7 nov 2008

Una clinica per bambini a San Paolo (Brasile)

Da un pò di tempo a questa parte ho notato che stanno venendo sempre più alla ribalta alcuni giovani (e meno giovani) architetti sud-americani. Mi sono chiesto se è un effetto della globalizzazione (visto che il sudamerica non ha avuto un ruolo di particolare rilievo nell'architettura degli ultimi cinquant'anni) o se vi siano particolari condizioni legislative/culturali/economiche favorevoli alla realizzazione di opere di architettura contemporanea.
Non ho ancora una risposta ma cercherò di trovarla. Nel frattempo vi segnalo un'opera di Marcio Kogan che ha ricevuto un Premio Speciale destinato anche alla committente, la Dott.ssa Psicologa Christine Bruder, che gli ha commissionato il progetto per questa clinica per bambini: La "Primetime child development nursery" realizzata a San Paolo (Brasile).
Il Primetime Child Development è un progetto pionieristico nella cultura brasiliana perchè ha un programma educativo molto innovativo fondato sulle relazioni umane e affettive tra gli educatori e i bambini, di età compresa tra gli zero e i tre anni. Stimolare attraverso l’emozione le capacità personali e di interazione dei bambini in un ambiente sicuro è stato lo scopo del lavoro. L’uso di materiali naturali e divertenti, come il pavimento soffice, l’applicazione dell’ergonomia, l’uso di rampe per la circolazione, il controllo della qualità dell’aria, dell’acqua, della luce e dei colori sono stati calibrati per offrire una ricchezza di contesto entro cui adulti e bambini possano dialogare secondo diversificati codici di linguaggio in libertà senza barriere fisiche o psicologiche.

Progetto: Marcio Kogan, Studio MK 27, Lair Reis and Diana Radomysler

5 commenti:

GraficWorld ha detto...

Ciao passavo da queste parti ed eccomi a lasciare un commentino!!
Bello il blog!!

maurizio zappalà ha detto...

Ovunque, tranne in italia dove vige l'arretratezza estetica e la retorica, si progetta e si costruisce secondo i canoni della contemporaneità! E quindi, con i materiali della contemporaneità. Non è un'affermazione "catalana" (nel senso del "Catalano" arboresco)ma una constatazione reale!Io la vedo così.Dove esiste una normale crescita culturale ed architettonica ogni espressione oggettiva rispecchia le tensioni che fremono nella società di provenienza. Porti ad esempio, caro Fabrizio, questa bella esecuzione a San Paolo e ti ricordo che proprio in Brasile è ancora in vita un maestro come Oscar Niemeyer che niente niente ha realizzato architetture di gran qualità proprio a San Paolo! Quindi, al di là della ribalta, il problema è sempre quello. Da noi non esiste cultura estetica contemporanea! Esiste soltanto il chiacchericcio fanatico retorico di Pagliardini e del degno "amico" Prof. Muratore!Che loro se la cantano e loro....suonati!Purtroppo quelli che potrebbero essere i nostri punti di riferimento, diciamo ad esempio Renzo Piano, ritrattano e accontentano un sindaco degno del feticcio che indossa! Una croce celtica al collo!Che allah lo strozzi!!!

PEJA ha detto...

Bhè, Casabella sembra molto insistere sulle architetture sud americane, o comunque con un accento "latino". Sicuramente non si può parlare di un "boom", però di una qualità diffusa che si sta allargando si...

maurizio zappalà ha detto...

Sfido, contro ogni concorso truccato ed inutile,contro i passatisti ed anacronistici "muratoriani" (nel senso di Saverio Muratori e nel senso di tale prof. Muratore!!!) tutte le amministrazione italiane che voglono investire sul rinnovamento estetico, a far realizzare 50 opere pubbliche a liberi professionisti, architetti italiani,che non abbiano superato i 50 anni (non sarei fiscale fiscale!)avendo in curriculum almeno un'opera, anche se "internista", realizzata con materiali contemporanei e che non abbiano nessun riferimento con il "passato", neanche per un semplice mattoncino rosso dipinto bianco! Poi organizziamo anche una semplice rivista online (diretta, magari, da Fabrizio Russo & Co ...!)e facciamo girare in rete le 50 opere realizzate, con qualche presentazione di Fulvio Irace, di Ugo Rosa e persino di Stefano Boeri e il gioco è fatto! E si parlerebbe, statene certi, del risveglio dell'architettura italiana!!!ahimè è solo un sogno! Alle volpi italiane piace dibattere: torre si? torre no? Ke schifo e che schifo che qualcuno puntualizzi le notizie riportate su Casabella! Come sarebbe bello vedere Pagiardini, inorridito, "ingoiare" una finestra fuori asse! o un aggetto che rivestito di "squame" di zinco vicino al glorioso travertino "fascista", urli: vergognati, sei fuori moda! Altro ke eterno! Il godimento è del momento! ed è ancora più affascinante quanto pensi ke ti accadrà con una storia nuova!!!Ho letto, da qualche parte che un cretino paragonava la torre Velasca a Mies!Se in questa terra di m....come l'Italia, riusciamo miserabilmente , a sostenere l'insostenibile... non esiste più alcun etica e abbiamo superato di gran lunga il buon gusto!!!Semmai ne abbiamo avuto uno!
Comunque è domenica e Jack Daniel's mi fa compagnia, non lo sapete ma apre le "porte della percezione" come a Jim....!

Pietro Pagliardini ha detto...

Caro Zappalà, in genere i giovani sono gli under40. Ma per una volta hai fatto uno strappo alla regola. Sono d'accordo con te (non ti preoccupare, io sto tra gli over50 e gli under60).
E sono anche d'accordo con te che i concorsi sono taroccati: peccato che vincano sempre quelli che trattano città ed edifici come se fossero negozi e non risulta proprio che vincano muratoriani o muratorini. Forse ti sembra a te questa cosa perchè, fortunatamente almeno per questo, i progetti dei vincitori non vengono mai realizzati, altrimenti vedresti intere città come boutique o lounge-bar.

Saluti
Pietro