13 lug 2008

Sarà di cemento trasparente il padiglione italiano all'EXPO' 2010 di Shangai

Tra i 65 progetti presentati per il concorso per il padiglione italiano all'Expo di Shangai 2010, la Giuria ha scelto il progetto realizzato dal raggruppamento guidato dall'Arch. G. Imbrighi, a cui è assegnato un premio di € 50.000. Secondo e terzo posto rispettivamente allo Studio Valle e all'Arch. Massimiliano Brugia, a cui sono stati attribuiti rimborsi spese per 10.000 e 5.000 euro.
Grazie all'incontro organizzato da Inarch Sicilia lo scorso 1o luglio il pubblico catanese ha avuto la possibilità di conoscere tutti e tre i progetti descritti e raccontati dai rispettivi autori in anteprima nazionale.
Al di là del giudizio formale sulle tre proposte, credo che la vittoria di Imbrighi sia in gran parte dovuta all'utilizzo di un materiale nuovo che non è ancora stato consacrato dallo starsystem internazionale in un opera di prima grandezza. Si tratta del cosiddetto "cemento trasparente", un brevetto dell'Architetto Ungherese Áron Losonczi per LiTraCon (LitraconLight-Transmitting Concrete) a cui abbiamo già dedicato un post qualche mese fà. Vista la crescente curiosità sulle caratteristiche di questo nuovo materiale, vediamo un pò di cosa si tratta. per leggere il resto del post clicca su "read more"
Light Trasmitting Concrete è un conglomerato cementizio che ingloba fibre ottiche in una percentuale del 4%. Attualmente viene prodotto in blocchi prefabbricati di 60x30 cm con un'altezza variabile (a richiesta) da 25 a 500 mm. I colori disponibili al momento sono solo 3: bianco, grigio e nero. Come si presenta? Sono mattoni che, se posti contro luce, lasciano filtrare la luce naturale o artificiale indipendentemente dallo spessore.

Grazie alle fibre ottiche le ombre vengono trasmesse e sulla superficie si delinea il profilo degli oggetti (o delle persone) che si trovano sul lato esterno. Il mix di componenti può essere regolato a seconda delle esigenze e adattato ad hoc per lo specifico progetto. Il costo di produzione ancora molto alto, i tempi di produzione sono elevati e gli elementi attualmente in produzione hanno spessore ancora ridotto. Difficile forse che divenga un prodotto standardizzato di massa e su larga scala, quanto piuttosto è più probabile che imparando ad utilizzarlo, essendo flessibile nella produzione, si adatti di volta in volta a soddisfare diversi modelli di trasparenza richiesti dai progettisti.

in parte tratto da un post di V. Dal Buono "architetturadipietra"

3 commenti:

Brontese ha detto...

Ricordo che qualche anno fa lessi con gran stupore tale notizia. In quell'occasione pensai alle vecchie costruzioni dove veniva utilizzato l'alabastro, una pietra che se tagliata sottile, permetteva il passaggi odella luce. Progetto molto innovativo; ma mi: vengono evitati i ponti termici? Un'intera struuttura realizzata in questo modo, puo dare problemi di dispersione termica?
FURNITTO.COM

maurizio zappalà ha detto...

...2010...

Fabrizio Russo ha detto...

...oops!
grazie.