21 giu 2008

A Miami "Studio Oppenheim" promuove l'architettura sostenibile

In occasione di un recente viaggio a Miami, ho indagato sui maggiori protagonisti della produzione architettonica contemporanea in Florida. A quanto pare uno studio spadroneggia su tutti sia per la qualità delle opere realizzate che per la loro diffusione su tutta la costa atlantica degli Stati Uniti. (per leggere il resto del post clicca su "read more")...

Si tratta di Chad Oppenheim giovane e intraprendente architetto che dirige uno studio con più di 30 architetti. Al suo attivo diversi edifici , tra cui alcuni grattacieli, nei quali si evidenzia una profonda ricerca nell'utilizzo di nuovi materiali e nuove tecnologie finalizzate ad una progettazione che integri architettonicamente i sistemi per la produzione di energia. Proprio l'attenzione alla ecosostenibilità dei suoi progetti rende Hoppenheim una rara e promettente eccezione nel panorama americano nel quale, fino ad oggi, non si avvertono molti esempi di architetture sensibili alle direttive del protocollo di Kyoto.

Tra i progetti più recenti emerge quello per il "COR Building" un eco-grattacielo che cambierà lo skyline del Design district di Miami, già famoso per l'architettura decò degli anni venti più che per le recenti realizzazioni contemporanee. Il progetto, ralizzato anche grazie alla consulenza in campo energetico di Buro Happold, ed in ambito strutturale di Ysreal Seinuk, incorpora sia residenze che uffici che spazi commerciali ed integra teconogie pulite con l'uso di turbine eoliche pannelli fotovoltaici e pannelli solari per la produzione di acqua calda. L'elemento chiave del progetto è il desgin delle facciate, caratterizzato da una serie di fori il cui diametro cresce progressivamente approssimandosi alla vetta al fine di evidenziare il graduale alleggerimento delle masse. Attraverso i fori il sole irraggia la parete fotovoltaica ed il vento aziona una serie di pale eoliche collocate algi ultimi livelli dell'edificio appositamente pensati a cielo aperto.



9 commenti:

Brontese ha detto...

Ormai è inevitabile! dobbiamo riuscire a proporre, o meglio ci proveremo, si spera con l'aiuto di finanziamenti statali, edifici che abbiano le migliori prestazioni energetico-ambientali, in particolare:
Fotovoltaico;
Emissioni nocive nulle;
R.S.U. assenti;
Se riusciremo in questo, si avranno benefici futuri non solo per i singoli edifici, ma anche per le città nella loro complessità.
FURNITTO.COM

Pietro Pagliardini ha detto...

Non credo affatto sia inevitabile è solo obbligatorio per legge. In entrambe i casi dobbiamo proprio progettare groviera giganti?
Con pochi giri di parole a me quel progetto sembra un cartone animato (Dragon Ball?)divenuto realtà.
Mancano le sfere ma per quelle bisogna cercare a Dubai. Dentro quell'edificio immagino si aggirino le lingue animate della mia amata Coca Cola, più che gli "umani"
saluti
Pietro

Brontese ha detto...

le corbusier diceva di gaudi: "l'attegiamento moderno sta nel fatto di volersi misurare con l'impossibile". non faccio paragoni stupidi con il "genio", ma mi sembra eccessivo paragonarla ad un'architettura per cosi dire disneyana. a me non piace personalmente, ma certo è che non mi sento di "censurare" ogni tentativo di approccio diverso, da quelli "convenzionali", non sono nessuno per fermare ogni possibilità d'arte o espressione, quello che Semper chiamava "stile".
FURNITTO.COM

PEJA ha detto...

Trovo quell'edificio commuovente per ricerca formale applicata al tecnologico avanzato! L'idea che il fotovoltaico sia una chimera sta prendendo finalmente piede tra gli architetti: garantiti per solo 15 anni, successivamente sarà impossibile mantenerli in attivitità: ed il silicio si sà, non è ne recuperabile, ne riciclabile. Tra l'altro è cancerogeno...
Lunga vita alle groviere dragonball's style allora!

www.piliaemmanuele.wordpress.com

Fabrizio Russo ha detto...

Il punto non è se pice o non piace.
La novità consiste nel fatto che oltre ai criteri progettuali legati alla struttura, alla funzionalità, alla bellezza, al costo, alla soddisfazione dei bisogni dell'uomo in generale, si aggiunge anche la sostenibilità dell'edificio.
Il fotovoltaico e l'eolico con come "elemento aggiunto" o "plusvalore" del progetto ma come elemento/criterio che, al pari degli altri, condiziona a livello compositivo il risultato finale.
L'esempio del COR building, piaccia o no, rappresenta a mio parere un raro esempio di integrazione totale delle varie fonti energetiche con l'edificio stesso. Questa è la novità. Ed è ancora più importante segnalare che questo accade in un America che fino ad ora ha totalmente sottovalutato questi aspetti. In un'America in cui entrambi i candidati alla Presidenza si fanno campagna elettorale urlando (finalmente) "Salviamo il pianeta".
Dovremmo sapere cogliere questi segnali e non limitarci a giudicare solo il bello ed il brutto anche perchè, come tutte le novità c'è bisogno più tempo per fare una valutazione obiettiva. Tra qualche anno, potremmo meglio riconoscere se il "groviera di Dragon Ball" ha anticipato i tempi o è solo comparso nella serie dei Simpson come nuovo oggetto-simbolo di Miami.
Personalmente la mia equazione di giudizio è la seguente: Mi piace il criterio progettuale = Mi piace il progetto.

