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19 set 2011

Viaggio Studio dell'Ordine degli Architetti e visita al Made Expo 2011



14 set 2010

Viaggio SHANGHAI-PECHINO 29/OTT-5/NOV

Spazi contemporanei organizza un viaggio straordinario a Shangai e Pechino grazie ad ARED, un tour operetor specializzato in viaggi di architettura.
I posti sono solo 15 e per mantenere lo straordinario prezzo di €1780 (+tasse aereop. e visti) bisogna prenotare entro il 25 settembre.
Il viaggio prevede la visita ad alcune tra più note realizzazioni di architettura contemporanea delle archistar più famose al mondo, la visita ai padiglioni dell'EXPO di Shangai con la partecipazione alla cerimonia di chiusura, la visita alle opere realizzate a Pechino in occasione delle Olimpiadi del 2008, etc.
Il prezzo comprende volo da Catania con scalo a Milano, 6 notti in Hotel 4**** in doppia con colazione, trasferimenti da/per l'aereoporto, volo interno Pechino-Shangai, assicurazione, ingressi ai siti, pranzi, materiale informativo e kit da viaggio.

Per ricevere il programma dettagliato contatta:
Marco Alcaro tel 06.48912406 o 347.6395065
oppure spazicontemporanei@gmail.com

Affrettatevi!

11 giu 2009

Sverre Fehn...un linguaggio poetico.

ARCHITETTURA CONTEMPORANEA NORVEGESE
Sulle orme di Sverre Fehn - Opere di Carl Viggo Hølmebakk - Knut Hjeltnes - Jensen & Skodvin

Giorno 19 giugno, preceduta dalla Conferenza di apertura alle ore 10,30 a Villa Filippina, piazza S. Francesco di Paola a Palermo, introdotta da Attilio Milan, Presidente Ordine APPC di Palermo e da Emanuele Nicosia, Responsabile settore mostre e viaggi di studio e con gli interventi del Prof. Arch. Gennaro Postiglione e degli arch.tti Carl Viggo Høelmbakk Knut Hjeltnes Jensen & Skodvin

alle ore 18,30 si inaugura la mostra

ARCHITETTURA CONTEMPORANEA NORVEGESE

presso la Sala conferenze Mario Scavuzzo dell'Ordine APPC di Palermo a Piazza Principe di Camporeale, 6

"La mostra, realizzata al fine di avvicinarsi a quel patrimonio culturale rappresentato dalle architetture realizzate sulle orme del maestro norvegese recentemente scomparso, si avvale della collaborazione scientifica del prof.Arch.Gennaro Postiglione del Politecnico di Milano, biografo del maestro norvegese. Il criterio informatore della mostra è quello di rappresentare le architetture degli studi di tre architetti norvegesi che hanno già confermato la loro adesione all'evento: Jensen&Skodvin, Knut Hjeltnes, Carl-Viggo Holmebakk , professionisti di età comprese tra i 40/50 anni, che operano sulle orme della figura del maestro e che si fanno interpreti del fascino di una scuola che il Fehn ha inconsapevolmente formato".

Cura e progetto d’allestimento della mostra:
Arch.tti Fabia Adelfio, Enrico Anello, Vincenzo Marchese
Coordinamento generale:
Settore mostre e viaggi di studio Ordine APPC di Palermo
Organizzazione della mostra:
Arch. Emanuele Nicosia e Arch. Antonino Polizzi
Info:
http://www.architettipalermo.it/index.php

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27 mar 2009

Giovane architetto racconta: Workshop a Seoul 10_20 Gennaio 2009.


Mi fa piacere raccogliere l’esperienza di Valentina Buzzone (27 anni) per tanti motivi, primo fra tutti il desiderio di premiare la perseveranza con cui lei è andata sempre avanti e poi incoraggiare gli altri giovani, soprattutto le ragazze, che si accingono a intraprendere gli studi di architettura.
Valentina è nata a Caltagirone (CT), si è laureata presso la Facoltà di Architettura di Palermo e adesso lavora presso uno studio di progettazione a Roma. Ha partecipato ad un Workshop a Seoul; di seguito vi allego il racconto da lei inviatomi di come questa esperienza la abbia arricchita, fatta crescere e più di tutto motivata.

