28 set 2008

Giornata di studio a Catania

Ieri pomeriggio presso lo Sheraton Hotel a Catania si è svolto il Seminario organizzato dal Lions Club Catania Est sul tema "L'ambiente e la ricerca di energie alternative".
Sono stati chiamati ad intervenire dal presidente Giuseppe D'Antone l'Arch. Aldo Francieri (“Rischio ambiente. Efficienza energetica dell’involucro edilizio”), l'Arch. Roberto Francieri (“Risorse energetiche rinnovabili”) e l'Ing. Antonio Badagliacchia, responsabile Area Territoriale Sud Enel Sole.
L'incontro, dedicato non solo ai tecnici, ma soprattutto ai possibili "committenti", ha puntato l'obiettivo sull'importanza di effettuare scelte progettuali energeticamente efficienti quando si costruisce o si ristruttura una casa.
Partner tecnico è la Ditta Brianza Plastica che ha presentato prodotti per l'isolamento termico dell'edificio (ISOTEC ed ELYFOAM) ed ELETTROTEGOLA, la tegola fotovoltaica ad integrazione completa con la copertura esistente.

25 set 2008

Cos'è l'architettura contemporanea?

In questo post si cercherà di definire l'Architettura contemporanea visto che, a quanto mi risulta, c'è una certa confusione sull'argomento. La prima volta che mi sono chiesto quale fosse esattamente l'intervallo temporale definito da questo termine fu all'università durante il corso di "Storia dell'Architettura Contemporanea". Sin da allora il titolo stesso del corso mi sembrò alquanto contraddittorio.
Se la "storia" è la disciplina che si occupa dello studio del passato e l'aggettivo "contemporaneo" si usa per indicare qualcosa che appartiene all'epoca attuale (al presente), come è possibile che l'architettura del presente appartenga già al passato? Qual'è la sottile linea di demarcazione che divide ciò che è dei giorni nostri e ciò che appartiene al passato?


In realtà in tutte le discipline artistiche dei giorni nostri con l'appellativo "contemporanea/o" ci si riferisce ad un intervallo temporale che comprende il periodo compreso tra oggi e gli ultimi decenni senza, tuttavia, una più precisa indicazione cronologica. Ciò esclude almeno in parte che questa disciplina possa essere interessata dalla "storia" poichè il breve lasso di tempo intercorso tra la produzione dell'opera e la lettura critica dell'opera stessa, della sua appartenenza ad orientamenti culturali generali e del ruolo di innovazione apportato dall'autore, non permettono la formulazione di giudizi precisi. Inoltre tutto ciò che appartiene alla "storia" deve riferirsi a "fonti", e cioè a tutto ciò che possa trasmettere del sapere con fondatezza. In architettura contemporanea, come in molte altre discipline che condividono lo stesso aggettivo, è difficile stabilire quali fonti siano attendibili perchè spesso tutti i soggetti sono ancora in vita, oltre agli stessi autori, i committenti, i critici, i giornalisti, gli scrittori, etc. Tale circostanza, vista la "storica" debolezza dell'animo umano e dei condizionamenti che il pensiero può subire nel trattare le "cose dei giorni nostri", non offre alcuna garanzia circa la fondatezza delle "fonti" che dovrebbero accertare i presupposti per cui un opera d'architettura o un autore possano "passare alla storia".Ma torniamo all'intervallo temporale che comprende ciò che è contemporaneo.
In genere con il termine "Architettura Contemporanea" ci si riferisce generalmente a quella prodotta odiernamente o recentemente in un intervallo di tempo non superiore agli ultimi decenni; indicativamente dagli anni settanta ad oggi.
Trovo interessante fare alcuni paragoni con altre discipline per comprendere quanto sia variabile l'estensione temporale dell'aggettivo "contemporaneo" riferendosi ad eventi ed opere del passato.
  • La Storia contemporanea è il periodo storico che parte dal Congresso di Vienna ad oggi (193 anni).
  • L'Arte contemporanea si riferisce all'arte creata nel presente ed include generalmente tutta l'arte creata dalla fine degli anni sessanta del XX secolo o, in alternativa, dalla presunta fine dell'arte moderna o periodo modernista fino ai giorni nostri (circa 40 anni).
  • La Musica contemporanea è quella composta nel XX e nel XXI secolo. Fra i sinonimi di musica contemporanea possiamo annoverare musica d'avanguardia e musica sperimentale (circa 100 anni).
  • Il Teatro contemporaneo è quello che si è sviluppato in un periodo compreso tra gli inizi del Novecento e i giorni nostri (circa 30 anni).

