12 apr 2009

Il 23 maggio 09, l'evento "11 domande x 11 architetti" per promuovere l'architetttura contemporanea in Sicilia






Perchè in sicilia non si produce architettura secondo gli standard progettuali contemporanei?



Ecco alcune possibili risposte che ci siamo dati:

  • perchè nessuno lo richiede e non esiste più la cultura dell'archiettura come principio che valorizza l'uomo e i luoghi in cui egli vive e lavora (colpa dei committenti);

  • perchè i progettisti siciliani non si sforzano abbastanza, o non sono capaci, di produrre uno standard qualitativo di livello europeo (colpa degli achitetti);

  • perchè i siciliani sono ancorati a metodi costruttivi tradizionali (colpa delle imprese);

  • perchè, non solo nei centri storici, vince sempre il pregiudizio che "moderno" ed "antico" non possano convivere e che il paesaggio sia più tutelato inserendo edifici in stile "finto antico" (colpa degli Organi preposti alla tutela dei Beni Culturali)

Probabilmente tutte le risposte sono esatte..... o nessuna.

Per rispondere a simili domande e magari trovare altre risposte che possano migliorare l'attuale condizione dell'architettura siciliana, qualche mese fa abbiamo pensato ad una intervista multipla coinvolgendo alcuni giovani architetti siciliani.

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L’idea di far incontrare 11 giovani architetti siciliani che vivono all’estero o che all’estero hanno vissuto importanti esperienze formative, nasce quindi dall’esigenza di comprendere le ragioni per cui in Sicilia è difficile fare architettura contemporanea e i motivi per cui è difficile per un giovane emergere nel mondo del lavoro. Nasce così l'idea di porre 11 domande per 11 architetti al fine di indagare sullo stato di salute dell'architettura isolana , ascoltando il punto di vista di giovani colleghi che, malgrado l'arretratezza culturale della nostra isola, sono riusciti a raggiungere alcuni importanti obiettivi, operando in proprio o presso alcuni tra i più noti studi di architettura del panorama europeo. Gli itervistati racconteranno le loro esperienze, le motivazioni per cui alcuni di loro hanno deciso di lavorare altrove e le differenze culturali sulla diffusione della cultura architettonica contemporanea tra la Sicila ed il resto d'Europa.

Ecco i protagonisti:

  1. Ernesto Mistretta (Atelier Jean Nouveal - Parigi)

  2. Angelo Spampinato (Studio Arup - Londra)

  3. Francesco Moncada

  4. Claudio Lucchesi (Gruppo U.F.O.)

  5. F. Marotta e M. Basile (MAB Arquitectura - Barcellona)

  6. Lucy Giuliano (Studio Isozaki - Barcellona)

  7. Roberto Forte (Zero Archittti)

  8. Davide Cammarata

  9. Francesco Ducato

  10. Francesco Librizzi

  11. Sebastiano Amore

Grazie alla Fondazione dell'Ordine degli Architetti P.P.C. della Provincia di Catania, che ha sposato l'iniziativa diventando partner di Spazi Contemporaei nell'organizzazione dell'evento, quest'ultimo non avverrà solo "on line" mediante la pubblicazione delle interviste, ma si concretizzerà in un convegno che si terrà giorno 23 maggio 2009 al Centro Culturale ZO presso il Centro Fieristico Le Ciminiere di Catania.

Dall’analisi delle interviste vengono fuori alcuni tematiche di fondo che possono essere così riassunte:

  • Arretratezza culturale isolana nell’affrontare le sfide del futuro e generale diffidenza verso qualsiasi forma di espressione artistica che possa costituire un superamento della tradizione.

  • Difficoltà da parte delle giovani generazioni ad emergere in un mondo del lavoro che favorisce i gruppi consolidati con alti fatturati o professionisti provenienti dal mondo universitario.

  • Possibilità di esercitare la professione di architetto in un ambito sovranazionale.
In attesa dell'evento, nelle prossime settimane provvederemo a pubblicare le interviste per poi rivederci, tutti, mi raccomando, il 23 maggio per discuterne insieme.

link:

Sito ufficiale dell'evento "11 domande x 11 architetti"

Sito dell'evento 11x11 su Facebook



1 commento:

Unknown ha detto...

Cari amici designers, architetti e ingegneri, il 25 aprile inizia la sesta esperienza del Laboratorio Woz, workshop nomade che ha deciso, come fa ogni nomade, di piantare le tende in un luogo preciso, occhio del ciclone per alcuni e periferia dell’Impero per altri.

Da diversi mesi ci stiamo impegnando a proporre, all’interno di un complesso quadro esigenziale, alternative strategie di organizzazione ed evoluzione del sito scelto trovando, nelle amministrazioni locali, un sostegno ed una attenzione lodevoli.

Per far ciò abbiamo voluto interpellare un ampio spettro di professionalità inaugurando, la prima volta per il Laboratorio Woz, la pratica del workshop on line su luoghi e temi predefiniti, una sorta di consultazione allargata ma con i tempi concitati del workshop.

Una porzione dello Stretto di Messina, la cui innovazione passa, secondo molti, solo e soltanto mediante apposizione stabile di uno dei due piloni di cemento di oltre trecento metri di altezza, è il soggetto proposto che accoglie aree e ipotesi differenti.

Noi pensiamo che in quell’area già risiedano qualità ambientali, storiche, culturali, economiche, sociali che possono essere rivalutate dall’idea di una “green city” che incida sull’uso dei territori rottamando gli usi sbagliati che si fanno di questi luoghi.

WozLab, da associazione culturale, si cura dei dettagli, apparecchia la tavola, prepara alcuni ingredienti per chi andrà, poi, ad organizzarli con i propri in maniera tale da renderli appetibili e di ampia soddisfazione, soprattutto da parte di chi vive tali dettagli tutti i giorni.

Per questo vi chiediamo di appoggiare il nostro desiderio di trasformare, parte per il tutto, entro il 29 aprile prossimo, con progetti di massima che tratteggino ipotesi perseguibili e “cantierabili”, le porzioni di territorio selezionate dal bando del Laboratorio Woz.

Sul sito web dell’associazione WozLab è possibile visionare le aree di progetto (http://www.wozlab.net/woz.asp, alla sezione “woz-06”), i temi generali o i moduli per l’iscrizione (sezione Bando 2009) ovvero scrivere (network@wozlab.net) per eventuali chiarimenti.

Ed è con il vostro impegno per la qualità di tali territori e il profondo rispetto per la vita di chi li abita che vi invitiamo a collaborare con noi corroborando, attraverso la pratica del progetto, il senso delle idee che si riescono a veicolare col lavoro che abbiamo a cuore.