11 feb 2009

Lettera aperta ai presidenti degli Ordini degli Architetti

Abbiamo scoperto che l'Associazione Culturale SPAZI CONTEMPORANEI ha un "avatar".
Si tratta della neo-nata Associazione AMATE L'ARCHITETTURA, un movimento per l'architettura contemporanea con sede a Roma con cui riteniamo di avere parecchie cose in comune.
Una delle prime iniziative di questo movimento è stata l'invio di una lettera aperta a tutti gli Ordini degli Architetti delle Provincie d'Italia che ci sembra doveroso riportare di seguito integralmente : (per leggere il resto del post clicca su "read more")



A tutti i Presidenti
degli Ordini degli Architetti di Italia

e p.c. al Presidente
del Consiglio Nazionale degli Architetti
Raffaele Sirica

Cari Presidenti
negli ultimi tempi, nel nostro paese, lo sport preferito dai mass media nazionali è quello di attaccare indiscriminatamente gli architetti. Ogni opera di Architettura contemporanea, (dalla nuova sede Bocconi di Milano, al ponte di Calatrava sul Canal Grande a Venezia, dalle torri di Piano e Fuksas a Torino, all’Ara Pacis di Meier a Roma, etc…..), viene vista come una calamità che distrugge il nostro territorio, Celentano ha definito in televisione, in prima serata, gli architetti: “la più grande sciagura”.
Ci sono anche libri quali: “Contro l’Architettura” di Franco La Cecla, Bollati Boringhieri editore, (presentato al Tg 1 della domenica davanti a 6 milioni di telespettatori), che teorizzano che l’Architettura abbia esaurito la sua funzione. Gli architetti vengono descritti come: “artisti che si occupano di abbellimento formale, di decoro di cose carine, che svolgono il loro lavoro con incompetenza, superficialità ed esibizionismo”, si arriva alla conclusione che l’Architettura è socialmente inutile e addirittura estremamente dannosa.
Tutto ciò ha portato a creare nell’opinione pubblica un sentimento di avversione per qualsiasi opera di Architettura contemporanea, con la convinzione diffusa che oggi gli architetti non sono più validi come quelli di un tempo. Questo giudizio distorto porta a credere che le nostre città italiane, (Roma su tutte), devono rimanere così come sono, non devono essere “macchiate” dalla contemporaneità, al massimo, se si deve costruire, lo si deve fare in “stile” per non disturbare il contesto, il “nuovo” non si deve vedere.
Ovunque si parli di Architettura, lo si fa senza alcuna cognizione di causa, in assenza di contraddittorio e con un sentimento di avversione nei confronti degli architetti del tutto ingiustificato, in quanto riteniamo necessario e urgente ribattere e spiegare che tutto ciò che viene realizzato in Italia, soltanto per il 10%/15% è opera degli architetti, il resto lo fanno: i costruttori, le società di ingegneria, i geometri, gli ingegneri, (anche quelli appartenenti ai rami: idraulico, geotecnico, dei trasporti, strutturale….), e gli abusivi.
Questo continuo attacco all’Architettura contemporanea ha fatto dimenticare, nella coscienza comune, il ruolo dell’architetto nella società.
In tutto ciò, cosa fanno i nostri Ordini professionali?
Se un giorno, in televisione, qualcuno si azzardasse ad insultare categorie quali: farmacisti, notai, avvocati, magistrati, tassisti, piloti, spazzini, panettieri, bidelli etc., il giorno dopo i relativi organi di rappresentanza si solleverebbero con gran forza per tutelare la propria immagine, i giornali alzerebbero un polverone e probabilmente se ne occuperebbero Porta a Porta o Anno Zero.
I Presidenti degli Ordini degli Architetti sono rassegnati alla scomparsa della nostra professione?
Cosa fa in concreto il nostro Presidente Nazionale in difesa dell’Architettura?
Ha preso coscienza che la professione di architetto non ha più alcun ruolo nella società?
Può essere sufficiente una legge per l’Architettura fatta solo di buone intenzioni, che non modifica di una virgola le attuali normative italiane e che non cambierà in alcun modo la situazione attuale degli architetti e dell’Architettura in Italia?
Chiediamo delle risposte e ci auguriamo che i Presidenti degli Ordini accolgano questo nostro appello e dimostrino di ricoprire la carica per tutelare e promuovere la nostra categoria professionale.
Sappiate che il nostro Movimento si adopera per l’affermazione dell’Architettura contemporanea con ogni mezzo, contro la immutabile concezione arretrata e passatista che connota la nostra società e che ha decretato la mummificazione delle nostre città negando di fatto il naturale svolgersi della continuità storica.
Un primo passo potrebbe essere quello di acquistare una pagina su un quotidiano nazionale e fare un appello in difesa dell’Architettura, appello che potrebbe essere concluso da una frase emblematica di Giò Ponti:
“Amate l’architettura perché siete italiani,
o perché siete in Italia.
L’Italia l’han fatta metà Iddio e metà gli Architetti.
Iddio ha fatto pianure, colli, acque e cieli.
Ma i profili di cupole facciate cuspidi e torri e case, di quei colli e di quei piani, contro quei cieli, le case sulle rive che fanno leggiadre le acque dei laghi e de fiumi e dei golfi in scenari famosi
son cose create dagli Architetti.
A Venezia poi, Dio ha fatto solo acque e cielo, e senza intenzioni, e gli Architetti han fatto tutto”
(G.P., Amate l’Architettura, 1957)

