14 mag 2009

L’Arte riscatta LIBRINO : inaugurazione della “Porta della Bellezza”.


Il 15 maggio , alle ore 10 , sara’inaugurata nel quartiere periferico catanese di Librino la “Porta della Bellezza”, una monumentale opera in terracotta che segna anche l’inizio del progetto del Museo all’aperto “Terzocchio-Meridiani di Luce”.
L’arte si fa promotrice di un recupero di una parte della citta'di Catania , tradita e strumentalizzata dalle istituzioni locali. Il quartiere satellite di Librino nasce nei primi anni 70 , previsto nel PRG di Luigi Piccinato e affidato , per la redazione del piano particolareggiato, al Gruppo Kenzo Tange e Urtec di Tokio , con la visione di essere la versione italiana delle grands ensembles realizzate in Francia agli inizi degli anni 60. Un progetto inespresso e incompiuto.
Questa inaugurazione porta a compimento un progetto di due anni ideato dall’artista e mecenate siciliano Antonio Presti , presidente della Fondazione Fiumara d’Arte . La “ Porta della Bellezza” e’ stata costruita con oltre 9.000 forme di terracotta modellate e firmate da 2000 bambini del quartiere sotto la guida degli artisti selezionati dal critico d'arte Ornella Fazzina : Giovanni Cerruto, Michele Ciacciofera, Fiorella Corsi, Rosario Genovese, Lillo Giuliana, Italo Lanfredini, Simone Mannino, Pietro Marchese, Giuseppina Riggi, Nicola Zappalà e gli allievi dell'Accademia di Belle Arti di Catania, Tiziana Pinnale, Sergio Carpinteri, Maria Riccobene, Graziella Russo, Valeria Castorina, Valeria Sidoti, Miryam Scarpa, Corrado Trincali, Elisa Raciti, Marco Agosta, Alberto Celano. Un percorso artistico-etico che mira a invertire la rotta di un destino di un quartiere tendente al degrado .
Successivamente il museo d’Arte Contemporanea continuera’ coinvolgendo 100 condomini del quartiere . Grazie all’ausilio di artisti di fama internazionale diversi palazzi di Librino accoglieranno le installazioni artistiche sulle facciate cieche , segnando l’apertura del museo all’aperto .

12 mag 2009

11x11 - Quarta intervista: MAB ARQUITECTURA


Lo studio MAB Arquitectura si costituisce a Barcellona nel 2004 sotto la guida dei due architetti associati, Floriana Marotta e Massimo Basile.
Si occupa di architettura, urbanistica e paesaggismo, rivolgendo particolare attenzione al progetto dello spazio pubblico e all’integrazione tra progetto d’architettura e progetto urbano.

Floriana Marotta nasce a Palermo nel 1977. I suoi studi si svolgono all’universitá di Palermo dove si laurea, e all’Ecole d’Architecture de Luminy, a Marsiglia. Qui collabora con l’Etablissement Public d’Amenagement Urbain “Euromediterranée”, istituzione creata per la progettazione urbanistica strategica della cittá di Marsiglia. Studia paesaggismo nell’ambito del Master in Arq. Del Paisaje della UPC a Barcellona. Vive e lavora a Barcellona dal 2001. Qui ha collaborato con Xavier Costa, curatore della fondazione Mies van der Rohe e fino al 2004 con lo studio MBM arquitectes(Martorell,Bohigas,Mackay Capdevila,Gual).

Massimo Basile nasce nel 1976 a Palermo. I suoi studi si svolgono alla Facoltá di Architettura di Palermo ed in Francia all’Ecole d’Architecture de Luminy, Marsiglia. Si trasferisce a Barcellona nel 2001, dove vive e lavora insieme a Floriana Marotta. Ha collaborato con lo studio Carlos Ferrater e successivamente con lo studio BAAS di Jordi Badia fino al 2004.

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Tra i progetti realizzati dallo studio, la Enoteca Miceli a Palermo, le Cantine Vinicole Barbera a Porto Palo di Menfi, e l’intervento di Social Housing e parco urbano in Via Gallarate a Milano, attualmente in fase di ultimazione.
Mab ha ricevuto il 1º premio per il concorso Abitare a Milano Via Gallarate ed è risultato finalista, in team con MBM arquitectes, ai concorsi ad inviti per la riqualificazione dell’area Santa Chiara a Pisa e in quello della Nuova Stazione Centrale di Bologna.