(testo di Valentina Buzzone).

Quel giorno,come faccio sempre, ho aperto la posta elettronica e tra le varie
e-mail ho letto “ Architettura Catania” etc.
E’ stato grazie al vostro blog che è cominciata questa avventura!

Workshop a Seoul dal 10 al 20 gennaio 2009, saranno selezionati 8 studenti o neolaureati italiani, per la vostra candidatura contattare Claudio etc.
Un po’ per curiosità ma, soprattutto spinta dalla voglia di sperimentare nuove esperienze in campo architettonico, dopo aver preso prima visione del programma, ho mandato il mio curriculum, seppure con qualche remora, considerato il fatto che il mio inglese era molto elementare e al workshop avrebbero partecipato ragazzi non solo italiani ma anche ragazzi della “Westminster University “di Londra e Sangmyung University” di Seoul.
Non avrei mai creduto che avrebbero scelto me, ma qualcosa mi diceva di mandare quel curriculum. Adesso sono grata a coloro i quali mi hanno incoraggiato e permesso di fare questa meravigliosa esperienza, che credo, tutti dovrebbero avere la possibilità di fare.
“Affrontare” un progetto architettonico in una maniera totalmente diversa da quella a cui io sono abituata (cioè quella che l’università di Palermo mi ha insegnato), mi eccitava molto e nello stesso tempo mi impauriva, ma la voglia di conoscere era troppa per non mandare quel curriculum. Dopo pochi giorni ho ricevuto una risposta dall’Architetto Claudio Lucchesi che mi diceva che avrei potuto frequentare il Workshop e che se avevo qualche timore per la lingua l’avrei sicuramente superata, perché “quando si disegna non servono le parole”…! E così è arrivato il giorno della partenza per Seoul e con questo il primo giorno di workshop. Da subito ci hanno diviso in 5 gruppi ognuno dei quali era formato da 3 ragazzi provenienti da Londra , 4 da Seoul e 2 dall’Italia. Il primo è stato un giorno di presentazioni anche se dopo la prima conferenza tenutasi la mattina ci “hanno messi” a lavorare!
Mi sono sempre chiesta se nelle università straniere i metodi di progettazione fossero uguali a quelli nostri o per lo meno uguali a quelli dell’ Università degli Studi di Palermo. Adesso avevo modo di conoscerli! E se anche il tema del workschop ,“ i sistemi parametrici ”, era particolare, perché in un certo senso “ci obbligava” a sviluppare e studiare il nostro progetto in una certa maniera e sotto certi punti di vista, ho comunque costatato che le metodologie di approccio al progetto architettonico non sono poi così differenti tra inglesi, coreani e italiani.
Con il mio gruppo siamo partiti da un’analisi generale del concetto di sistema parametrico per poi orientarci verso uno schema preciso. Quindi dal generale al particolare. Procedimento che ho sempre usato. Sicuramente gli inglesi erano più ferrati riguardo al tema, ma questo perché non era la prima volta che sviluppavano un progetto attraverso questo nuovo metodo. Credo faccia parte del loro programma universitario, differente sicuramente da quello nostro! Ecco, forse in questo le nostre università sono un po’ indietro, dovrebbero mettersi al passo con i tempi, cercare di affiancare a “certe scuole di pensiero” la conoscenza di altre, come quella di Patrick Schumacher, presentata all’undicesima Biennale di Architettura nel suo Manifesto, che poi è quella seguita al workshop. Ma questo probabilmente, deriva dalla nostra storia, dal patrimonio architettonico che ogni giorno abbiamo di fronte.
Lavorare con i ragazzi del mio gruppo è stato molto interessante, stimolante e costruttivo, per nulla faticoso, considerando il fatto che sono stata sempre abituata a svolgere lavori in equipe e a sostenere ritmi pesanti. Come in tutti i gruppi non sono mancati i momenti di scontro, ma non nel senso negativo del termine. Scontro come confronto, che credo abbia portato alla crescita professionale di ognuno di noi. E’ stato bellissimo confrontarsi e mettersi alla prova. Ci siamo dimostrati (coreani, italiani, inglesi) persone aperte, e della nostra diversità siamo riusciti a farne un punto di forza del nostro progetto. Perché mettendo assieme tutte le idee, credo che abbiamo raggiunto un buon risultato. Ognuno ha trasmesso qualcosa all’altro, sia professionalmente che umanamente.

