25 set 2008

Cos'è l'architettura contemporanea?

In questo post si cercherà di definire l'Architettura contemporanea visto che, a quanto mi risulta, c'è una certa confusione sull'argomento. La prima volta che mi sono chiesto quale fosse esattamente l'intervallo temporale definito da questo termine fu all'università durante il corso di "Storia dell'Architettura Contemporanea". Sin da allora il titolo stesso del corso mi sembrò alquanto contraddittorio.
Se la "storia" è la disciplina che si occupa dello studio del passato e l'aggettivo "contemporaneo" si usa per indicare qualcosa che appartiene all'epoca attuale (al presente), come è possibile che l'architettura del presente appartenga già al passato? Qual'è la sottile linea di demarcazione che divide ciò che è dei giorni nostri e ciò che appartiene al passato?


In realtà in tutte le discipline artistiche dei giorni nostri con l'appellativo "contemporanea/o" ci si riferisce ad un intervallo temporale che comprende il periodo compreso tra oggi e gli ultimi decenni senza, tuttavia, una più precisa indicazione cronologica. Ciò esclude almeno in parte che questa disciplina possa essere interessata dalla "storia" poichè il breve lasso di tempo intercorso tra la produzione dell'opera e la lettura critica dell'opera stessa, della sua appartenenza ad orientamenti culturali generali e del ruolo di innovazione apportato dall'autore, non permettono la formulazione di giudizi precisi. Inoltre tutto ciò che appartiene alla "storia" deve riferirsi a "fonti", e cioè a tutto ciò che possa trasmettere del sapere con fondatezza. In architettura contemporanea, come in molte altre discipline che condividono lo stesso aggettivo, è difficile stabilire quali fonti siano attendibili perchè spesso tutti i soggetti sono ancora in vita, oltre agli stessi autori, i committenti, i critici, i giornalisti, gli scrittori, etc. Tale circostanza, vista la "storica" debolezza dell'animo umano e dei condizionamenti che il pensiero può subire nel trattare le "cose dei giorni nostri", non offre alcuna garanzia circa la fondatezza delle "fonti" che dovrebbero accertare i presupposti per cui un opera d'architettura o un autore possano "passare alla storia".Ma torniamo all'intervallo temporale che comprende ciò che è contemporaneo.
In genere con il termine "Architettura Contemporanea" ci si riferisce generalmente a quella prodotta odiernamente o recentemente in un intervallo di tempo non superiore agli ultimi decenni; indicativamente dagli anni settanta ad oggi.
Trovo interessante fare alcuni paragoni con altre discipline per comprendere quanto sia variabile l'estensione temporale dell'aggettivo "contemporaneo" riferendosi ad eventi ed opere del passato.
  • La Storia contemporanea è il periodo storico che parte dal Congresso di Vienna ad oggi (193 anni).
  • L'Arte contemporanea si riferisce all'arte creata nel presente ed include generalmente tutta l'arte creata dalla fine degli anni sessanta del XX secolo o, in alternativa, dalla presunta fine dell'arte moderna o periodo modernista fino ai giorni nostri (circa 40 anni).
  • La Musica contemporanea è quella composta nel XX e nel XXI secolo. Fra i sinonimi di musica contemporanea possiamo annoverare musica d'avanguardia e musica sperimentale (circa 100 anni).
  • Il Teatro contemporaneo è quello che si è sviluppato in un periodo compreso tra gli inizi del Novecento e i giorni nostri (circa 30 anni).

Insomma, discipline diverse, intervalli diversi. Eppure il termine è sempre lo stesso. Il motivo probabilmente risiede nella considerazione che un evento che per noi appartiene alla storia, era contemporaneo nel momento in cui è accaduto, pertanto nelle varie manifestazioni culturali del sapere, tale appellativo in realtà vale per ciascuna epoca se ricondotto al momento storico in cui esso viene utilizzato. Quindi l'architettura liberty degli inizi del novecento era contemporanea, ma lo era altrettanto l'architettura gotica o quella barocca nei rispettivi periodi di espressione. Probabilmente, visto che tutto è contemporaneo nel momento in cui viene vissuto, serve una prospettiva storica di durata variabile nelle varie discipline che serva a poter esprimere considerazioni e giudizi condivisi dal mondo della cultura con il dovuto distacco.

E tornando all'architettura..... qual'è questo intervallo? I quaranta anni trascorsi dagli anni ottanta ad oggi sono davvero sufficienti? Probabilmente oggi nessuno può rispondere a questa domanda. Personalmente credo che l'importante è fare chiarezza su un fatto: tutto ciò che appartiene alla storia dell'architettura è stato, a suo tempo, contemporaneo, ma non tutto ciò che si annovera come "architettura contemporanea" passerà alla storia.

Staremo a vedere......

Un'anticipazione: prossimamente un post sulla definizione giuridica di "Architettura contemporaea" nella normativa italiana in vigore.


7 commenti:

Brontese ha detto...