1. Spesso si fa una gran confusione nel definire il lasso di tempo che racchiude le opere di architettura “contemporanea”. La Storia contemporanea è il periodo storico che parte dal Congresso di Vienna ad oggi (193 anni). L'Arte contemporanea si riferisce all'arte creata nel presente ed include generalmente tutta l'arte creata dalla fine degli anni sessanta del XX secolo fino ai giorni nostri (circa 40 anni). La Musica contemporanea è quella composta nel XX e nel XXI secolo. Il Teatro contemporaneo è quello che si è sviluppato in un periodo compreso tra gli inizi del Novecento e i giorni nostri (circa 30 anni). Qual è, a tuo parere, l’intervallo temporale corretto che definisce l’architettura contemporanea?

Gli storici tendono ad individuare delle date o dei mutamenti socio-economici e culturali nella società cosi forti da dare inizio ad una nuova epoca. Ciascun studioso in un modo o nell’altro, più o meno esplicitamente, esprime un giudizio personale con il proprio punto di vista del tutto soggettivo. Da progettista piú che da storico, io credo che sarebbe più opportuno che ci si chiarisse su ciò che si intende per “contemporaneo”. Contemporaneo a che cosa e a chi? Ma anche contemporaneo in che luoghi d’europa o del mondo. Io direi che contemporanea può essere definita quella architettura che da una risposta esaustiva alla cultura dell’abitare nel tempo in cui viviamo, e che per di più riprogetta i modi dell’abitare. Ad oggi mi sento di poter dire che dal movimento moderno e dalle teorie di Loos, Le Corbusier e Mies Van der Rohe non é cambiata molto la forma di abitare le case, i luoghi di lavoro e le città in generale. O almeno non ci sono stati mutamenti o innovazioni cosi forti da potere dire che siamo entrati in una nuova epoca passando attraverso una rivoluzione culturale profonda.

2. Per una buona riuscita di opera ci vuole un buon architetto, un committente illuminato e una buona impresa. Per l'esperienza che tu hai potuto maturare all'estero, puoi indicare che peso hanno questi 3 fattori nella realizzazione di un'opera?

Un buon committente e un buon architetto garatiscono già da soli quasi la totalità della buona riuscita dell’opera. Una buona idea si può costruire anche con pochi fondi e con mano d’opera poco specializzata. Dipende dalle tecnologie e dagli intenti. Se il progetto si basa sulla finezza dei dettagli costruttivi e sulla perfetta relizzazione delle finiture, allora basta poco perchè l’impresa mandi in fumo tutte le aspettative di committente e architetto. In ogni caso è indispensabile la supervisione dell’autore. I disegni esecutivi non bastano mai!

3. Riguardo all’architettura contemporanea, l’Italia negli ultimi anni sta tentando di recuperare il grosso divario con gli altri stati europei e lo sta facendo lentamente. Una importante tappa a livello nazionale è stata l’avvio del P.A.R.C. “Direzione Generale per la qualità e la tutela del paesaggio, della qualità del progetto e dell'opera architettonica e urbanistica”. La Sicilia ha recepito le direttive ministeriali con l’istituzione del D.A.R.C. Sicilia e ad oggi l’attività del Dipartimento per l’Architettura e l’Arte Contemporanea rappresenta un punto di riferimento per tutti i professionisti e gli enti che operano nel settore avendo già all’attivo il patrocinio di ben 12 concorsi internazionali entro il 2009. Qual è il tuo parere sull’attività del D.A.R.C. e sui possibili cambiamenti e i contributi che la sua istituzione potrà apportare nella cultura isolana riguardo l’architettura contemporanea?

Purtroppo non conosco bene l’attivitá del Darc. Ho visto alcuni concorsi che ha organizzato o patrocinato ma non ho mai avuto occasione di approfondire.

4. Qual'è l'esperienza che ha lasciato un segno indelebile nel tuo modo di progettare?

Sicuramente la mia prima esperienza professionale, prima da studente e poi da laureato, al fianco di Carlos Ferrater a Barcellona. Un tuffo in apnea nella attività di progetto più intensa con tutti gli stimoli che venivano parallelamente dalla pratica dell’architettura e dall’osservazione della città. Una Barcellona che negli anni in cui l’ho conosciuta, nel 2000, era già all’apice del suo sviluppo architettonico e urbanistico, ed ancora in crescita costante.
E successivamente il contatto con lo studio MBM, con il quale mia moglie ha collaborato per diversi anni, e che ha rappresentato per noi un punto di riferimento fortissimo nella progettazione alla scala urbana e per l’attenzione dedicata al tema dello spazio pubblico, alla componente sociale e all’attenzione alla scala umana che influenza la progettazione.
Dunque Ferrater,Barcellona e Bohigas contemporaneamente.