E poi c’erano i professori:
Andrei Yau (University of Westerminster)
Andrei Martin (University of Westerminster)
Claudio Lucchesi (Urban Future Organization, Messina)
HyeongJung Kim (Kaywon School of Art Design)
HungKwon Ko (Suwon Science College)
Jungmook Moon (Sangmyung University)
Professori singolari.
Ci hanno accompagnato per tutto il workshop. Sono stati i nostri maestri. Non c’era giorno che fosse uguale all’altro. Avevi sempre modo di imparare.
Oltre alla fase di ideazione del progetto, all’interno del workshop erano previste delle conferenze-lezioni.
Inutile dire che sono stata veramente colpita dal loro sapere, dal loro modo di trasmettertelo, dalla loro umanità, dalla loro capacità di stimolarci continuamente.
La loro severità nel revisionare il nostro progetto, era accompagnata sempre da una sorta di stupore e contentezza, tutto ciò era stimolante. Nei loro volti vedevi sempre il sorriso, quasi fossero più contenti loro di fare questa esperienza. Era come se avessero modo di imparare da noi. Era uno scambio reciproco. Avevano fiducia nelle nostre potenzialità e cercavano di tirarcele fuori , ogni volta stupiti del risultato!

All’interno dell’organizzazione del workshop, erano previste delle escursioni.
Ho visto svariate architetture contemporanee, anche perché Seoul ne è piena, ma la cosa che mi ha colpito di più tra tutte è il “villaggio di Heyri”. Si potrebbe definire un “experimental place”. Heyri è formato da una comunità di 370 persone, la maggior parte di essi sono artisti, scrittori, scultori, pittori etc. che vivono all’interno di case qualificate da un principio architettonico ben preciso, progettate per lo più da architetti coreani. Ed è straordinario vedere concentrate in un unico posto tutte quelle residenze, diverse per carattere e morfologia. Nessuna dialoga con l’altra, ma messe assieme producono un effetto sconvolgente a mio io avviso. Si potrebbe definire questo villaggio una micropolis. Mai vista una cosa simile.
Sono del parere che per la formazione di un buon architetto sia importante fare tutto ciò, perché vieni messo alla prova, stimolato, la tua mente si apre e ti permette di capire dove sei arrivato e dove puoi ancora arrivare.

IL PROGETTO

Attraverso l’utilizzo del Diagramma 3D di Voronoi e quindi di precisi parametri scelti, abbiamo strutturato la forma del nostro progetto.
La fonte di ispirazione che ha determinato specifici parametri matematici è stato l’ordine naturale del sistema delle bolle”. In particolare abbiamo analizzato l’impianto di aggregazione di queste ultime.
Questi due ambiti e cioè quello naturale e quello matematico così apparentemente diversi si sono fusi attraverso l’utilizzo di un programma di modellazione quale è appunto “Rhino”.
Si sono cosi generati dei piani che sapientemente aggregati fra di loro hanno originato degli elementi geometrici. Abbiamo così determinato le curve di stile per la definizione della forma dell’oggetto.
Sulla base delle osservazioni effettuate sulle bolle si è poi deciso di aggregare fra loro i singoli elementi , ripetendoli, per determinare così delle situazioni spaziali particolari, partendo dallo studio delle singole facce dei piani a quello volumetrico per poi passare ad un’ analisi del sistema di pieni e vuoti .
Contemporaneamente abbiamo pensato agli aspetti costruttivi, per cui gli elementi sono aggregati fra di loro in modo tale che “l’oggetto” possa sostenersi, a quelli funzionali, ed estetico-formali .
La struttura così realizzata può avere svariate funzioni, ad esempio quella di essere utilizzata come allestimento. Il sistema di pieni e dei vuoti da la possibilità di utilizzare gli spazi come “contenitori “, involucri che ospitano opere d’arte, illuminate in modo diverso a seconda di dove si decida posizionare la luce nelle varie facce dei piani che determinano lo spazio in cui alloggia l’oggetto.
Il materiale pensato per la realizzazione del modello è stato il cartoncino di colore nero e come sistema di giunzione dei singoli elementi si sono utilizzate delle viti.
Nella realtà si può pensare anche ad altri materiali per la realizzazione del modello, il tutto dipende dall’utilizzo che se ne vuole fare. Ad esempio per un allestimento avevamo anche pensato all’utilizzo del policarbonato, che essendo trasparente, permetterebbe di fare filtrare la luce in svariati modi, anche grazie alla diversa inclinazione dei vari piani che compongono l’oggetto.

