21 lug 2008

Jean Prouvé, La Poetica dell'Oggetto Tecnico.

Uno spazio per mostre temporanee all'Ara Pacis, anzi sotto l'ara pacis! Dal 20 Giugno al 14 Settembre 2008, trovate l'esposizione dell'opera di Jean Prouvé (1901-1984), uno dei protagonisti del design e dell'architettura moderna: Roma lo ospita nello spazio del Museo dell'Ara Pacis di Richard Meier, che per la sua commistione tra antico e moderno rappresenta la sede ideale. Jean Prouvé è, infatti, un artista che ha percorso il secolo scorso con la sua capacità di legare artigianato ed imprenditorialità del lavoro, design e architettura. Uno stile in cui l'aspetto puramente formale del design assume un ruolo secondario per lasciare il posto all'utilità degli oggetti, alla loro economicità e all'uso ragionato dei materiali.
Prouvé iniziò a lavorare in qualità di fabbro ferraio, dunque con una conoscenza acquisita sull'esperienza e attraverso la continua ripetizione e la copiatura. Preferì a tutto la lamiera sottile, piegata e stampata, plasmata e smussata.
Di grande effetto, secondo me, i modelli e i prototipi che, esposti in pochi metri quadri della sala, fanno dell'oggetto e del particolare costruttivo una vera "poesia". Sedie, poltrone, tavole, scrivanie, banchi di scuola, letti e lampade, bizzarri elementi architettonici da lui ideati, e numerosi modelli di architetture post industriali. In mostra i pezzi più importanti realizzati dal francese, tra cui un raro esemplare della poltrona reclinabile Grand Repos del 1930.
La mostra attuale è in realtà rivisitata e ampliata rispetto alla stessa tenutasi l'anno scorso nella Mairie di Boulogne-Billancourt, a Parigi.

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