5. Quali sono gli aspetti che ritieni i più positivi ed i più negativi dell’architettura contemporanea?

Tra gli aspetti positivi sicuramente sta la grande qualità raggiunta dalle tecniche costruttive e dall’innumerevole varietà nell’uso dei materiali nell’architettura. La fantasia con cui spesso si reinterpretano tecniche e materiali tradizionali della cultura di un luogo, anche poveri, con un linguaggio del tutto nuovo. Come ricette di cucina contemporanea che trasformano con creatività piatti comuni di ogni giorno.
Insieme a questo il rispetto per l’emergenza ecoambientale e la ricerca in corso sulle basse emissioni energetiche degli edifici.
Ciò che invece ritengo negativo è la tendenza alla spettacolarità e al formalismo gratuito che si stanno imponendo sempre più forti nella cultura architettonica contemporanea.
Forse un pó spinti dalla domanda di amministrazioni pubbliche e investitori privati, gli architetti sempre piú si sono orientati verso l’edificio “singolare” ed iconico. E i sindaci soddisfatti di avere un edificio unico al mondo, ma spesso con nessuna relazione con il luogo.

6. L’architettura, al di là delle componenti artistiche, filosofiche e culturali, è anche un servizio professionale che viene reso ad un committente pubblico o privato in regime di mercato a seconda della “domanda” e dell’ ”offerta” del servizio stesso. Ritieni che la scarsa diffusione della cultura architettonica contemporanea in Sicilia e in altre parti d’Europa sia causata dalla mancanza di una “domanda consapevole” circa i necessari requisiti di contemporaneità di un’opera nuova?

La cultura architettonica e artistica influenzano l’opinione pubblica attraverso i buoni esempi di relizzazioni concrete e attraverso il dibattito sui mezzi di comunicazione, le esposizioni ecc.
Ma in Italia e in Sicilia che peso ha il dibattito sull’architettura contemporanea agli occhi dei non addetti ai lavori?
L’educazione all’architettura o all’arte non sono innate in una società. Devono essere coltivate e devono essere trattate come elementi importanti della cultura di una società.
Dovrebbe essere un dovere delle università e degli ordini professionali, ma ancor più di una politica colta e illuminata, dare il giusto peso all’architettura, allo spazio pubblico, all’arredo urbano affinchè l’opinione pubblica ne riconosca la necessità. E fare si che questa necessità si trasformi in norma di legge.
In molti paesi l’architetto è considerato dall’opinione pubblica e dalla normativa edilizia, una figura indispensabile e un professionista di tutto rispetto.
In sicilia non è sicuramente cosi. Parte della colpa è degli architetti e degli ordini professionali che non hanno saputo difendere le propie competenze agli occhi della società e altra gran parte della politica, che continua a permettere che costruisca chi non ne ha le competenze e la formazione adeguata per farlo.

7. Conoscendo la realtà siciliana ed in particolare di una delle città che conosci meglio, quale opera di architettura potrebbe risultare fondamentale per lo sviluppo del territorio?

Non credo che lo sviluppo del territorio possa essere legato ad una opera in particolare.
Non stiamo parlando di un’operazione alla Guggenheim di Bilbao, dove l’effetto mediatico è stato portato ai massimi estremi, e sicuramente con ricadute sul turismo culturale mai viste prima. In Sicilia potremmo avere bisogno di infrastrutture più adeguate ai tempi d’oggi, oppure di porti turistici e commerciali più sviluppati, piuttosto che di parcheggi e opere capillari nelle città per il potenziamento dei trasporti pubblici.
Lo sviluppo di un territorio devi pianificarsi su criteri ad una scala territoriale molto piú ampia e basarsi su obbiettivi socio- economici e di scambi commerciali e turistici. L’architettura viene dopo.

8. Qual'è la principale differenza nell'organizzazione del lavoro all'interno dello studio professionale in cui operi rispetto a quella che si ha in Sicilia? (se l'intervistato opera all'estero)

Non lo so. Credo che ogni studio adotta un metodo di lavoro che gli è piú congeniale.
Non credo che dipenda affatto dal paese in cui si trova.