Pietro Pagliardini ha detto...

Io non giudico il bello e il brutto perchè questo giudizio va benissimo per un soprammobile di casa ma è un pò riduttivo per la casa (poi, sintetiticamente, è chiaro che il primo giudizio è comunque: bella o brutta).
Credo tuttavia di avere capito cosa intende Fabrizio: se il criterio di progettazione è la sostenibilità dell'edificio quell'edificio risponde alla domanda in maniera intelligente. Cioè la forma segue la funzione.
La domanda che pongo è: ma la funzione è giusta o meglio è reale? Dichiaro apertamente di non appartenere al filone del catastrofismo ambientale ma, anche se vi appartenessi, mi domanderei perchè proprio sulle abitazioni si è concentrata questa storia delle fonti rinnovabili. Il problema energetico esiste ma perchè deve essere risolto stravolgendo i modelli delle residenze? Costringere (perchè di fatto ci costringono) a modificare le nostre case è una forma di violenza terribile che presuppone un "credo", una "fede" ambientalista, un'ideologia che, uno dei fondatori di Greenpeace pentito chiama "il nuovo comunismo". L'uomo ha bisogno di credere in qualcosa e, essendo cadute tutte le ideologie del XX secolo, si assiste al ritosrno della fede religiosa, da una parte, e di una fede laica che è l'ambientalismo. Tra le due preferisco la prima, perchè mette al centro l'uomo, mentre per la seconda l'uomo è cattivo e la natura buona (dico questo a prescindere dal fatto che io abbia fede).
Quanto al grattacielo sostenibile se ti interessa ho pubblicato oggi un post ironico proprio su questo.
(PS su quel progetto vorrei sapere come hanno risolto il problema del rumore del vento delle pale!!!).
Pietro

Brontese ha detto...

solo per una questione di risparmio sia economico che sociale. non si pensa di piegarsi a nessuna ideologia, investire prima qualcosa in piu per recuperla dopo. gli architetti del progetto in questione credo che a prescindere dalla sostenibilità energetica, avrebbero dato comunque quella forma. vi chiedo; la sostenibilità energetico-ambientale influisce piu di tanto sulla forma? è solo buon senso.
FURNITTO.COM

Fabrizio Russo ha detto...

per brontese: Non credo che la forma sarebbe stata la stessa. Tutti e 4 i prospetti degli ultimi livelli hanno micropale eoliche integrate nella facciata. Credo che l'idea del "groviera" sia nata proprio lì e poi sia stata estesa su tutte le facciate.
per Pietro (ma si! diamoci del tu!): Credo che il problema della rumorosità delle pale eoliche è stato sempre una scusa del fronte del "no". Comunque a giudicare dalle foto sembrano micropale, tipo quelle che in Gran Bretagna vendono già con il kit di montaggio fai da tè per illuminare gratis il giardino. Hanno diametro non superiore ai 2.5 mt e non credo che siano molto rumorose. Anche se lo fossero, come in tutte le cose, i problemi si affrontano anche sperimentando le soluzioni, ma se nessuno comincia "rischiando", nessuno potrà continuare "risolvendo".

Pietro Pagliardini ha detto...

Sono assolutamente convinto che la forma di questo progeto derivi esattamente dalla scelta delle pale eoliche; se così non fosse (ma mi sembra improbabile)allora l'architetto sarebbe da internare.
Direi che l'architettura con fonti rinnovabili è influenzata dall'aspetto tecnologico: tetti a spiovente orientati a sud, facciate continue nere come il carbone, pensiline e frangisole porta pannelli fotovoltaici, ecc. Questo vale dappertutto, a maggior ragione in Italia dove il prezzo che viene riconosciuto per l'energia è tanto maggiore quanto più il fotovoltaico è integrato.
Inoltre credo che, in assenza di idee nuove (perchè cercare idee nuove, francamente non so), sta nascendo un'estetica del rinnovabile.Pensa al bosco verticale di Boeri che non si basa sul rinnovabile ma sugli alberi (il concetto è sempre lo stesso)!
Speriamo non nasca anche un'estetica dell'energia atomica, altrimenti sai le torri di raffredamento che scapperanno fuori!