Con l'entrata in vigore della nuova normativa sugli affidamenti di incarichi, anche la progettazione per conto di enti pubblici è condizionata in modo enorme dallo sconto offerto dal professionista. E' ovvio che nella maggior parte dei casi e con le dovute e rispettabili eccezioni, ciò significa che la qualità del servizio offerto diminusce proporzionalmente alla parcella. 

Mi è già capitato diverse volte nel corso dell'ultimo anno di contrattare il costo di una progettazione nè più nè meno come avrei fatto io stesso con per acquistare il pesce al mercato. Il principio è più o meno lo stesso: c'è sempre una bancarella vicina che ti offre "quasi" la stessa cosa ad un prezzo minore e più tempo passa meno costa il prodotto. Il principio è giusto e per la verità ne condivido le finalità perchè mira a creare più occasioni ai giovani e ad instaurare un mercato di libera concorrenza coerentemente a quanto accade in europa. Il problema è che in Italia, nel meridione in particolare, non esiste la cultura dell'architettura contemporanea ed è quanto meno estenuante convincere il proprio committente (pubblico o privato) che spendere qualcosa in più per una maggiore ricerca compositiva non è una cosa inutile "da architetti filosofi" ma un valore aggiunto di cui si coglieranno i benefici forse solo un pò più in là nel tempo.