più di dieci anni. Qual è il paradosso? La risposta è semplice: ogni amministrazione comunale coinvolta, ritenendo a torto che la validità del vincolo paesaggistico decorresse dalla data di pubblicazione sulla G.U.R.S. e non dall’affissione all’Albo, ha continuato a rilasciare permessi di costruire (mi riferisco ovviamente a licenze e concessioni citate nella normativa allora vigente) e conseguentemente anche abitabilità e conformità. Ciò ha dato via libera alla realizzazione di fabbricati che, seppur dotati di “regolare” titolo autorizzativo dal punto di vista urbanistico, erano e sono, a tutt’oggi, abusivi dal punto di vista paesaggistico non essendo mai stato, alcun progetto ad essi relativo, preventivamente approvato dalla competente Soprintendenza. Per farla breve, tutti i titoli autorizzativi rilasciati in questo lasso di tempo dalle varie amministrazioni comunali non risultano regolari e, di conseguenza, dovrebbero non esserlo gli atti di compravendita relativi agli immobili interessati, in barba alle rassicurazioni fornite dal pezzo di carta ‘regolarmente’ rilasciato dall’ufficio tecnico a suo tempo, alla sicurezza dei notai che hanno proceduto e procedono alla stipula dei rogiti dei suddetti immobili, alla ‘effimera’ tranquillità della totalità dei proprietari degli immobili ricadenti in tali territori, e alla buona volontà dei tecnici operanti sul territorio che, quotidianamente, sbattono il naso contro il muro invisibile di questo paradosso. Piccola precisazione: le attuali amministrazioni comunali, eredi di quelle pro tempore il cui comportamento quantomeno poco attento ha determinato l’insorgere dell’attuale paradosso, non possono non essere informate dell’esistere del problema e delle responsabilità che questo comporta o potrebbe comportare, a prescindere dal fatto che nessun Ente preposto abbia, in tempi recenti, rinfrescato loro la memoria con comunicati ufficiali o circolari di qualsiasi sorta che le obbligassero a prendere provvedimenti o, quantomeno, ad ufficializzare la questione.
L’assenza di nulla osta paesaggistico per gli immobili ricadenti nei suddetti territori, infatti, emerge esclusivamente quando, l’ignaro proprietario si rivolge tramite il proprio tecnico di fiducia all’ufficio tecnico per l’acquisizione di un titolo che autorizzi l’esecuzione di qualsivoglia intervento che coinvolga l’aspetto esteriore dell’edificio e, comunque, il paesaggio. In quel caso l’efficienza dell’ufficio tecnico, in ottemperanza della vigente normativa, subordina il permesso al rilascio del nulla osta paesaggistico da parte della competente Soprintendenza la quale, a ragione, prima di procedere richiede (anche se in teoria dovrebbe averlo agli atti e quindi andare a consultare i propri archivi) il nulla osta rilasciato, a suo tempo, per la costruzione dell’immobile su cui si deve intervenire. Solo allora tocca al tecnico incaricato scoprire la reltà dei fatti e comunicare l’amara notizia al cliente. Alternative?
a) L’immediata richiesta di archiviazione della pratica e la rinuncia alla volontà di eseguire i lavori, in beffa anche all’incarico del tecnico che nessuna responsabilità ha in merito al fallimento dell’operazione ma che perde comunque l’opportunità lavorativa offertagli trovandosi, spesso, anche costretto a dover sostenere spese legali per dimostrare la propria estraneità in procedimenti civili che il cliente ritiene (a torto ed esclusivamente sulla scia del comprensibile rancore per il torto subito) più giusto avviare contro un tecnico privato piuttosto che contro l’amministrazione comunale pro tempore, unica effettiva responsabile del ‘danno’.
b) Il pagamento di una onerosa sanzione (calcolata in base al valore dell’immobile) immediatamente erogata dall’ufficio competente ed alla quale si subordina il rilascio del successivo nulla osta per l’intervento da effettuare. Il tutto, ovviamente, a carico dell’ignaro attuale proprietario dell’immobile (sia esso abitazione unifamiliare o parte di un condominio: nel secondo caso pare che la sanzione venga imposta al singolo proprietario ma calcolata sull’illecito attribuito all’intero condominio).
Lo scopo di questo articolo, in conclusione, è quello di rinfrescare la memoria in merito al persistere del problema a tutti gli Enti coinvolti sia a livello locale (comuni) che regionale (A.R.T.A.), invitandoli ad adoperarsi e cooperare, magari con la consulenza dei Dipartimenti delegati al governo del territorio interni agli ordini professionali provinciali dei tecnici operanti nel settore dell’edilizia, per tentare di risolvere o quantomeno esplicitare la questione, accettando ognuno di farsi carico delle proprie responsabilità, a beneficio di un corretto e trasparente rapporto tra istituzioni e cittadino ed a garanzia della tutela dei territori coinvolti.
