Riportiamo di seguito per intero il post pubblicato da "amate l'architettura" il movimento per l'architettura contemporanea gemellato con la nostra associazione culturale
Il Consiglio dei Ministri ha recentemente approvato il Disegno di Legge - collegato alla finanziaria - in materia di semplificazione dei rapporti tra Pubblica Amministrazione e cittadini, ora finalmente la politica ha ribadito con chiarezza quello che gia' avevamo cominciato a capire con il codice degli Appalti: 'IL PROGETTISTA IN ITALIA NON SERVE PIU' A NIENTE'. A questo punto abbiamo il dovere, noi architetti, di far sentire la nostra voce, inondiamo di mail il Ministro Brunetta r.brunetta@governo.it L'art. 7 del DDL sostituisce l'art. 6 del Testo Unico dell'edilizia n.380 del 6/06/2001, l'argomento e' l'attivita' edilizia libera, in pratica si liberalizzano gli interventi di manutenzione straordinaria. Per intenderci, d'ora in poi, il proprietario di un appartamento potra' eseguire lavori interni di qualsiasi tipo senza rivolgersi ad un tecnico e senza fare alcuna comunicazione all'Amministrazione. La cosa che piu' sorprende e' che il comma b stabilisce che gli interventi sono liberi sempre che non riguardino le parti strutturali dell'edificio, mi sembra che non faccia una piega, dato che tutti i proprietari di immobili sono laureati in scienza delle costruzioni e quindi sanno benissimo se l'intervento riguarda le parti strutturali dell'edificio. Ricordo che il 'grande' prof. Michetti diceva: 'ci sono edifici nel centro storico di Roma che stanno in piedi grazie alla carta da parati', mi sembra evidente che le problematiche di ogni edificio siano complesse e non sempre e' cosi' facile stabilire la pericolosita' di un qualsiasi intervento, anche lo spostamento di un tramezzo. Il crollo di via Jacobini a Roma qualcosa dovrebbe averci insegnato, da li e' nato il fascicolo del fabbricato che aveva un importanza fondamentale soprattutto nel conoscere e monitorare qualsiasi intervento di modifica di un edificio, si sa la fine che ha fatto l'istituzione del fascicolo, ora si vuole andare oltre liberalizzare senza alcun controllo da parte di un Amministrazione eliminando la figura del progettista e direttore dei lavori. Credo che tutto cio' sia di una gravita' inaudita, e badate bene qui non si tratta di una difesa corporativa della nostra categoria, ma di un problema di sicurezza di noi tutti. Il ministro Brunetta dove abita ? se per caso abitasse in un palazzo dove l'inquilino del piano di sotto facesse dei lavori di manutenzione straordinaria eliminando una parte strutturale, sarebbe contento il ministro di precipitare nel vuoto? Chiediamo alla politica di essere seri, ma si puo' essere seri scrivendo una legge in cui si dice che: 'l'attivita' edilizia e' libera salvo piu' restrittive disposizioni previste dalla disiplina regionale e comunque nell'osservanza delle prescrizioni degli strumenti urbanistici comunali e nel rispetto delle altre normative di settore aventi incidenza sulla disciplina dell'attivita' edilizia e, in particolare, delle norme antisismiche, di sicurezza, antincendio, igienico sanitarie, di quelle relative all'efficienza energetica nonché delle disposizioni contenute nel decreto legislativo 22 gennaio 2004, n.42 e successive modifiche'. Ma chi puo' stabilire se tutti i requisiti di cui sopra sono rispettati se non il professionista e allora perché bisogna comunicare il nome dell'impresa e non quella del tecnico? Proviamo a farci rispondere dal Ministro, per queste ragioni abbiamo scritto a Brunetta come del resto ha gia' fatto l'Ordine degli Architetti PPC di Roma e provincia, (vedi link). A proposito ma in tutto cio' cosa fa il Consiglio Nazionale degli Architetti? Forse dorme? Pertanto invitiamo tutti a scrivere al Ministro Brunetta, facciamo sentire la nostra voce: r.brunetta@governo.it oppure su facebook lettera aperta al Ministro Brunetta Prof. Renato Brunetta Ministero per la Pubblica Amministrazione e l'InnovazionePalazzo VidoniCorso V.Emanuele II 00186 Roma Gentile Ministro, Siamo seriamente preoccupati dall'art. 7 del DDL in materia di semplificazione dei rapporti della Pubblica Amministrazione con cittadini e imprese …, si sostituisce l'art. 6 del Testo Unico dell'edilizia n.380 del 6/06/2001, l'argomento e' l'attivita' edilizia libera, in pratica si liberalizzano gli interventi di manutenzione straordinaria. Siamo i primi ad affermare che bisogna combattere la burocrazia nella Pubblica Amministrazione, ma la strada giusta non e' certamente quella di eliminare la certificazione del tecnico. La cosa che piu' sorprende e' che il comma b stabilisce che gli interventi sono liberi, sempre che non riguardino le parti strutturali dell'edificio, ma il governo ritiene che tutti i proprietari di immobili siano in grado di stabilire se l'intervento riguarda le parti strutturali dell'edificio o meno ? Le ricordo che il noto prof. Michetti, (uno dei piu' grandi strutturisti italiani), diceva: 'ci sono edifici nel centro storico di Roma che stanno in piedi grazie alla carta da parati', mi sembra evidente che le problematiche di ogni edificio siano complesse e non sempre e' cosi' facile stabilire la pericolosita' di un qualsiasi intervento, anche lo spostamento di un tramezzo. Il crollo di via Vigna Jacobini a Roma nel 1998 causo' la morte di 27 persone, qualcosa dovrebbe averci insegnato, da li e' nato il fascicolo del fabbricato, che aveva un importanza fondamentale soprattutto nel conoscere e monitorare qualsiasi intervento di modifica di un edificio, ma la politica ha deciso che non serviva, i cittadini bisognerebbe tutelarli da vivi non piangerli da morti. Ora si vuole andare oltre, liberalizzare senza alcun controllo da parte di un Amministrazione eliminando la figura del progettista e direttore dei lavori. Credo che tutto cio' sia di una gravita' inaudita, e Le ricordo che non vogliamo fare una difesa corporativa della nostra categoria, ma esprimiamo la nostra reale preoccupazione per difendere la sicurezza di noi tutti. Chiediamo alla politica di essere seri, ma si puo' essere seri scrivendo una legge in cui si dice che:'l'attivita' edilizia e' libera salvo piu' restrittive disposizioni previste dalla disiplina regionale e comunque nell'osservanza delle prescrizioni degli strumenti urbanistici comunali e nel rispetto delle altre normative di settore aventi incidenza sulla disciplina dell'attivita' edilizia e, in particolare, delle norme antisismiche, di sicurezza, antincendio, igienico sanitarie, di quelle relative all'efficienza energetica nonché delle disposizioni contenute nel decreto legislativo 22 gennaio 2004, n.42 e successive modifiche'; chi puo', secondo Lei, stabilire se tutti i requisiti di cui sopra sono rispettati se non il professionista e allora perché bisogna comunicare il nome dell'impresa e non quella del tecnico? Certi della Sua sensibilita' per le problematiche esposte, la ringraziamo per l'attenzione e siamo in attesa di un suo cortese riscontro. Cordiali Saluti amate l'architetturaMovimento per l'architettura contemporanea
tratto da www.amatelarchitettura.com
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