Insomma, discipline diverse, intervalli diversi. Eppure il termine è sempre lo stesso. Il motivo probabilmente risiede nella considerazione che un evento che per noi appartiene alla storia, era contemporaneo nel momento in cui è accaduto, pertanto nelle varie manifestazioni culturali del sapere, tale appellativo in realtà vale per ciascuna epoca se ricondotto al momento storico in cui esso viene utilizzato. Quindi l'architettura liberty degli inizi del novecento era contemporanea, ma lo era altrettanto l'architettura gotica o quella barocca nei rispettivi periodi di espressione. Probabilmente, visto che tutto è contemporaneo nel momento in cui viene vissuto, serve una prospettiva storica di durata variabile nelle varie discipline che serva a poter esprimere considerazioni e giudizi condivisi dal mondo della cultura con il dovuto distacco.

E tornando all'architettura..... qual'è questo intervallo? I quaranta anni trascorsi dagli anni ottanta ad oggi sono davvero sufficienti? Probabilmente oggi nessuno può rispondere a questa domanda. Personalmente credo che l'importante è fare chiarezza su un fatto: tutto ciò che appartiene alla storia dell'architettura è stato, a suo tempo, contemporaneo, ma non tutto ciò che si annovera come "architettura contemporanea" passerà alla storia.

Staremo a vedere......

Un'anticipazione: prossimamente un post sulla definizione giuridica di "Architettura contemporaea" nella normativa italiana in vigore.


14 set 2008

In architettura "ampliamento" vuol dire "accostamento"! progettare o duplicare? (1)

Spesso quando si discute del rapporto tra l'architettura tradizionale/antica e quella contemporanea/moderna ci si riferisce solo a grandi interventi dimenticando che quest'argomento riguarda soprattutto l'edilizia residenziale degli interventi più comuni: una casa unifamiliare, una villa in campagna, etc..

Molte famiglie hanno l'esigenza di ampliare la propria casa per un nuovo filgio in arrivo. Anche le piccole imprese devono talvolta modificare l'assetto edilizio della propria azienda per mutate esigenze commerciali. Tutto ciò, leggi permettendo, rappresenta sempre una piccola occasione per fare architettura. Quando ciò avviene nell'ambito di un edificio già esistente di una qualsivoglia valenza storica/architettonica, oltre alle esigenze di carattere funzionale, è doveroso porsi l'amletico dilemma: "progettare o non progettare?"... ovvero: "copiare o non copiare"... ovvero ancora: "adeguarsi fedelmente al linguaggio originale (?!?) dell'edificio o distinguere le varie parti denunciando la loro diversità?". Dalle nostre parti, purtoppo, la domanda non si pone nemmeno. Si dà per scontato che se devo ampliare qualcosa, non sono tenuto a nessuno sforzo progettuale contempèoraneo. Basta "riprendere" quel decoro un pò quà ed un pò là per garantire l'uniformità architettonica senza preoccuparsi troppo dell'autenticità di questa trasposizione. Mi sono chiesto come fanno negli altri paesi ed ho fatto una piccola ricerca sullo stato europeo più attaccato alla tradizione; l'Inghilterra. Come operano i nostri colleghi architetti inglesi in questi casi? Non parlo di Sir Norman Foster o altre ArchiStar ma di piccoli studi che operano anche a scala più ridotta con committenti comuni mortali. E' così che ho trovato "Turner Castle" . No, non si tratta di una pittoresca località medioevale della Scozia. E' invece un piccolo e giovane studio di architettura londinese diretto da Carl Turner (1966) e Cassion Castel (1972) che vanta una interessante esperienza nell'ambito dell'edilizia residenziale e commerciale. E' chiaro che non esiste una ricetta che funzioni sempre quando gli ingredienti cambiano ma mi sembra interessante vedere il risultato di alcuni loro progetti. Anche loro si sono trovati a risolvere qualche "ampliamento" che prevedeva un obbligatorio "accostamento" come nel caso della Slat House, un intervento in cui l'obiettivo era l'ampliamento di un villino del secolo scorso con una connotazione architettonica molto ben definita. Il risultato a mio parere è molto "pulito" (termine caro ai cosiddetti "minimalisti"). Un volume puro in doghe di legno che non ha l'abizione di prevalere sull'edificio esistente. Ne adotta gli allineamenti, gli si accosta e, allo stesso tempo, ne prende le distanze in termini di linguaggio e di materiale. Sul retro, il volume si articola ed avvolge uno spazio interno molto contemporaneo che esprime le nuove esigenze della famiglia committente. Altra realizzazione è la Lift-Up House il cui tema è ll'ampliamento di un edificio industriale in mattoni mediante la realizzazione sul piano di copertura di una piccola residenza.
Anche quì il ragionamento è lo stesso: denunciare il volume nuovo con l'utilizzo di altri materiali adeguando la spiazialità interna alle nuove esigenze contemporaree.
Un altro studio londinese con un approccio simile al precedente è quello di Charlotte Skene-Catlings. Un intervento su tutti è quello per l'ampliamento di un antico edificio nelle campagne londinesi da adibire a residenza di campagna. La Dairy House si presenta oggi con una geometria che ricalca fedelmente la forma dell'edificio originario reinterpretando il rapporto con la luce e utilizzando in modo moderno i materiali della tradizione locale. Il risultato è uno straordinario effetto di trasparenza sia di giorno che di notte che esalta le differenze tra i due edifici che appaiono come due membri della stessa famiglia.... figli di diverse generazioni..... come dovrebbe essere!
Slat House (Turner Castle)