30 gen 2011
L'apparenza inganna...
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28 gen 2011
Il paese piu' contemporaneo: CALDARO
Caldaro e' un piccolo paese nelle vicinanze di Bolzano, un luogo che pochi architetti conoscono. Fuori dalla rotte tradizionali dei viaggi di architettura. Ma considerando il numero degli abitanti e la percentuale di opere di architettura contemporanea, e' un tappa quasi obbligata.
A Caldaro abitano 7000 persone e ci sono almeno 10-15 edifici che meritano di essere visitati. Se ci facciamo un po' i conti si contano 2 opere di architettura contemporanea ogni 1000 abitanti. Lascio a voi i paragoni.
In questo link troverete alcune interessanti informazioni sulla cultura del luogo e lo stretto rapporto che si e' instaurato tra architettura e territorio in termini di ambiente, turismo e natura/sostenibilita'. http://wein.kaltern.com/it/architettura-moderna.html
A presso alcune delle opere che abbiamo avuto modo di visitare oggi.
16 gen 2011
A FEBBRAIO RIAPRE IL NEGOZIO OLIVETTI A VENEZIA : IL CAPOLAVORO ARCHITETTONICO DI CARLO SCARPA
Il “Negozio Olivetti” sarà la sede veneziana del FAI, ospiterà eventi culturali,incontri e mostre e diventerà un punto informativo per itinerari artistici e storici a Venezia e in Veneto. Ubicato su due piani nel complesso delle Procuratie Vecchie in Piazza San Marco, di proprietà delle Assicurazioni Generali, il “Negozio” è stato allestito tra il 1957 e il 1958 su progetto dell’architetto Carlo Scarpa per iniziativa dello stesso Adriano Olivetti, con l’obiettivo di realizzare inizialmente un prestigioso punto di esposizione per prodotti di ufficio, diventato poi uno dei più apprezzati esempi di architettura del Novecento a Venezia. Da anni il negozio si trovava in condizioni non consone alla sua stupefacente qualità, nell'ultimo periodo, infatti, era affittato a un commerciante di oggetti non “all'altezza” del luogo. Giulia Maria Crespi, presidente del FAI, ha dichiarato: "E’ un grande onore per il FAI accogliere l’incarico di gestione del ‘Negozio Olivetti’ di Carlo Scarpa. Un autentico gioiello, un piccolo ambiente che si affaccia sulla piazza più bella del mondo, studiato e disegnato dal suo progettista in ogni minimo particolare, dove spazio e decorazioni si fondono in modo così armonico da farne un “capolavoro totale”!
La scheda del negozio Olivetti
l'intervista a Fulvio Irace, professore di Storia dell'Architettura al Politecnico di Milano
13 gen 2011
Japan Project
RELOJ
Via Pasquale Calvi, 5
Palermo, Italy
Una serata dedicata al Giappone e alla meravigliosa sintesi creativa tra la storia e la modernità. Un percorso fotografico, culturale, che analizza la filosofia di vita buddista giapponese, incarnata nella filosofia Zen.
Programma:
ore 20,00 APERITIVO_Ingresso gratiuito
ore 21,30 il "ReloJapan" Ingresso € 10,00
ore 23,30 Disco
Info e prenotazioni
091.6119698
12 gen 2011
NERVI AL MAXXI : GLI ITINERARI GUIDATI ALLE OPERE
In esposizione al Museo dell’Arte del XXI secolo di Roma fino al 20 marzo 2011 una mostra dedicata al grande maestro Pier Luigi Nervi.
“Dal cemento di Nervi al cemento di Zaha” è il titolo della mostra che presenta un vasto approfondimento sulle opere dell’artista che, durante la sua carriera, si concentrò soprattutto su grandi strutture. Un’esposizione che vuole celebrare anche la grandiosità ed il talento del made in Italy nell’arte dal momento che Nervi è stato uno dei veicoli di trasmissione dell’immagine scientifica ed al tempo stesso creativa dell’arte italiana.