13 feb 2009

Promosso il Madexpo di Milano

La infinità di prodotti esposti al Madexpo di Milano è stata sapientemente organizzata per Settori e come sempre le ditte maggiori hanno avuto un pò di spazio in più rispetto ad altre. Tutte le aziende hanno esposto i loro prodotti più interessanti ma quelle che mi hanno più incuriosito quest'anno sono state aziende dedicate a prodotti per la realizzazione di tetti verdi, pavimentazioni in resina e impermeabilizzazioni carrabili. Da evidenziare ovviamnete il nuovo "contenitore" progettato da Massimiliano Fuxsas, una “vela” di vetro, larga oltre 30 metri e lunga un chilometro e mezzo che è assolutamente proiettata verso il futuro, la si percepisce come una lunga passeggiata con al di sopra, ai lati e davanti tutte strutture in acciaio e vetro, che mi hanno dato un pò il senso del "precario" mah, la speranza è che la manutenzione non sia impossibile! Comunque una fiera dove ci si orienta benissimo senza perdersi e ci si può organizzare il tempo a disposizione riuscendo a selezionare cosa vedere e cosa tralasciare. Dunque promossa da parte mia! Unico neo: i punti di ristoro/ristoranti che sembrano delle biblioteche.

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Un pò di numeri:
La struttura sorge nell’area dell’ex raffineria Agip di Rho-Pero, nelle immediate vicinanze della città, e il nuovo complesso è costituito da 8 padiglioni, 80 sale congressi, più di 37.000 mq per strutture alberghiere, ed oltre 13.000 mq per spazi commerciali. Centro servizi, uffici ed area congressuale costituiscono il cuore della struttura. La presenza dell'acqua gioca un ruolo fondamentale nell'apprezzare gli spazi.

16 lug 2008

Quasi quasi prendo l'autobus...



Ecco un esempio da sottoporre ai nostri committenti per dimostrare come un'opera di architettura contemporanea può catalizzare l'attenzione del grande pubblico anche nel più sperduto paesino d'entroterra mai citato in alcuna guida turistica.
Nella piccola cittadina di Casar de Caceres in Spagna, ad ovest di Madrid e non distante dal confine con il Portogallo, l'Arch. Justo Garcia Rubio è riuscito a realizzare una stazione degli autobus che fa davvero venire voglia di abbandonare l'auto.
Si tratta di un'architettura "total-design" realizzata in un unico materiale: il cemento, che si arrotola e si piega come un foglio per coprire l'area esterna di sosta degli autobus ed uno spazio interno attrezzato per uffici, caffetteria e servizi igienici.
Il risvolto generato dalle due parabole di copertura in parte sovrapposte, risolve il problema dell'irradiazione solare diretta sulla zona chiusa riducendo la dispersione termica. L'idea ci piace molto e a quanto pare piace anche ai giovani viaggiatori spagnoli, architetti e non, che fanno rimbalzare su interent decine di immagini della stazione di Caceres corredate dalle istruzioni per "come arrivare" (ovviamente in autobus).