a m a t e l’ a r c h i t e t t u r a
Movimento per l’Architettura Contemporanea
Roma 10 dicembre 2008



11 commenti:

Giovanni D'Amico ha detto...

Un giorno un mio amico mi disse che le città moderne sono brutte perchè gli architetti non sanno risolvere i problemi urbanistici, perchè non sanno interpretare i bisogni della gente, insomma perchè a suo dire non sanno comunicare con il resto dell'umanità.
Ora è evidente che le ragioni dell'odierno sfacelo urbano risiedo altrove, basterebbe tenere in considerazione il dato statistico degli amici di "amate l'architettura",(le città sono costruite solo in minima parte dagli architetti !)
Inoltre in molti casi i progetti non sono altro che il frutto dei dictat della committenza pubblica e privata che in nome di logiche di interesse stravolgono le idee degli architetti mettendo in secondo piano gli interessi pubblici. Da ciò ne deriva la gran parte delle brutture che siamo "costretti a vedere" come diceva B. Zevi.
Finche prevarrà la logica del “Not In My Backyard”, continueremo ad avere in Italia delle pessime architetture e disastrosi effeti sul territorio.
Quale dovrebbe essere il ruolo dell'Ordine?
Battagliare sui temi dell'architettura contemporanea, dello sviluppo sostenibile, con la gente con le istituzioni, fornire proposte concrete per migliorare la legislazione, le normative, ascoltare la voce dei giovani architetti, difendere la professione.

maurizio zappalà ha detto...