11 set 2008

Pittura fotovoltaica

Photon Inside ecco il brevetto di un gruppo di ricercatori del CNR di Bologna, che permetterà di reinventare il modo di concepire il fotovoltaico. Niente pannelli che, per quanto integrati con l'edificio, rappresentano quasi sempre un corpo estraneo. Grazie alla ricerca italiana tra poco sarà possibile pitturare gli edifici ed ottenere energia da essi.
Per ora il prodotto è utilizzato in campo nautico ma sta per essere testato per l'edilizia. Per maggiori informazioni si può leggere un interessante intervista ad Antonio Maroscia da parte dei redattori di EcoBlog (www.ecoblog.it). Alcuni sostengono che ci sarebbero problemi con eventuali crepe nella pittura, ma essendo una pittura basata sulle nanotecnologie il problema non dovrebbe sussistere.
Per una volta tanto l'Italia primeggia.

Qui il resto del post

5 set 2008

Architettura rurale contemporanea (1)

A mio parere, per garantire la sopravvivenza cerebrare della nuova generazione di architetti, bisognerebbe demolire acun preconcetti che negli ultimi anni hanno imbalsamato la creatività e la progettualià nella libera professione. Uno di questi riguarda un pensiero diffuso tra i committenti secondo cui vale l'equazione "architettura rurale" = "architettura tradizionale" = "casa in c.a con rivestimento in pietra e tetto in coppi siciliani". per leggere il resto del post clicca su "read more"
Non è proprio così e per dimostrarlo basta approfondire il senso della parola "rurale". In Germania il distretto rurale è una unità amministrativa costituita da un gruppo considerevole di comuni localizzati nella stessa regione geografica. Le chiese rurali, istituite nel Medioevo in tutta europa, servivano a diffondere il culto cristiano nelle campagne. Insomma sembrerebbe che l'appellativo rurale stia a significare un legame con il territorio nell'accezione naturale del termine. Quindi per architettura rurale dovremmo immaginare un'architettura in cui il rapporto con la natura circostante sia tra le linee guida inizali del progetto fino a divetare, in alcuni casi, la "natura" del progetto stesso. Ebbene, questo obiettivo può essere raggiunto esprimendo forme e tecnologie contempranee utilizzando, perchè no, materiali appartenenti alla tradizione. Ecco alcuni esempi con la promessa di approfondire il tema con altri rifermenti progettuali quanto prima. (vedi ArchitetturaRurale Contemporanea / 2 del 4 nov 08)





3 set 2008

L'arte di sedersi

Si chiama "ODEchair"... come si stà comodi sul legno! Ecco la nuova frontiera del design applicato ad una linea di sedute in legno lamellare curvato. L'autore è Jolyon Yates, nato a Durham nel 1968, ed ha già lavorato per marchi come Opel, Porsche, Stark, Powell etc. Questo prodotto avrebbe fatto cuocere di invidia il caro vecchio "Thonet", (per chi non si ricordasse, il fondatore della celebre casa produttrice fancese in legno curvato dei primi novecento). Chi non sarebbe curioso di provarla?