Cito il mio docente di Storia (C.Tessari IUAV). Una volta definito lo spazio storico della modernità, nelle sue origini, un arco temporale che va dalla fine del 600 e che durerà per almeno duecentocinquanta anni, con la straordinaria opera di architetti e pensatori come: Perrault, Piranesi, Ledoux, Boullet,e tanti altri che hanno definito la storia dell'architettura moderna; si ritiene che la nascita della contemporaneità, in architettura, si possa rifare ad un opera in particolare: "il Cristal Palace (1851)" di Joseph Paxton che rappresenta nel secolo dell'avvento dei nuovi materiali, e della nascita con la scienza delle costruzioni della figura dell'ingegnere,un opera dal cui interno, percepiamo in maniera inedita lo spazio esterno nelle sue svariate immagini (mattina, pomeriggio, sera, estate, inverno,primavera, ecc,) sembra di stare all'interno delle tele di william Turner, pittore dell'epoca (muore quando viene innaugurato il cristal palace). Chiaramente daccordo con la tua affermazione che la contemporaneità è in continua evoluzione, ma sicuramente la periodizzazione della storia ci aiuta a raccontarla ed a collocarla.

Fabrizio Russo ha detto...

E' esattamente così. La periodizzazione ci aiuta a raccontare gli eventi. Ma nel racconto bisogna dare un nome alle cose e tale nome deve essere valido pere sempre in modo da individuare inequivocabilmente quella cosa in quel periodo. Io affermo semplicemente che l'appellativo "contemporaneo" è inappropriato sotto il profilo concettuale, etimologico e semantico perchè non può essere riferito ad eventi del passato. A mio parere non si può definire contemporanea l'architettura prodotta prima degli anni settanta a meno di dover cambiare la definizione di "contemporanea" in tutti i dizionari. Il Cristal Palace fino agli inizi del '900 (dopo 50 anni dalla sua costruzione) poteva ancora essere considerato contemporaneo, oggi non più. Vista la prospettiva storica di oltre un secolo dovremmo essere in grado di dare il nome giusto a quell'evento costruttivo ed alla correne di pensiero che ha generato a seguire, evitando di usare un termine che non può essere valido in eterno. C'è molto da dire sull'argomento e, tra l'altro, scopro solo ora che non siamo mica i primi ad affrontare questo dibattito.

Pietro Pagliardini ha detto...

In effetti, non essendo uno storico dell'architettura, confesso che tutto questo interesse per la periodizzazione dell'architettura non mi sembra poi così importante. Inoltre dubito fortemente che le classificazioni storiche fatte sul presente possano superare la prova...della storia, quella cioè che giudicheranno meglio coloro che ci seguiranno perché distaccati dagli eventi in atto.
Mi sembra perciò che noi contemporanei, cioè viventi, ci potremmo limitare a classificare l'architettura non in base al tempo ma in base all'evoluzione dell'architettura stessa. In questo senso è chiaro che l'architettura degli ultimissimi anni, diciamo 10-15, è completamente diversa, nelle forme e nei "contenuti" (ammesso e non concesso ci siano) da quella precedente. L'uso quasi esclusivo del computer non più semplice strumento di lavoro ma generatore di forme è, in questo senso, uno spartiacque. Il che non significa che anche questa accozzaglia di roba non abbia radici anteriori, per me ai primi anni del secolo scorso o non abbia qualche anticipatore. La dimostrazione di ciò sta nel fatto che, ancora, c'è divisione su Le Corbusier e non a livello accademico ma a livello della professione, cioè diffuso.
Ma qui il discorso diventa lungo e, per quanto mi riguarda, di interesse assai limitato se inteso come pura discussione storica, di grandissimo interesse se inteso come valutazione delle scelte da fare.
saluti
Pietro

PEJA ha detto...

Credo che la questione che poni sia veramente centrale. Ed è significativo che gli storici facciano, giustamente, rumore sulla datazione della nascita dell'architettura contemporanea. Per quanto mi riguarda, se consideriamo per contemporaneo il periodo che si contraddistingue da certi paradigmi piuttosto che altri, direi che il "contemporaneo" nasce o dalla caduta del muro di Berlino (guarda caso intanto al MoMa davano la mostra sul decostruttivismo che sancì la vittoria del "movimento"), oppure il post 11 Settembre (e sempre nel 2001, guarda caso, c'era la mostra Not-Standard Architecture, al Pompidoù)...
Ovviamente, è sempre questione di approccio...

Pietro Pagliardini ha detto...

peja, solo una spiritosaggine: il decostruttivismo nascerebbe o con un fatto positivo (caduta del muro), o con un fatto negativo (11 settembre) o con tutti e due.
Possiamo dunque dire che il de-costruttivismo nasce con le idee confuse. Mi pareva infatti che molti architetti decostruttivisti fossero un po schizofrenici!!!
Saluti
Pietro

maurizio zappalà ha detto...

Sfido gli storiagrafi-architetti a distinguere i passaggi stilemici del Vaticano!Fatto certosinamente l'abaco e la stratigrafia, spiegatemi che piffero ce ne facciamo, noi, gli architetti CONTEMPORANEI? Non vorrei essere irriverente ma scusate il disturbo, siamo architetti o storiografi?Boh?Insomma, la storia è robba degli storici, non perdete tempo! L'architettura contemporanea, per un architetto, è quella che ha rotto le acque con il passato! e non ha bisogna di date!!!Siamo qua a discutere perchè ci troviamo in un miserabile paese di volpi(con spirito di patate!) che non sanno cosa farsene della modernità, della contemporaneità e dell'eleganza e del coragggio!

PEJA ha detto...

a Pietro: se pensi che poi per alcuni l'11 Settembre è una cosa positiva, la cosa diventa ancora più incasinata!