29 feb 2008

I tetti di Innsbruck


Una architettura tra le più belle d’Europa. Innsbruck è il Capoluogo del Tirolo in Austria con circa 135.000 abitanti. Le sue origini sono molto antiche. Nel corso dei secoli, la città passò sotto numerose giurisdizioni, dai romani fino agli Asburgo, dove ebbero il periodo di massimo splendore economico. Oggi la città gode di una fama mondiale come città congressuale, sportiva e culturale, e i suoi abitanti hanno una qualità abitativa e di vita fra le più elevate d’Europa…. Eppure ( !!! ) hanno realizzato molte strutture di Architettura contemporanea nel pieno rispetto del passato. Basta visitarla per rendersene conto. Quello che più mi ha colpito sono le infinità di tetti giardino che oltre a dare una immagine di bellezza sempre verde alla città, fanno riflettere su come il tetto possa offrire la possibilità di sfruttare uno spazio di cui noi spesso ci priviamo e di aumentare la longevità del tetto stesso. Per non parlare del contributo nella riduzione dei gas a effetto-serra.

28 feb 2008

Campagna contro "lo stile siciliano"


Leggendo tra i vari annunci immobiliari, mi è capitato spesso di leggerne alcuni riguardanti la vendità di case "in stile siciliano".
Convinto che tale attributo riguardasse esclusivamente antiche ville ottocentesche o vecchi palmenti , ho scoperto, tristemente, che così venivano definite anche moderne costruzioni adornate da finti stipiti in pietra, rivestite da sottili strati di pietra lavica e coperte da nuovissimi coppi siciliani.
Riflettendo su questa "scoperta", da un lato, sono orgoglioso nel vedere rivivere questi spledidi edifici storici, dall'altro ho vergogna nel constatare la difficoltà con cui non si riesce a proporre nulla di nuovo in Sicilia, se non che una volgare imitazione del passato.

Un popolo che guarda solo al passato non potrà mai avere un futuro.
Per questo motivo dico basta a:
i finti capitelli,
agli archi in salotto,
alle balaustre in balcone,
ai balconi "a giro",
alle scale faraoniche",
agli edifici multipiani, per figli e nipoti,
ai prospetti senza intonaco,
ai bagni per "per l'ospite"
e alla cultura del "..e che c'è bisogno dell'architetto per fare una casa!"

24 feb 2008

Fotografie di "Non Architetture"

L’Associazione Nazionale Ingegneri Architetti Italiani ANIAI _ Campania indice il Concorso di Fotografia di Architettura “Demoliamoli” alla sua 1° edizione: il concorso ha una giusta finalità…. “Le fotografie dovranno ritrarre le brutte architetture di cui si intende proporre, provocatoriamente, una immediata demolizione. Le opere oggetto delle fotografie devono obbligatoriamente essere localizzate nel territorio regionale campano”. Perché non organizzare una iniziativa simile per la Regione Sicilia!!!

Per informazioni sul Concorso:

www.aniaicampania.com - www.archiviofotograficoparisio.it Scadenza 30 Marzo 2008

A proposito di scempi leggete anche: http://archivio.panorama.it/cultura/articolo/idA020001021930.art

A proposito di scempi leggete anche: http://archivio.panorama.it/cultura/articolo/idA020001021930.art

Calatrava e il ponte di Venezia

Premesso che sono un fanatico di Calatrava, per due motivi, primo perchè ha saputo innovare in maniera intelligente il linguaggio archiettonico degli ultimi 30 anni e poi perchè è riuscito a sintetizzare nelle sue opere le istanze archiettoniche e quelle ingegneristiche.
Detto questo, volevo parlare di Calatrava, in merito al costruendo Quarto ponte che collegherà la stazione di Santa Lucia con Piazzale Roma, per dimostrare quanto sia difficile fare archiettura contemporanea in Italia.