9. Nella realizzazione di un'opera, grande importanza viene data all'effettiva esecutività del progetto; ritieni che l'Italia e la Sicilia in particolare siano ancora indietro rispetto agli standard qualitativi europei riguardo la qualità media dei progetti?

Credo che la sicilia sia ancora abbastanza indietro.
In parte perché non c’è “l’allenamento” a costruire, visto che i piani urbanistici sono cosí blindati…parlo del piano Cervellati per esempio. Gli architetti non hanno l’opportunitá di cimentarsi nella relizzazione dei progetti che disegnano, e questo influisce sulle tecniche costruttive e sugli standard, che sono ancora quelli di venti o trenta anni fa, quando le imprese si cimentavano anche con opere piú complesse e gli architetti costruivano le espansioni delle cittá. Sto estremizzando il preblema, ma il punto è che veramente si costruisce cosí poco, e con budgets cosi bassi in Sicilia, che è difficile pensare che si raggiungano gli standard medi europei. E parallelamente non c’è, come dicevamo prima, la cultura dell’architettura ben progettata e ben costruita.


10. L’avvento di internet ha reso di facile visione e diffusione le immagini dei progetti e delle opere costruite. Ritieni che il fascino e la seduzione visiva delle rappresentazioni grafiche ottenute con l’uso degli strumenti di visualizzazione digitale abbia in qualche modo condizionato i criteri progettuali e le tendenze compositive?

Sicuramente si, ma in positivo. Le simulazioni tridimensionali possono essere uno strumento molto più potente della matita e di una prospettiva tradizionale. I modelli virtuali in 3D Possono amplificare l’immaginazione, cosi come danno la possibilitá di disegnare forme o anche elementi strutturali prima difficili da visualizzare. Le immagini dovrebbero comunque limitarsi ad essere uno strumento della proggettazione e non il fine ultimo. Si corre il rischio molto spesso di confezionare un progetto come un pacco ben involto e attraente, incitati dalle giurie dei concorsi che in maniera spietata e superficiale si lasciano trasportare da una immagine senza entrare nel merito dei disegni.
È un circolo vizioso, a cui io stesso cerco di dare equilibrio quando presento un progetto. Sotto una buona immagine deve stare una sezione interessante, uno spazio complesso, una pianta ben distribuita.

11. Si ritiene che lo strumento del concorso di idee sia utile per la diffusione del principio di qualità e di trasparenza di un opera architettonica pubblica. Sei d’accordo con questa affermazione e ritieni che il livello di equità di giudizio offerto dalle commissioni giudicatrici sia mediamente accettabile?

Questo non saprei dirlo. Non ho mai fatto parte di una giuria. Non so esattamente quali sono le dinamiche. Di sicuro ultimamente è diventato quasi impossibile per una giuria fare una selezione dei progetti in base ad uno studio approfondito delle proposte. In certi casi le proposte sono centinaia e sempre mi chiedo quale può essere il criterio di esclusione.
A parte questo, sono abbastanza contrario al concorso di idee che non prevede un incarico sicuro per il vincitore. È una prassi che ormai quasi solo in Italia viene usata da piccole amministrazioni per poter tenere nel cassetto buone idee di progetto e poterle gestire in maniera del tutto indipendente, e con i propri tempi. Sempre e quando l’opera a concorso si voglia realmente realizzare.
La formula migliore dovrebbe essere sempre il concorso aperto in forma anonima e con incarico diretto al vincitore.
(TESTO DI MASSIMO BASILE)

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8 mag 2009

11x11 - Terza Intervista: ERNESTO MISTRETTA

Di seguito la terza intervista dell'evento 11x11 (undici domande per undici architetti) che si terrà presso il Centro ZO il prossimo 23 maggio.

Ernesto è nato a Marsala (TP) nel 1976, si laurea in architettura a Palermo nel 2001. Dal 1998 progetta appartamenti, lofts, giardini, allestimenti museografici e scenografie teatrali in Italia ed in Francia.
Dal 2001 realizza una serie di case unifamiliari nella provincia di Trapani in Sicilia, un Hotel, la risistemazione del porto turistico di Palermo in collaborazione con l’architetto tedesco Hans Walter Müller. Dal 2005 collabora con l’architetto francese Jean Nouvel (pritzker price 2008) in qualità di chef di progetto nella realizzazione di grattacieli, sale concerto, mediateche, musei, alberghi, abitazioni, ristoranti, imbarcazioni, oggetti di design industriale.
Si batte contro la globalizzazione per un’architettura contestualizzata che tenga conto delle specificità dei luoghi e degli uomini.