Bene fate a perseguire qualunque forma di "rivendicazione" del ruolo dell'architetto! Tanto per gradire sono da anni impegnato (strenuamente e "talebanicamente")in questa avventura e mi sono accorto, ahimè, dell'ottusità, dell'ignoranza e della cattiva informazione che circonda la nostra "figura". E tante volte gli strali più malefici mi sono stati lanciati dagli "eruditi" e con le "scuole"! Ampia sarebbe la catalogazione delle perversioni che ci circonda! Viaggiando, mi sono convinto che il nostro ruolo è così imbarazzante soltanto in Italia! Allora, il problema che può essere, ovviamente, visto da infinite prospettive ha una giustificazione di fondo nel "nostro" territorio: non siamo contemporanei! Nel senso che viviamo il riflesso della nostra "storicità"! atteggiamento confortante e se volete, diacronicamente, consolidato!Siamo, cioè, una società che non vuole evolvere, confortata dagli appareti successi "storici" e quindi databili! Tutto ciò che smuove l'appercezione spaziale, disturba, perchè non controllabile! Non vi è mai successo che vi abbiano chiesto:come sei arrivato a questa "soluzione"? Certamente, infinite volte! Bene, questo vi dà il termometro del nostro immaginario collettivo (italiota!) che viene colpito non dalla sintesi (per noi estetica!) ma dal processo del divenire. Insomma le persone vogliono controllare attimo per attimo la nostra "testa"!Dietro al controllo c'è la manipolazione del sentire!tutto ciò che va fuori "regola" è male, tutto ciò che è incasellato nella storia è bene! Noi architetti contemporanei a-storici (nel senso che leggiamo la storia per andare avanti!) e diatopici nel senso che analizziamo le variazione spaziali e la tasformazione antropizzata della "natura", miriamo, in definitiva, a maritare la natura indifferenziata con l'artificio! Partendo dall’atto del costruire che è innaturale, l’insediamento urbano è un fatto artificiale al quale l’uomo ha imposto significati e volontà. Cosa, quindi, oggi, condiziona l’antropizzazione dei luoghi? Per esempio, Rykwert, in “Idea di città”, dimostra che la pianta della città antica (etrusco-romana) può essere letta come lo specchio di tutto un sistema di usi e di credenze nel quale i cittadini potevano riconoscere la propria identità religiosa e culturale. Altro ha specchiato la natura della città orientale o polare! Insomma, per me, bisogna avere un rapporto con l’antichità in senso moderno, non come immagine da fotografia invecchiata ma trasformabile! Pur avendo, chiaro chiaro, il rapporto che c’è tra architettura ed edilizia! La differenza che corre tra l’astrazione e il fatto concreto diventa la vera scelta della CITTA’ MODERNA! Non dobbiamo rendere “museo” la città antica o i pochi frammenti rimasti o addirittura da scoprire (scavare! che palle!). Ciò è anche una critica alla “sinistrista” demagogica visione conservatrice delle nostre città! Il senso di libertà è sempre ritenuto qualcosa di proibito che attiene più all’arte che all’architettura! Insomma la civiltà occidentale è, per dirla con Kraus, “dimostrare che tra un’urna e un vaso da notte c’è differenza e che in questa differenza soltanto ha il suo spazio la civiltà. Ma gli altri, i positivi, si dividono in quelli che usano l’urna coma vaso da notte e il vaso da notte come urna”. Alcuni grandi maestri dell’architettura moderna, come Le Corbusier, Adolf Loos, F.L. Wright, ricorsero in momenti decisivi della loro evoluzione, proprio quando si trattava di introdurre radicali innovazioni, a una mitologia appena velata delle origini del costruire, quasi inseguendo l’immagine di una prima casa, giusta perché prima, perduta ma sempre presente in noi come archetipo. Quindi il ricorso alla "storia" è per i passatisti il conforto e la garanzia che non si sta errando! Ma quale storia, oggi, nell'epoca della ARCHITETTURA METICCIA, si deve perseguire? mi viene da sorridere, perchè, ormai (follia dell'età!), non ci resta che il pregio o il difetto di irritare o disturbare! ...Forza "Spazi [Sensibilità] Contemporanei" e "Amate L'Architettura...

Pietro Pagliardini ha detto...

“Amate l’architettura perché siete italiani,
o perché siete in Italia.
L’Italia l’han fatta metà Iddio e metà gli Architetti.
Iddio ha fatto pianure, colli, acque e cieli.
Ma i profili di cupole facciate cuspidi e torri e case, di quei colli e di quei piani, contro quei cieli, le case sulle rive che fanno leggiadre le acque dei laghi e de fiumi e dei golfi in scenari famosi
son cose create dagli Architetti.
A Venezia poi, Dio ha fatto solo acque e cielo, e senza intenzioni, e gli Architetti han fatto tutto”.

Forse è proprio leggendo questo bel testo che risalterebbe ancora di più agli occhi dell'opinione pubblica la differenza con l'architettura di ggi.
Mi sembra un appello molto "scriteriato", almeno dal punto di vista dello scopo di chi lo propone!!!
Mi sembra che quando uno scrive dovrebbe almeno avere un pò di senso del ridicolo. Anche questa è una prova del perché gli architetti non godono buona fama.
Se ci fosse da firmare quella pagina io lo farei subito, voi, Giovanni e Maurizio non fareste bene.

Saluti
Pietro

maurizio zappalà ha detto...