Dopo anni ecco il risultato: tempi e costi dell'opera triplicati, polemiche da parte del mondo accademico e della città, infine scelta di una impresa inadeguata, la quale ha presentato, nel corso dei lavori, riserve per oltre 7 milioni di euro, mentre il costo iniziale dell'opera era di 5 milioni di euro. Per illustrare meglio tali vicende riporto qui di seguito alcune opinioni di semplici persone e di tecnici trovate in rete:

per la citta':

"Il ponte di Calatrava è una vergogna. 14 milioni di euro spesi per un obrobrio che non centra con tutto il contesto. Abbiamo già avuto in passato esempi di arte non degna di venezia, come la facciata del bauer o del daniel excelsior. Se proprio si doveva fare un ponte, non si poteva fare qualcosa di simile al resto?
Oltretutto, prima di fare questo ponte, non si poteva risolvere il problema che un veneziano che si deve recare a mestre, ci mette un'oretta?? La viabilità era una priorità, non questo ponte costosissimo! Vergogna"

per la categoria Architetti /Ingegneri:

"Questo ponte non può essere considerato accessibile e come tale - così com'è - non si deve realizzare, per questioni simboliche, etiche, estetiche, di principio e di rispetto della normativa vigente:
per la cultura progettuale del terzo millennio l'accessibilità è un requisito qualitativo e funzionale dell'architettura: un progetto esemplare come questo non può permettersi di eludere tale tema


la legislazione vigente non prevede "deroghe" per opere di questo tipo adducendo come motivazione unica l'unicità del luogo in cui si opera. Il territorio italiano è diffusamente connotato da innumerevoli valenze storico-artistiche e monumentali, e tale atteggiamento potrebbe costituire un pericoloso precedente a cui fare riferimento per successivi interventi a Venezia o nelle molte città storiche del nostro Paese
deve essere superato un approccio che vede nel servoscala una soluzione di utilizzo semplice e
immediato. Il servoscala non è una soluzione tecnicamente valida (l'esperienza stessa dell'adeguamento di alcuni ponti esistenti a Venezia ha dimostrato come queste apparecchiature, installate all’aperto, in presenza di un ambiente salmastro, non siano in grado di garantire la necessaria affidabilità, autonomia e sicurezza) oltre ad essere stigmatizzante ed emarginante sotto il profilio psicologico

la rilevanza dell’opera e del suo autore sono tali da rendere il nuovo ponte un riferimento per i progettisti (soprattutto i più giovani), i quali potrebbero intendere che il requisito dell’accessibilità possa essere opzionale, se anche ‘un grande’ l’ha elusa (si ricorda che a settembre Calatrava è stato insignito del riconoscimento ‘Leonardo Da Vinci Medal’ con motivazioni che includono, fra le altre, "l’alto valore educativo delle realizzazioni")

è infine banale ricordare - ma forse sfugge ai più - che si tratta di un ponte pedonale (ovvero di un’opera che sottende un' ’intimità’ con l’utente, la possibilità che possa essere vissuta ed interpretata come luogo d’incontro, punto panoramico, etc..)"

Come al solito c'è chi la vuole "cotta" e chi la vuole "cruda", ma io mi chiedo: "ma non saranno solo invidiosi?"
Piuttosto mi piacerebbe alla fine verificare come l'architetto/ingegnere spagnolo riuscira' a risolvere i problemi gia' emersi nel ponte di Bilbao riguardo alla scivolosita' del vetro.

22 feb 2008

Incarichi all’asta: chi offre di meno?

Con l'entrata in vigore della nuova normativa sugli affidamenti di incarichi, anche la progettazione per conto di enti pubblici è condizionata in modo enorme dallo sconto offerto dal professionista. E' ovvio che nella maggior parte dei casi e con le dovute e rispettabili eccezioni, ciò significa che la qualità del servizio offerto diminusce proporzionalmente alla parcella.
Mi è già capitato diverse volte nel corso dell'ultimo anno di contrattare il costo di una progettazione nè più nè meno come avrei fatto io stesso con per acquistare il pesce al mercato. Il principio è più o meno lo stesso: c'è sempre una bancarella vicina che ti offre "quasi" la stessa cosa ad un prezzo minore e più tempo passa meno costa il prodotto. Il principio è giusto e per la verità ne condivido le finalità perchè mira a creare più occasioni ai giovani e ad instaurare un mercato di libera concorrenza coerentemente a quanto accade in europa. Il problema è che in Italia, nel meridione in particolare, non esiste la cultura dell'architettura contemporanea ed è quanto meno estenuante convincere il proprio committente (pubblico o privato) che spendere qualcosa in più per una maggiore ricerca compositiva non è una cosa inutile "da architetti filosofi" ma un valore aggiunto di cui si coglieranno i benefici forse solo un pò più in là nel tempo.