1 Spesso si fa una gran confusione nel definire il lasso di tempo che racchiude le opere di architettura “contemporanea”. La Storia contemporanea è il periodo storico che parte dal Congresso di Vienna ad oggi (193 anni). L’Arte contemporanea si riferisce all’arte creata nel presente ed include generalmente tutta l’arte creata dalla fine degli anni sessanta del XX secolo fino ai giorni nostri (circa 40 anni). La Musica contemporanea è quella composta nel XX e nel XXI secolo. Il Teatro contemporaneo è quello che si è sviluppato in un periodo compreso tra gli inizi del Novecento e i giorni nostri (circa 30 anni). Qual è, a tuo parere, l’intervallo temporale corretto che definisce l’architettura contemporanea?

Se avessi la possibilità sopprimerei le categorie storiche e parlerei di modernità nel corso della storia dell’architettura. La modernità è atemporale e proporre forme abitative inedite e al passo con le altre arti, le tecnologie e la politica.

2 Per una buona riuscita di opera ci vuole un buon architetto, un committente illuminato e una buona impresa. Per l’esperienza che tu hai potuto maturare all’estero, puoi indicare che peso hanno questi 3 fattori nella realizzazione di un’opera?

I tre fattori sono sempre stati importanti nella storia ma il loro rispettivo peso è sempre diverso. Oggi l’architetto nella veste di star ha un peso preponderante su gli altri due ma non per questo fa una migliore architettura.

3 Riguardo l’architettura contemporanea, l’Italia negli ultimi anni sta tentando di recuperare il grosso divario con gli altri stati europei e lo sta facendo lentamente. Una importante tappa a livello nazionale è stata l’avvio del P.A.R.C. “Direzione Generale per la qualità e la tutela del paesaggio, della qualità del progetto e dell’opera architettonica e urbanistica”. La Sicilia ha recepito le direttive ministeriali con l’istituzione del D.A.R.C. Sicilia (oggi unificato con il Dip. Beni Culturali) e ad oggi l’attività del Dipartimento per l’Architettura e l’Arte Contemporanea rappresenta un punto di riferimento per tutti i professionisti e gli enti che operano nel settore avendo già all’attivo il patrocinio di ben 12 concorsi internazionali entro il 2009. Qual è il tuo parere sull’attività del D.A.R.C. e sui possibili cambiamenti e i contributi che la sua istituzione potrà apportare nella cultura isolana riguardo l’architettura contemporanea?

Divario? Ogni paese ha le sue specificità ed una sua storia. L’architettura italiana e siciliana degli ultimi decenni è lo specchio della situazione culturale e politica del nostro paesa e per questo bisogna rispettarla. Penso che il PARC e il DARC potranno fare poco in un paese ancora malato.

4 Qual’è l’esperienza che ha lasciato un segno indelebile nel tuo modo di progettare?

Non mi sono mai fatto tatuare né il corpo né la mente. I "modi" non fanno per me, io progetto rispondendo ad un luogo, un cliente e soprattutto alle mie emozioni.

5 Quali sono gli aspetti che ritieni i più positivi ed i più negativi dell’architettura contemporanea?

Quale architettura contemporanea e quale architetto?

6 L’architettura, al di là delle componenti artistiche, filosofiche e culturali, è anche un servizio professionale che viene reso ad un committente pubblico o privato in regime di mercato a seconda della “domanda” e dell’ ”offerta” del servizio stesso. Ritieni che la scarsa diffusione della cultura architettonica contemporanea in Sicilia e in altre parti d’Europa sia causata dalla mancanza di una “domanda consapevole” circa i necessari requisiti di contemporaneità di un’opera nuova?

Il problema è sempre lo stesso, in un paese dove domina un clima totalitario, la speranza di una domanda consapevole è lontana.

7 Conoscendo la realtà siciliana ed in particolare di una delle città che conosci meglio, quale opera di architettura potrebbe risultare fondamentale per lo sviluppo del territorio?

Non un’opera di architettura ma un’opera d’arte: I Cretti di Burri a Gibellina.

8 Qual’è la principale differenza nell’organizzazione del lavoro all’interno dello studio professionale in cui operi rispetto a quella che si ha in Sicilia? (se l’intervistato opera all’estero)

L’Atelier Jean Nouvel nel quale mi diverto a lavorare, non ha un’organizzazione predefinita, ci si adatta alle specificità di ogni progetto con grande entusiasmo e sensibilità.