Pietro, se ho capito bene, ci rimproveri di non aver senso del ridicolo? Io al massimo preferisco l'ironia! Se uno è ridicolo non può esssere preso sul serio! I ridicoli si sberleffano!!!Il ridicolo per antonomasia è quello "fuori tempo", l'anacronistico! Lascia stare, potresti subire conseguenze inaspettate, Pietro!Divertiti e non inoltrarti in territori "ridicoli"! Resta nel recinto della città "etrussco-romana" dove ti muovi a tuo agio in compagnia del "greco"! Gio era esuberante, curioso, poliedrico. Architetto e pittore mancato, di volta in volta muratore, falegname, tappezziere, vetraio, carrozziere, inventore e ceramista. Gio Ponti è stato un designer universale, ha disegnato moltissimi oggetti nei più svariati campi, dalle scenografie teatrali, alle lampade, alle sedie, agli oggetti di cucina, alle macchine del caffè, agli interni di famosi edifici, ville, navi, hotel e "grattacieli"! “Le cose bellissime”, parola d'ordine che si dava Giovanni Ponti per iniziare a progettare, ne fanno tra i capistipite dei Scarpa, Mollino, De Lucchi, Cerri, in diretta linea con Loos, Aalto, Jacobsen, Breuer, eccetera. Era "fregato nel cervello" dalla passione per la semplicità e la bellezza ma anche, dal desiderio di aggiungere temi, stimoli e valori nuovi alla vita quotidiana. "Mago" dei materiali innovativi con colore e tecnologia, stile italiano e suggestioni nordiche, si ritrovano nel linguaggio personale e allo stesso tempo universale. Insomma non si piangeva addosso con il senso del ridicolo del passato!!! Credimi, Pietro, se ci fosse, su quella pagina, lo spazio per firmare, sarebbe con una linea nel mezzo, da un lato io e Giovanni e dall'altro...?

Pietro Pagliardini ha detto...

A te Maurizio:
“Amate l’architettura perché siete italiani,
o perché siete in Italia.
L’Italia l’han fatta metà Iddio e metà gli Architetti.
Iddio ha fatto pianure, colli, acque e cieli.
Ma i profili di cupole facciate cuspidi e torri e case, di quei colli e di quei piani, contro quei cieli, le case sulle rive che fanno leggiadre le acque dei laghi e de fiumi e dei golfi in scenari famosi
son cose create dagli Architetti.
A Venezia poi, Dio ha fatto solo acque e cielo, e senza intenzioni, e gli Architetti han fatto tutto”.
Saluti
Pietro

Gary Fisher ha detto...

“Amate gli architetti moderni - non ci sono altri architetti per voi - ma siate duramente esigenti con essi: è il modo vero di amarli, di operare con loro e per loro: richiamateli sempre alla loro responsabilità, alla purezza che animò ed anima i loro movimenti: essi non debbono seguitare gli stili del passato (sarebbe più facile), ma debbono seguitare la nobilta che gli stili del passato ci dimostrano nell’incanto delle opere più pure (è il difficile), essi debbono salvare quel che il passato ha fatto, perchè appartiene alla loro arte, ed è il loro blasone nella storia; essi debbono operare nella misura di quello che il passato ci ha dato, procedere con pari valore per non esserne indegni e per essere degni con la più pura dedizione di ciò che il futuro si aspetta da loro” Gio Ponti

Gary Fisher ha detto...

SMETTETELA! RIDICOLI ENTRAMBI. NE FATE ANCORA UNA QUESTIONE DI STILE!!!!!!. PUR CONDIVIDENDO E RINGRAZIANDO MAURIZIO..
MA NON CAPITE CHE LA QUESTIONE NON E' QUALE ARCHITETTURA?
LA QUESTIONE CARI AMICI è LA COMPLETA ASSENZA. CERTO E', SIG. PAGLIARDINI CHE LEI NON SEMBRA CONOSCERE GIO' PONTI. E' MAI STATO A MILANO DI FRONTE A QUELL'EDIFICIO ALTO ALTO?
IL FASCINO DI QUELE PAROLE STA NELLO SPIRITO CREATIVO CHE VI SI COGLIE, NELLA SVISCERATA PASSIONE CHE MUOVE L'INCONSCIO DI CHI VEDE, REINTERPRETA E RIVEDE. DELL'ARCHITETTO, DELL'ARTISTA E DEL CREATIVO E' IL COMPITO DI VEDERE IL MONDO E IL FUTURO. RICORDATE QUESTA PAROLA ED IL SUO SIGNIFICATO? FUTURO...F U T U R O.
IMPARIAMO TUTTO SULL'UOMO, LA STORIA, IL PASSATO ED IL PRESENTE. POI METTIAMO IL NOSTRO LAVORO AL SERVIZIO DEL FUTURO!!
TORNATE SPESSO SU www.amatelarchitettura.com
cercate di amarla, di farla amare e di non litigare fra voi!