Per desiderare bisogna prima vedere

Sono finalmente arrivato a dedurre che uno dei principali motivi per cui la cultura architettonica contemporanea nel meridione fatica ad essere recepita è dovuto alla pessima capacità di gestire il cambiamento. Il privato che si ristruttura casa, la immagina e la sogna come quelle belle case antiche perchè non passano mai di moda. Il sindaco che deve cambiare volto ad una piazza preferisce andare "sul tradizionale" perchè ciò garantisce un effetto più sicuro in termini di consenso popolare.
Forse aveva ragione Hannibal Lechter nel celebre film Il silenzio degli innocenti quando spiegava all'investigatrice interpretata da Jodie Foster che per desiderare qualcosa bisogna prima vederla. Cosa vediamo in sicilia che ci entusiasma e ci piace? Distese di tetti con coppi siciliani, splendide facciate barocche con capitelli e riccioli ovunque. Non che ci sia nulla di male in questo, anzi ben venga la diffusione della cultura della conservazione del patrimonio storico, ma quantomeno l'utente medio dovrebbe saper distinguere tra centri storici e periferie; tra immobili veramente antichi e condomini abbelliti con fronzoli vitruviani... e putroppo ciò non sempre accade. Poi capita che un siciliano visiti Berlino o New York e allora si sprecano frasi tipo "li si che sanno costruire cose avveniristiche" oppure "quì non siamo cosa di fare cose moderne" in perfetto stile autocommiserativo. Dopo qualche settimana la stessa persona che dovrà impreziosire la villetta in costruzione, chiederà all'architetto di inserire cornici ed archi in stile siciliano. Non possiamo dargli torto, non abbiamo molti esempi di Architettura moderna che siano "condivisi" dalla gente e non solo dai colleghi architetti.
Nelle immagini due progetti di "FRA Studio"

21 feb 2008

Architettura e Sostenibilità



Tra poche settimane scade il termine (7/3/08) per poter partecipare alla selezione per il London Festival of Architecture 2008
Il Ministero per i beni e le attività culturali - Direzione Generale per la qualità e la tutela del paesaggio, l’architettura e l’arte contemporanee, in collaborazione con Il Ministero degli Affari Esteri – Direzione Generale per la promozione e la cooperazione culturale, e Istituto Italiano di Cultura di Londra; - hanno annunciato un Call for paper indirizzata ad architetti e gruppi di progettazione italiani per partecipare all’evento Sustainab.Italy - Contemporary ecologies. Energies for Italian Architecture, che si terrà nell’ambito del London Festival of Architecture 2008 – Embassies Project, dal 20 giugno al 20 luglio 2008.
L’evento nasce nell’ambito di una linea di ricerca più ampia, avviata nel 2006 dal Ministero per i beni e le attività culturali, per mettere a sistema una riflessione condivisa intorno all’idea di “sostenibilità” nell’architettura in Italia e su quanto questo tema influenzi le ricerche progettuali in corso portate avanti dalle nuove generazioni.
Un tema assai rappresentativo per l’Italia, un occasione per mostrare la nostra ricerca e
il livello di riflessione avanzata sul tema della declinazione della qualità architettonica e del paesaggio.
Con la prima tappa, Contemporary ecologies. Energies for Italian Architecture, curata da Luigi Prestinenza Puglisi in occasione della V Biennale di Architettura di Brasilia nel 2006 e nel 2007 ad Hanoi nell’ambito della rassegna Arcobaleno italiano in Vietnam, è emersa la ricchezza di progetti di qualità realizzati in questi ultimi anni, dove l’attenzione all’uso sostenibile delle risorse energetiche, ambientali, naturali non solo fa parte integrante del processo di progettazione ma fornisce stimoli e spunti per sviluppare nuove linee di ricerca e innovazione.
Con questa seconda tappa, curata da Luca Molinari con Alessandro d’Onofrio, si amplia il panorama: il tema scelto per questa occasione è quello di progetti che coniugano il tema della sostenibilità al recupero del patrimonio architettonico e all’inserimento nel paesaggio, dove il patrimonio culturale, architettonico, il territorio, sono considerate risorse primarie ed essenziali da tutelare.
Per maggiori informazioni sulla rassegna si veda il sito www.lfa2008.org