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in parte tratto da
Judit Bellostes

4 lug 2008

Progettare sull'acqua: il Badenschiff di Berlino

Questo progetto merita un post! Non è recentissimo ma lo trovo esemplare nella sua ricercata semplicità. L'idea nasce dall'esigenza di utilizzare anche di inverno il "Badeschiff", una delle piscine pubbliche più popolari di Berlino nel periodo estivo. Dal 2005, ogni inverno le piattaforme a pelo d'acqua si trasformano in centro benessere grazie ad una serie di tende tubolari che ospitano due saune, un salotto e una piscina. (per visualizzare il resto del post clicca su "read more")
La copertura-parete consiste di tre membrane trasparenti per ciascuna piattaforma. Le membrane sono tese tra arconi in legno curvi realizzati in microlamellare, che danno all'insieme la forma tubolare di un ovoide schiacciato. I piccoli getti di aria che sono pompati nelle membrane hanno il duplice scopo di mantenere la corretta tensione per la resistenza al vento, e di isolate termicamente l'interno (d'altra parte l'aria è uno dei materiali d'isolamento migliori).

Le membrane danno l'impressione estetica di tre "zeppelins" o futuristici fireflys : ci si cuoce al vapore di giorno e di notte caratterizzano questa zona del porto come un corpo illuminante di arredo a scala urbana. Una curiosità: la piscina d'inverno è progettata in modo che il bagnante coraggioso che volesse sfidare le rigide temperature berlinesi, può passara sotto un piccolo tendalino e ritrovarsi all'esterno, a pelo d'acqua sul fiume, a godersi un bagno riscaldato!


L'idea ed in concept sono dello studio di AMP Arquitectos e l'architetto Gil Wilk.
(tratto dal
sito ufficiale dello stabilimento balneare)





21 giu 2008

A Miami "Studio Oppenheim" promuove l'architettura sostenibile

In occasione di un recente viaggio a Miami, ho indagato sui maggiori protagonisti della produzione architettonica contemporanea in Florida. A quanto pare uno studio spadroneggia su tutti sia per la qualità delle opere realizzate che per la loro diffusione su tutta la costa atlantica degli Stati Uniti. (per leggere il resto del post clicca su "read more")...

Si tratta di Chad Oppenheim giovane e intraprendente architetto che dirige uno studio con più di 30 architetti. Al suo attivo diversi edifici , tra cui alcuni grattacieli, nei quali si evidenzia una profonda ricerca nell'utilizzo di nuovi materiali e nuove tecnologie finalizzate ad una progettazione che integri architettonicamente i sistemi per la produzione di energia. Proprio l'attenzione alla ecosostenibilità dei suoi progetti rende Hoppenheim una rara e promettente eccezione nel panorama americano nel quale, fino ad oggi, non si avvertono molti esempi di architetture sensibili alle direttive del protocollo di Kyoto.

Tra i progetti più recenti emerge quello per il "COR Building" un eco-grattacielo che cambierà lo skyline del Design district di Miami, già famoso per l'architettura decò degli anni venti più che per le recenti realizzazioni contemporanee. Il progetto, ralizzato anche grazie alla consulenza in campo energetico di Buro Happold, ed in ambito strutturale di Ysreal Seinuk, incorpora sia residenze che uffici che spazi commerciali ed integra teconogie pulite con l'uso di turbine eoliche pannelli fotovoltaici e pannelli solari per la produzione di acqua calda. L'elemento chiave del progetto è il desgin delle facciate, caratterizzato da una serie di fori il cui diametro cresce progressivamente approssimandosi alla vetta al fine di evidenziare il graduale alleggerimento delle masse. Attraverso i fori il sole irraggia la parete fotovoltaica ed il vento aziona una serie di pale eoliche collocate algi ultimi livelli dell'edificio appositamente pensati a cielo aperto.