Il libro fino a poco tempo fa introvabile, è stato ristampato nel 2008 da Rizzoli al prezzo di 30,00 euro.

http://www.amatelarchitettura.com/category/parole-di-gio-ponti/

maurizio zappalà ha detto...

Beh, burlone di un Fisher, ti capisco e non! Io non litigo, per ora, con alcuno! Tentavo di dire, senza dilungarmi nella citazione, pedissequa, di Ponti che un passatista non può citarlo, perchè, evidentemente o non sa leggere o mistifica! L'uno e l'altro sono gravi! ma dato che non stiamo facendo nuovamente la "laurea" passiamo in "carriera"! Sai, gary, è piacevole lo "sfriculio" (strusciamento !), io e pietro ce ne siamo dette di cose più pesanti!Infondo non credo che siamo ridicoli, la vediamo irrimediabilmente da prospettive molto molto diverse!Per cui, gary attieniti ai contenuti delle cose, perchè proprio di stile, io ho non scritto! Non so proprio cos'è lo stile in architettura! Conosco bene, invece, l'educazione che è uno stile di vita!!!

Pietro Pagliardini ha detto...

Grazie Maurizio per il tuo fair-play, ma ne ho sentite di peggiori di quelle di Gary Fisher.
Mi piace quella parola "sfruculio", purchè sia, beninteso, puramente intellettuale e culturale.
Siamo inevitabilmente agli antipodi, ce ne diciamo talora di pese, ma non vuol dire mancarsi di rispetto. E poi, cavolo, io sono più anziano e agli anziani non si manca di rispetto.
Ciao
Pietro

Gary Fisher ha detto...

Mi dispiace se vi ho offeso in qualche modo. Non era mia intenzione. Vedo però che vien più facile perdere tempo in giochetti di parole, che nel ragionare sugli aspetti costruttivi di una discussione. Non che io mi senta costruttivo, sia inteso. Lascio a voi esperti di parole e di italiano il compito di scrivere e strusciarvi con le virgolette. Non vi disturberò ancora. Torno al mio lavoro, osservare le stelle.

maurizio zappalà ha detto...

no, gary, strusciati, non scappare! parliamone, non fare il prezioso! anch'Io sono figlio delle stelle, di prima generazione ! Quella di alan il sorrenti! Insomma, gary dal "due" mi abbevero alla fonte dell'architettura contemporanea, allora, se litigo lo faccio con tutti i sacramenti! Queste sono schermaglie, solletichi, smancerie! Gary non ti ho capito! non te ne puoi uscire soltamto con "ritorno al F U T U R O"! Qui la situazione è drammatica! Qui le "teste pensanti" non hanno nulla a che fare con David Byrne! Qui pietro è il migliore dei passatisti! Nella mia (nostra?!) professione abbiamo a che fare con "coronamenti, basamenti, cornicioni, moduli, passi, bucature, ritmo e nanetti"!Tu hai ancora voglia di scherzare? Io mi sono rotto le "balls" e ci manca poco che metto le "bombs"! Non perdo occasione per ingaggiare battaglie con il "passato" con il maledetto passato che ci offusca gli animi! ed ad alcuni anche la mente! Desidero vivere i miei tempi con gli abiti contemporanei fatti di teflon ed elasticizzati!e non metter mai il frak! con le case che esprimono il nostro tempo! e con le città che hanno contemporaneamente caos sublime ed eleganza! e tu mi parli di stile? Non hai capito proprio nulla (di me!)!!! non mi hai offeso mi hai stuzzicato che è ancora peggio per me!