Un capitolo a parte nella mostra è dedicato al cosiddetto "sistema Nervi" che caratterizza le opere per Roma ' 60, realizzate in tempi record e in economia, volendo mantenere un' accuratezza estetica. Decisivo per questo l' uso del "ferrocemento", sottile strato di conglomerato cementizio che consente di plasmare qualsiasi forma, inventato durante la guerra con materiali poveri.In mostra anche i documenti originali di alcuni degli oltre 40 brevetti depositati dall'ingegnere italiano (tra cui quello del ferrocemento e della prefabbricazione strutturale, marchi di fabbrica di Nervi), un grande plastico-gioco che spiega, simulando tutte le fasi della costruzione, il Sistema Nervi, una grande mappa di Roma su cui sarà possibile progettare un itinerario di visita alle architetture di Nervi.
gli itinerari in programma dal 15 gennaio
Dov'e' e come arrivare al MAXXI : vicino stadio Flaminio e dalla Stazione Termini basta prendere un solo bus e in 25 minuti si arriva al museo
10 gen 2011
CATANIA ARCHITETTURA CITTÀ PAESAGGIO
Vi segnaliamo un libro "CATANIA Architettura città paesaggio"a cura di Anna Maria Atripaldi e Mario Edoardo Costa, cui ha collaborato anche una nostra socia: M.Grazia Leonardi assieme ad altri colleghi (Simona Calvagna, Vito Martelliano e Vincenzo Milone). Il tentativo è quello di esplorare l’architettura, la città, il paesaggio di Catania, scegliendo la molteplicità, di identità, di segni, di regole, di trasformazioni, come chiave di lettura che, come in una sovrapposizione di layers diversi consenta di leggerne il disordine come somma di ordini differenti di valori: dal sociale all’economico, dal memoriale al culturale. Ne consegue la lettura di immagini di un paesaggio metropolitano che da un punto di vista morfologico si è tradotto in un collage di forme scaturite da sovrapposizioni e giustapposizioni dei diversi sistemi di relazione, sintesi del barocco, dell’eclettismo, delle espressioni del moderno e della contemporaneità e residui delle presenze greca e romana.
«Catania, più work in progress che struttura morfologicamente definita, è […] frutto di un infaticabile agire contro qualsiasi pressione di un passato immodificabile» (A. M. Atripaldi).
«Catania, più work in progress che struttura morfologicamente definita, è […] frutto di un infaticabile agire contro qualsiasi pressione di un passato immodificabile» (A. M. Atripaldi).
Diritto di Replica
Pubblichiamo in questo post, l'e-mail ricevuta dalla Redazione da parte del Prof. Maurizio Oddo, che chiedeva di poter replicare alle accuse dell'arch Maurizio Zappalà in un post vecchio ormai di 2 anni
http://architetturacatania.blogspot.com/2008/11/architettura-contemporanea-in-sicilia.html
esercitando quel diritto di replica che spesso manca in certi dibattiti televisivi italiani....
Maurizio Oddo scrive:
Potreste cortesemente pubblicare
tutti i libri e gli scritti - quanto meno l'elenco! - di questo luminare
che partecipa alle mie presentazioni
ma dimostra di non avere la capacità di un confronto diretto, limitandosi,
a quanto si dice, a registrare gli interventi di nascosto?
Considerata l'inconsistenza della
sua produzione - a suo dire è un architetto - è
persona diversa dal produttore delle mozzarelle?
Se qualcosa tra lui e l'accoscata intellighentia architettonica catanese
non ha funzionato, perchè tira in ballo me?
Utilizza il collaudato metodo del suo amico?
Per una corretta informazione e diritto di replica,
Vi chiedo la cortesia di pubblicare questo mio messaggio.
Grazie
Distinti saluti
Maurizio Oddo
che partecipa alle mie presentazioni
ma dimostra di non avere la capacità di un confronto diretto, limitandosi,
a quanto si dice, a registrare gli interventi di nascosto?
Considerata l'inconsistenza della
sua produzione - a suo dire è un architetto - è
persona diversa dal produttore delle mozzarelle?
Se qualcosa tra lui e l'accoscata intellighentia architettonica catanese
non ha funzionato, perchè tira in ballo me?
Utilizza il collaudato metodo del suo amico?
Per una corretta informazione e diritto di replica,
Vi chiedo la cortesia di pubblicare questo mio messaggio.
Grazie
Distinti saluti
Maurizio Oddo
5 gen 2011
il report delle visite al BLOG secondo BIZINFORMAZIONE
Architetturacatania.blogspot.com
www.Architetturacatania.blogspot.com nella classifica globale è alla posizione #4.572.532.
Ciascuno dei 1.477 utenti mensili stimati, visualizza una media di 1,50 pagine per sessione.
