4 nov 2010
Bioedilizia con tinte naturali Premiate a Rimini le vernici ideate a Guspini (CA)
Al progetto hanno partecipato due aziende di Guspini, una di Nule e un'altra di Oliena. Oggi a Rimini riceveranno l'ambito riconoscimento assegnato da una giuria nazionale.
Sono ancora poche le imprese sarde che investono sul rispetto e la tutela delle risorse con produzioni ecocompatibili. Guidate da imprenditori coraggiosi, hanno avviato in sordina un'inversione di marcia investendo su biologico ed ecocompatibile. Una di queste è l'Edilatte di Guspini, produttrice di materiali per l'edilizia, che questa mattina a Rimini riceverà “Il premio sviluppo sostenibile 2010” per “aver saputo coniugare qualità ambientale e competitività industriale”.
IL PREMIO Il riconoscimento è istituito dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile con la collaborazione di “Ecomondo-Rimini Fiera” e l'adesione del presidente della Repubblica. Dieci le aziende di tutta Italia che sono state giudicate in base all'efficacia dei risultati ambientali raggiunti, al contenuto innovativo del processo produttivo, ai risultati economici conseguiti e alla possibilità di diffusione in Italia del prodotto.
LA DITTA L' “Edilatte” produce tinte, pitture murali, malte, intonaci, materiali coibentanti e isolanti e tanti altri prodotti per l'edilizia.
L'iniziativa è stata realizzata senza denaro pubblico, con la sola forte unione e sinergia di competenze tra gli imprenditori Oscar Ruggeri e Daniela Ducato di Guspini, i fratelli Crabolu di Nule e Bastiano Ghisu di Oliena. «C'è stata anche la collaborazione dell'architetto Silvano Piras e il contributo di diversi esperti di progettazione, del collegio degli imprenditori edili della Sardegna e della Camera di commercio di Cagliari», afferma Oscar Ruggeri.
La “Edilatte” realizza i suoi prodotti con componenti naturali al centro per cento e con consumo nullo di acqua. «Sono tutti eccedenti del surplus agricolo, alimentare, apistico, oleo-vinicolo, lattiero caseario e boschivo», aggiunge Daniela Ducato.
IL PROCEDIMENTO La lavorazione degli elementi base, che sono oltre trecento, ottenuti con zero consumo di suolo e di risorse idriche, avviene in buona parte a crudo, con lentissima maturazione e ventilazione naturale. Per alcuni prodotti segue poi la stagionatura a secco dentro sfoglie di lana di pecora o in guscio di terra. Il riutilizzo di sottolavorazioni e le lavorazioni a crudo offrono vantaggi immediati: consumo energetico nullo, non si producono scorie, indipendenza dal mercato e da fonti di energie non rinnovabili, facilità di approvvigionamento del materiali eccedenti che in molti casi comporterebbero costi elevati di smaltimento.
IL RICICLO «Si pensi ad esempio ai reflui inquinanti della lavorazione del formaggio, dell'olio di oliva, del vino o ai rifiuti speciali vegetali, quali gli scarti di piallatura di legni altamente tanninici che non possono essere trasformati in pellet», evidenzia Daniela Ducato. «Grazie all'innovazione free water senza acqua aggiunta, hanno imballaggi con volumi ridottissimi. Ridotti fino al settanta per cento, quindi con enormi vantaggi nei costi di trasporto, che per un imprenditore sardo non è di poco conto», sottolinea Oscar Ruggeri.
L'ESPERIENZA I produttori di Guspini e i fratelli Crabolu di Nule non sono alla loro prima esperienza nel campo della biodiversità. Hanno già un'altra azienda: la “Edilana”. Produce un materiale naturale realizzato con scarti di pura lana vergine di pecore sarde. «Il pelo della lana - ha spiegato Luciano Morselli, ordinario di Chimica dell'ambiente all'Università di Bologna e responsabile scientifico di “Ecomondo” - è naturalmente ricco di cheratina e di lanolina, componenti fondamentali per creare un ottimo isolante, fonoassorbente, idrorepellente e antimuffa». L'ideale per isolare tetti, muri e controsoffitti.
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