9 Nella realizzazione di un’opera, grande importanza viene data all’effettiva esecutività del progetto; ritieni che l’Italia e la Sicilia in particolare siano ancora indietro rispetto agli standard qualitativi europei riguardo la qualità media dei progetti?

Ho voglia di affermare che l’Europa è indietro rispetto agli standard qualitativi siciliani.

10 L’avvento di internet ha reso di facile visione e diffusione le immagini dei progetti e delle opere costruite. Ritieni che il fascino e la seduzione visiva delle rappresentazioni grafiche ottenute con l’uso degli strumenti di visualizzazione digitale abbia in qualche modo condizionato i criteri progettuali e le tendenze compositive?

All’immagine Virtuale ogni architetto attribuisce la sua importanza nell’elaborazione del progetto, alcuni la considerano il progetto.

11 Si ritiene che lo strumento del concorso di idee sia utile per la diffusione del principio di qualità e di trasparenza di un opera architettonica pubblica. Sei d’accordo con questa affermazione e ritieni che il livello di equità di giudizio offerto dalle commissioni giudicatrici sia mediamente accettabile?

Il termine “mediamente” mi spaventa. L’Architettura esige l’eccellenza.
Nei concorsi di architettura l’eccellenza dipende dagli architetti ma anche dalle commissioni e quest’ultime dipendono dalle volontà politiche……..

9 MAGGIO 2009 SIRACUSA : debutto di FUKSAS a teatro


Massimiliano e Doriana Fuksas debuttano a teatro disegnando le scenografie di Medea ed Edipo a Colono in calendario al Teatro greco di Siracusa dal 9 al 21 giugno . E quale migliore occasione dei drammi greci che lo stesso Fuksas considera drammaturgicamente grandi costruzioni architettoniche .
Per l’ideazione del progetto scenografico l’architetto , famoso soprattutto per la realizzazione di grandi opere urbanistiche , si e’ ispirato all’orizzonte , inscenato da una “lama concava” che come da egli ribadito “specchia tutto cio’ che accade intorno , che coinvolge il pubblico , che riflette e che invita a riflettere ".
E ancora Massimiliano Fuksas provoca una riflessione se la realta’ e’ quella che vediamo allo specchio o quella che si riflette .
“L’orizzonte –aggiunge-che parla dell’elemento della catarsi e di quello che era il paesaggio , il luogo e l’azione , per la coscienza degli spettatori , non di oggi , ma di ieri”.Ed e’ con questa scenografia che egli tenta di ricostruire quest’orizzonte perduto , poiche’ il paesaggio e lo scenario sono mutati nel tempo .
Gli spettacoli della stagione 2009 della Fondazione Inda sono incentrati sul tema dell'immigrazione e sui motivi dell'esilio e dell'asilo .
I protagonisti sono sospesi tra due culture e due appartenenze , sono nello stesso tempo prossimi ed estranei per coloro da cui si distaccano e per coloro che li accolgono .Tema quanto mai attuale specialmente in Sicilia ,terra di frontiera del Mediterraneo , da sempre luogo di incontro , di contraddizione , di confronto e di ridefinizione delle identita'.























5 mag 2009

COSMIT 2009 : MILANO DESIGN WEEK


Milano si conferma capitale dell'abitare . Bastano due dati :200 mila metri quadrati espositivi , 291 aziende in lista d'attesa . Il made in Italy non conosce la crisi , solo un modesto 1,3 per cento in meno per le esportazioni . Dagli aeroporti ai musei , dagli hotel ai circuiti di formula uno , il marchio che prevale e' il nostro . Ecco un breve diario su quello che abbiamo visto al Fuori Salone . Aleggia nell'aria l'eco dei grandi maestri , Achille Castiglioni , Enzo Mari , Ettore Sottsass . Si possono ammirare invece live lo stile di Luigi Caccia Dominioni allo spazio di Azucena e , a quello di Fragile , 40 pezzi di Franco Albini disegnati con Franca Helg tra gli anni Cinquanta e Sessanta. L'industria attira progettisti da tutto il mondo , accade per es. con Dovetusai , Nilufar e allo Spazio Rossana Orlandi con , ospite per Baccarat , il " principe " del design Jaime Hayon . E' presente anche la scuola con Naba , la Libera Universita' di Bolzano , Fabrica che addirittura mette a lavorare , in una mostra in progress , 40 dei suoi creativi di stanza a Treviso . Ci sono anche presenze straniere come Tom Dixon e i 5.5 designers . Ma non puo' mancare la moda con Tods che "sfila" con una galleria di sedie selezionate da Giulio Cappellini , Rosita Missoni con la home collection di famiglia , Versace e Blumarine che presentano le loro creazioni per la casa , Paul Smith che premia i giovani designer inglesi . E infine da segnalare Loris Cecchini che con la sua ricerca fa dialogare arte , architettura e abitare , dimostrando che la creativita' puo' fare sistema (nella foto una seduta disegnata da James Irvine per Thonet , presentata per la prima volta al COSMIT 2009 ) .