1 giu 2008

Expo Saragozza 2008


Fra 13 giorni verra' inaugurata l'Esposizione Internazionale a Saragozza che avra' per tema l'acqua e lo sviluppo sostenibile, un evento imperdibile per coloro che si occupano di bioarchitettura e ecosostenibilita'.
Per chi ama l'architettura, quest'estate, la Spagna e' dunque una tappa obbligata. Saragozza e' situata nell'entroterra spagnolo sulle rive dell'Ebro ed e' raggiungibile dall'Italia attraverso l'aeroporto di Barcellona.
L’area espositiva dell’Expo copre un territorio di 25 ettari e si trova a circa due chilometri dal centro cittadino ma la stazione ferroviaria è distante solo 700 metri. Si tratta di una “cittadella” immersa nel verde del Parque del Agua fra i vari edifici da non perdere il Padiglione Ponte di Zaha Hadid, la Torre dell'Acqua dell’architetto Enrique de Tersa e l'Acquario fluviale.
Per approfodire il calendario degli eventi che si svolgeranno a Saragozza dal 14 Giugno al 14 Settembre si consiglia il sito ufficiale http://www.expozaragoza2008.es e quello italiano www.exposaragozza2008.it del Commissario Governativo per l’Expo.

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26 mar 2008

Brunico: cultura italiana e austriaca


Dal mio viaggio in Val Pusteria in Alto Adige, Brunico. Posto incantevole.
Appena terminato nel 2007 l'ampliamento dell'ex ufficio postale. Si tratta di complessivi 4.815m³. Il piano interrato, il piano terra e il primo piano ospitano la sede centrale degli uffici postali della città di Brunico. Al secondo, al terzo e al quarto piano oggi si trovano gli uffici provinciali. Il tetto è stato realizzato in travi lamellari curvati a doppia altezza sul prospetto sud poi rivestito in alluminio naturale. Progettista generale Dott. Arch. Roberta Springhetti.
E' un colpo d'occhio proprio su Piazza Municipio, e il suo colore rosso si distingue come fosse l'edificio più importante e in effetti rende anonima la vicina sede del Municipio se pur tanto evocata quando si parla in Alto Adige di Casa Clima.

Con CasaClima si intende una casa progettata per ottenere un significativo risparmio energetico, rispetto a un edificio tradizionale.
La CasaClima viene classificata dalla Provincia Autonoma di Bolzano e certificata con la targhetta CasaClima.

13 mar 2008

Tokyo tra tradizione ed avanguardia

La città che più di tutti mi affascina e che prima o poi andrò a visitare è Tokyo, la capitale giapponese è un immenso cantiere brulicante di gente, in cui da un lato è forte l'attacamento alle proprie tradizioni ma dall'altro non si ha paura del futuro.
Non a caso a Tokyo hanno progettato quasi tutti i maggiori architetti del nostro secolo scorso e dello scorso.Per chi volesse intraprendere questo viaggio consiglio di fare capolino ad Omotesandō street, un viale, dove si ha l'opportunità di ammirare in rapida successione diversi negozi e showroom progettate da i migliori architetti contemporanei tra cui: il centro commerciale Gyre degli olandesi MVRDV, Dior dei giapponesi SANAA, Louis Vuitton del giapponese AOKI,Gucci , Prada di Herzog & de Meuron, Tod's di Toyo Ito.




13 nov 2007

Cartoline da Panarea e Stromboli







Solo qualche scatto a gentile richiesta di un collega curioso! (G.P.)

Le Isole Eolie sono tutte bellissime, ma è a Panarea che si trova l'architettura di Paolo J. Tilche, originario di Alessandria d'Egitto, che con grande tatto ha saputo recuperare le tecniche e i metodi tradizionali dell'isola applicandoli a nuove costruzioni anni '60 & '80. Panarea è la più piccola delle Eolie, solo 3,4 kmq e 200 abitanti stabili.











Molto diversa risulta essere Stromboli, incontaminata e poco turistica. In tutta l'isola, sono frequenti le case con terrazza a colonne chiamate pulère cioè pilastri circolari eretti a intervalli ai margini della terrazza. Inoltre ogni anno all'avvicinarsi dell'estate, le abitazioni vengono imbiancate a calce bianca.