17 dic 2008

Waterfront italiani. La passeggiata a mare di San Bartolomeo

Il recupero della fascia costiera è uno dei temi che, da qualche anno, sta interessando la ricerca architettonica e soprattutto i finanziamenti pubblici. Con o senza concorsi quasi tutti i comuni costieri si stanno dotando del proprio waterfront, a tal punto da diventare una moda (si nota infatti come il termine “lungomare” sia ormai diventato inusuale).
Tra i vari progetti che negli ultimi anni sono stati realizzati si vuole segnalare un intervento, effettuato sulla costa ligure, a mio avviso molto elegante.

L’opera interessa il lungomare di San Bartolomeo al Mare (IM) ed è stata realizzata dal gruppo LDA arch. Luca Dolmetta con l’arch. Nicola Pisani, UNA2 Architetti Associati, l’arch. Silvia Dagna, Salp S.n.c. Giacomo Saguato per le strutture e Bussetti & Cozzi per le opere a mare.
L’intervento, che si sviluppa per circa un chilometro, è caratterizzato da una passeggiata in legno che ritmicamente si allarga verso il mare e verso la città, creando spazi di sosta e punti di vista tra lo spazio naturale e il costruito. In questo modo si ha una piena fruizione del mare e una netta distinzione tra percorsi pedonali e percorsi carrabili.
Tra gli elementi caratterizzanti, bisogna sottolineare quello che gli autori hanno definito “il disegno del paesaggio notturno”. L’obiettivo, a mio parere ben riuscito, era quello di creare ambienti in cui si potesse godere sia nelle ore diurne che nelle ore serali dell’ambiente circostante.
La luce, calibrata in funzione delle aree, crea spazi pienamente illuminati per l’aggregazione e spazi più discreti per ambienti più intimi, in cui è possibile contemplare la natura.
I corpi illuminanti e gli elementi di arredo, semplici nella forma e nei materiali, contribuiscono alla concretizzazione di questo obiettivo.
Nessun elemento tende a prevaricare sull’altro tranne il paesaggio.
In questo caso, quindi, una sostenibilità ambientale che non avviene solo attraverso l’utilizzo di materiali bio-sostenibili, ma soprattutto con la volontà di non voler invadere il paesaggio naturale.
Fotografie: S. Coviello



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