In questo post si cercherà di definire l'Architettura contemporanea visto che, a quanto mi risulta, c'è una certa confusione sull'argomento. La prima volta che mi sono chiesto quale fosse esattamente l'intervallo temporale definito da questo termine fu all'università durante il corso di "Storia dell'Architettura Contemporanea". Sin da allora il titolo stesso del corso mi sembrò alquanto contraddittorio. Se la "storia" è la disciplina che si occupa dello studio del passato e l'aggettivo "contemporaneo" si usa per indicare qualcosa che appartiene all'epoca attuale (al presente), come è possibile che l'architettura del presente appartenga già al passato? Qual'è la sottile linea di demarcazione che divide ciò che è dei giorni nostri e ciò che appartiene al passato?
In realtà in tutte le discipline artistiche dei giorni nostri con l'appellativo "contemporanea/o" ci si riferisce ad un intervallo temporale che comprende il periodo compreso tra oggi e gli ultimi decenni senza, tuttavia, una più precisa indicazione cronologica. Ciò esclude almeno in parte che questa disciplina possa essere interessata dalla "storia" poichè il breve lasso di tempo intercorso tra la produzione dell'opera e la lettura critica dell'opera stessa, della sua appartenenza ad orientamenti culturali generali e del ruolo di innovazione apportato dall'autore, non permettono la formulazione di giudizi precisi. Inoltre tutto ciò che appartiene alla "storia" deve riferirsi a "fonti", e cioè a tutto ciò che possa trasmettere del sapere con fondatezza. In architettura contemporanea, come in molte altre discipline che condividono lo stesso aggettivo, è difficile stabilire quali fonti siano attendibili perchè spesso tutti i soggetti sono ancora in vita, oltre agli stessi autori, i committenti, i critici, i giornalisti, gli scrittori, etc. Tale circostanza, vista la "storica" debolezza dell'animo umano e dei condizionamenti che il pensiero può subire nel trattare le "cose dei giorni nostri", non offre alcuna garanzia circa la fondatezza delle "fonti" che dovrebbero accertare i presupposti per cui un opera d'architettura o un autore possano "passare alla storia".Ma torniamo all'intervallo temporale che comprende ciò che è contemporaneo.
In genere con il termine "Architettura Contemporanea" ci si riferisce generalmente a quella prodotta odiernamente o recentemente in un intervallo di tempo non superiore agli ultimi decenni; indicativamente dagli anni settanta ad oggi.
Trovo interessante fare alcuni paragoni con altre discipline per comprendere quanto sia variabile l'estensione temporale dell'aggettivo "contemporaneo" riferendosi ad eventi ed opere del passato.
La Storia contemporanea è il periodo storico che parte dal Congresso di Vienna ad oggi (193 anni).
L'Arte contemporanea si riferisce all'arte creata nel presente ed include generalmente tutta l'arte creata dalla fine degli anni sessanta del XX secolo o, in alternativa, dalla presunta fine dell'arte moderna o periodo modernista fino ai giorni nostri (circa 40 anni).
La Musica contemporanea è quella composta nel XX e nel XXI secolo. Fra i sinonimi di musica contemporanea possiamo annoverare musica d'avanguardia e musica sperimentale (circa 100 anni).
Il Teatro contemporaneo è quello che si è sviluppato in un periodo compreso tra gli inizi del Novecento e i giorni nostri (circa 30 anni).
Insomma, discipline diverse, intervalli diversi. Eppure il termine è sempre lo stesso. Il motivo probabilmente risiede nella considerazione che un evento che per noi appartiene alla storia, era contemporaneo nel momento in cui è accaduto, pertanto nelle varie manifestazioni culturali del sapere, tale appellativo in realtà vale per ciascuna epoca se ricondotto al momento storico in cui esso viene utilizzato. Quindi l'architettura liberty degli inizi del novecento era contemporanea, ma lo era altrettanto l'architettura gotica o quella barocca nei rispettivi periodi di espressione. Probabilmente, visto che tutto è contemporaneo nel momento in cui viene vissuto, serve una prospettiva storica di durata variabile nelle varie discipline che serva a poter esprimere considerazioni e giudizi condivisi dal mondo della cultura con il dovuto distacco.
E tornando all'architettura..... qual'è questo intervallo? I quaranta anni trascorsi dagli anni ottanta ad oggi sono davvero sufficienti? Probabilmente oggi nessuno può rispondere a questa domanda. Personalmente credo che l'importante è fare chiarezza su un fatto: tutto ciò che appartiene alla storia dell'architettura è stato, a suo tempo, contemporaneo, ma non tutto ciò che si annovera come "architettura contemporanea" passerà alla storia.
Staremo a vedere......
Un'anticipazione: prossimamente un post sulla definizione giuridica di "Architettura contemporaea" nella normativa italiana in vigore.