4 mag 2009

11x11 - Seconda Intervista: FRANCESCO MONCADA






















Di seguito la seconda intervista dell'evento 11x11 (undici domande per undici architetti) che si terrà presso il Centro ZO il prossimo 23 maggio. Oggi è la volta di Francesco Moncada (1976), laureato alla Facoltà di Architettura di Palermo nel 2004. Nel 2000 è stato guest student presso la Universidad de Navarra, in Spagna.
Ha lavorato per Foreign Office Architects (FOA) a Londra tra il 2001 e il 2002, e per Office for Metropolitan Architecture (OMA) a Rotterdam tra il 2006 al 2007.
Ha vissuto e lavorato in differenti paesi: U.K. Spagna, Portogallo, Paesi Bassi, e a Dubai. I suoi lavori sono stati pubblicati su varie riviste internazionali tra cui Frame Magazine, Case D’abitare, Ottagono, Perspective HK e webzine come Dezeen.
link:
Sito ufficiale dell'evento "11 domande x 11 architetti"
Sito dell'evento 11x11 su Facebook

INTERVISTA
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1. Spesso si fa una gran confusione nel definire il lasso di tempo che racchiude le opere di architettura “contemporanea”. La Storia contemporanea è il periodo storico che parte dal Congresso di Vienna ad oggi (193 anni). L’Arte contemporanea si riferisce all’arte creata nel presente ed include generalmente tutta l’arte creata dalla fine degli anni sessanta del XX secolo fino ai giorni nostri (circa 40 anni). La Musica contemporanea è quella composta nel XX e nel XXI secolo. Il Teatro contemporaneo è quello che si è sviluppato in un periodo compreso tra gli inizi del Novecento e i giorni nostri (circa 30 anni). Qual è, a tuo parere, l’intervallo temporale corretto che definisce l’architettura contemporanea?

Di solito quando parlo di architettura contemporanea, mi riferisco all’architettura delle ultime 2 decadi,ma la lentezza dei processi dell’architettura ci obbliga a fare delle eccezioni.


2. Per una buona riuscita di opera ci vuole un buon architetto, un committente illuminato e una buona impresa. Per l’esperienza che tu hai potuto maturare all’estero, puoi indicare che peso hanno questi 3 fattori nella realizzazione di un’opera?

Sicuramente tutte le componenti hanno delle valenze nella buona riuscita di un progetto. Spesso entrano dentro anche dei fattori esterni molto importanti come la politica e quello che la gente comune pensa. In Spagna per esmpio si fa della buona architettura perche spinta dalla politica e molto apprezzata dalla gente comune. Tutto questo implica che gli architetti sono piu’ professionali e le scuole preparino meglio al mestiere dell’architetto, di quanto si faccia in Italia. E’ un po un circolo vizioso, piu si fa meglio, piu si pretende, piu’ tutti diventano partecipi. Le grandi cattedrali di un tempo erano volute fortemente dal popolo e tutti ne erano partecipi.


3. Riguardo l’architettura contemporanea, l’Italia negli ultimi anni sta tentando di recuperare il grosso divario con gli altri stati europei e lo sta facendo lentamente. Una importante tappa a livello nazionale è stata l’avvio del P.A.R.C. “Direzione Generale per la qualità e la tutela del paesaggio, della qualità del progetto e dell’opera architettonica e urbanistica”. La Sicilia ha recepito le direttive ministeriali con l’istituzione del D.A.R.C. Sicilia (oggi unificato con il Dip. Beni Culturali). Qual è il tuo parere sull’attività del D.A.R.C. e sui possibili cambiamenti e i contributi che la sua istituzione potrà apportare nella cultura isolana riguardo l’architettura contemporanea?

