“L’architettura è un’arte corsara, è un mestiere di invenzione e di avventura, non solo fisica ma anche dello spirito”. È questo il messaggio che Renzo Piano ha trasmesso ai numerosi partecipanti della Lectio Magistralis organizzata in occasione di Cersaie 2009 di Bologna lo scorso 01 ottobre.
Cosa significa “Fare architettura”? L’architetto genovese ha risposto al quesito ripercorrendo quasi cinquant’anni di carriera attraverso una serie di fotografie che ha ritenuto più significative per spiegare il senso fondamentale da attribuire all’architettura.
“Fare architettura – spiega Piano – vuol dire partire dal senso della necessità. Ma non è solo l’arte di costruire, è anche quella di celebrare, di rappresentare. Nell’architettura il mondo pragmatico del fare e quello immaginifico si confondono poiché la necessità si confronta con l’aspetto poetico, e cioè con il desiderio di esprimersi”. Perchè un edificio non risponde soltanto a criteri tecnici o tecnologici, ma celebra al tempo stesso aspirazioni e desideri. Di qui l’appello ironico che non ha avuto difficoltà nell’incontrare il consenso di un pubblico decisamente divertito: “Bisogna uscire dall’intorpidimento del priapismo mediatico, dall’ansia di prestazione. La forza dell’architettura è dettata dalla chiave poetica, oltre a quella scientifica”.
L’architettura è sfida dell’ingegno, dell’esplorazione. Per questo ai giovani aspiranti architetti Piano suggerisce di viaggiare, osservare, per prendere dal mondo. L’architettura è per lui arte; un’arte di frontiera, un’arte corsara perché c’è una rapina a viso scoperto, e quindi un’arte contaminata. È l’arte di chi accetta di correre rischi, di correre il mondo. Piano ha quindi invitato i partecipanti ad accompagnarlo nel viaggio attraverso questa corsa. E lo ha fatto illustrando le immagini di diverse opere realizzate nel corso degli anni. Ha mostrato soprattutto cantieri, proprio con l’obiettivo di far vedere non l’architettura, ma il fare architettura.
“Un bravo architetto – spiega – deve essere un antropologo, deve saper ascoltare. E l’arte dell’ascolto non è solo nei confronti delle persone, ma anche dei luoghi”. Per scoprire, per esempio, come certe geografie, e determinate topografie, o materiali preesistenti contengano già in germe caratteri architettonici ben definiti.
Per Piano costruire un edificio è “come attraversare il far west”: pericoli e situazioni impreviste sono sempre in agguato, ma il risultato finale è tanto più grande se oltre a costruire qualcosa di utile si può cambiare il mondo.
“Creare è un pò come guardare nel buio – conclude Piano citando Yourcenar – bisogna avere il coraggio di guardare nel buio senza scappare”.
(tratto da archiportale)
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