Cronologia Traffico
-Media 7 Giorni
Visitatori Giornalieri 300
-Media 90 Giorni
Visitatori Giornalieri 49
SITO BIZinformazione
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SITO BIZinformazione
DESIGN : 14 Gennaio a Catania PRESENTAZIONE DEL LIBRO " LOW COST DESIGN"
Venerdì 14 Gennaio alle ore 17,30 in Corso Sicilia 91 a Catania c/o Cavallotto librerie Daniele Pario Perra presenta il suo libro
"LOW COST DESIGN" (SILVANA EDITORIALE-35€),
con la partecipazione di Emiliano Gandolfi
Beppe Finessi, Francesco Morace, Pierluigi Sacco
Low Cost Design e' una ricerca sull'essenza della creativita' spontanea e copre uno spettro di analisi che va dalla progettazione alla sociologia del territorio. Una banca dati costituita da più di 7000 immagini relative al cambio d'uso degli oggetti e del territorio attraverso l'azione dei suoi abitanti.
Sia lo studio dell'oggetto sia quello del territorio consente di investigare quei simboli che influiscono nella definizione del concetto d'identita', locale o personale. Le immagini sono frutto del patrimonio interdisciplinare che lega la cultura della progettazione alle discipline di studio sociale, e fornisce indicazioni parallele a vari campi di studio, quali la storia, l'economia e la politica. L'invenzione di nuovi strumenti, come altre tipologie di progettazione di tipo spontaneo, evidenzia la creolizzazione come dato costante nel tempo, frutto di millenni di relazioni ed esperimenti. Questo libro si fonda su un principio, sostenuto dai piu' grandi protagonisti del design: il miglior progetto non e' necessariamente quello che passa dall'ufficio brevetti, che nasce negli studi di architettura e di design e che si fa davanti ai computer nelle grandi aziende, ma anzi e', spesso, quello che nasce nella semplicita' della vita di tutti i giorni e che vive delle geniali intuizioni della gente comune, di progettisti anonimi cui, non a caso, Bruno Munari aveva dedicato il Compasso d’Oro a ignoti. Partendo da questo principio, Daniele Pario Perra ci offre, il frutto di una vasta ricognizione compiuta tra il nord Europa e il sud del Mediterraneo raccolta in un database delle arti applicate: un grande dizionario visuale in costante relazione tra capacità poetica e capacità tecnologica. Le idee presentate, sono classificate secondo diversi piani di lettura (cinque differenti livelli di progettazione per gli oggetti, sei categorie per le azioni), che compongono, nel loro insieme, un quadro di grande interesse sotto il profilo sociologico, urbanistico ed etnografico contemporaneo.
4 gen 2011
Daniel Libeskind e il Ponte sullo Stretto di Messina
E' un architetto di fama mondiale chi si occuperà della gran parte delle opere connesse al Ponte sullo Stretto di Messina, parliamo di Daniel Libeskind, polacco di origini, visse per alcuni anni a Tel Aviv per poi trasferirsi prima a New York e poi a Londra. Egli è tra i principali esponenti del decostruttivismo nell'architettura americana; tra le sue opere più conosciute ricordiamo: il Museo Ebraico di Berlino (Germania), la London University Post Graduate Centre a Londra (Inghilterra), la Ricostruzione di Ground Zero a NYC (USA) nel quale è attualmente impegnato.
Il Ministro delle infrastrutture Altero Matteoli ha espresso grande soddisfazione per la consegna del progetto definitivo alla Società per lo Stretto di Messina per la realizzazione del ponte e di oltre 40 km di raccordi stradali e ferroviari.
Il progetto comprende 8000 elaborati che confermano tutte le impostazioni tecniche ed i costi di costruzione del progetto preliminare redatto dalla società Stretto di Messina ed approvato nel 2003 dal Cipe. In particolare le opere progettate dall'archistar, comprese nel progetto definitivo, riguardano il lato calabrese del ponte e, nello specifico, l'area del centro direzionale presso la località Piale (Villa San Giovanni), la fascia dal blocco di ancoraggio alla torre del ponte (Cannitello), il lungomare di Villa San Giovanni con l'obiettivo di offrire un ulteriore valore aggiunto agli aspetti paesaggistici e urbanistici della costa calabrese interessata dalla realizzazione del ponte e dei suoi collegamenti. I dettagli sono stati stabiliti dall’amministratore delegato della Stretto di Messina, Pietro Ciucci, insieme con il direttore generale della società, Giuseppe Fiammenghi, che hanno incontrato a Roma il celebre architetto.
"Con l'intervento dell'architetto Libeskind si aprono nuovi scenari di assoluto rilievo non solo per l'area polifunzionale del centro direzionale del ponte, destinata ad ospitare strutture espositive, commerciali, congressuali ed alberghiere, ma anche per il lungo mare di Villa San Giovanni", ha commentato Ciucci, aggiungendo che "il progetto potrebbe essere arricchito con alcuni interventi sul lato messinese nel segno della continuità tra le due coste".
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