Devo dire che a riguardo sono un pò pessimista. Recentemente ho seguito la vicenda di alcuni di questi concorsi in particolare quello di Qualita’ Italia a Siracusa e i risultati sono stati pessimi. Il concorso e’ stato annullato per incongruenze processuali e grandi architetti del calibro di Bohigas sono stati esclusi per oscuri motivi dalla giuria. Casualmente tutti i professori della facolta’ di architettura di siracusa che partecipavano sono risultati idonei alla prima fase. Ed ancora casualmente uno dei membri della giuria era il preside della facolta’ di architettura di Siracusa. Tutto questo ha dei risultati devastanti sulla credibilità di questi concorsi e non fa altro che allontanare i professionisti seri e professionalmente riconosciuti per il loro lavoro che allontana il territorio dal dibattito internazionale e il conseguente risultato non e’ certamente un risultato di qualità. L’apertura del territorio a grandi professionisti internazionali credo che possa solamente giovare a un territorio e alla crescita dei professionisti che vi operano. Si pensi a quello che accade in Spagna dove il dibattito e’ serio e i professionisti locali, le maestranze locali etc. Hanno tutti migliorato il loro livello di qualita’ dopo la venuta di professionisti provenienti da posti diversi e con diverse culture. Quello che per esempio ha fatto Sgarbi con l’intelligente e sobrio progetto di Isozaki a Firenze, non fa altro che creare discredito al nostro paese, che dall’esterno e’ sempre maggiormente visto come un paese lento e con poca voglia di rinnovarsi, che no vuole svecchiare, con una burocrazia corrotta, una meritocrazia inesistente e che poco vuole aprirsi al resto del mondo. E il mercato globale e’ qualcosa a cui anche l’Italia non può sottrarsi.


4. Qual’è l’esperienza che ha lasciato un segno indelebile nel tuo modo di progettare?

Nel periodo dell’universita’ i viaggi e l’esperienza dal vivo dell’architettura mi hanno segnato molto. Poi negli ultimi anni ho avuto la fortuna di lavorare nel Regno Unito, in Spagna, nei Paesi Bassi e negli Emirati Arabi, ed ognuna di queste esperienze ha lasciato una traccia. L’esperienza da O.M.A. con Rem Koolhaas penso abbia modificato in maniera tangibile il mio modo di progettare per sempre.


5. Quali sono gli aspetti che ritieni i più positivi ed i più negativi dell’architettura contemporanea?

Penso che l’architettura di qualita’ puo’ realmente cambiare la vita di una citta’ in meglio. Purtroppo in Sicilia e in Italia non se ne vede molta, faccio molta fatica ,quando mi chiedono un progetto interessante di architettura contemporanea in Italia. Se si pensa a come l’architettura contemporanea abbia cambiato la vita di moltissime citta’ spagnole o di come citta’ come Londra riesca a essere ancora dinamica grazie all’architettura. Lo stesso succede in citta’ come Dubai dove attualmente vivo, l’architettura riveste un ruolo fondamentale nell’esistenza e nell’economia della citta’ stessa.


6. L’architettura, al di là delle componenti artistiche, filosofiche e culturali, è anche un servizio professionale che viene reso ad un committente pubblico o privato in regime di mercato a seconda della “domanda” e dell’ ”offerta” del servizio stesso. Ritieni che la scarsa diffusione della cultura architettonica contemporanea in Sicilia e in altre parti d’Europa sia causata dalla mancanza di una “domanda consapevole” circa i necessari requisiti di contemporaneità di un’opera nuova?

Non riesco a scindere il concetto contemporaneita’ da opera nuova. Penso che la conoscenza dell’architettura contemporanea dei non architetti sia molto scarsa, visto che in giro non se ne vede molta. Considero “architettura” solo quella di qualita’ e non l’edilizia generica. In Italia, a differenza del resto del mondo e di pochissimi altri paesi, non solo gli architetti possono progettare, e tutto questo ha creato una gran confusione in proposito. Spero che in futuro le norme europee mettano un po di ordine a questa situazione confusionaria e poco intelligente.


7. Conoscendo la realtà siciliana ed in particolare di una delle città che conosci meglio, quale opera di architettura potrebbe risultare fondamentale per lo sviluppo del territorio?

Penso che il ripensamento delle coste sia fondamentale per lo sviluppo del territorio siciliano. Molte delle citta’ siciliane si affacciano sul mare e spesso e’ una risorsa poco valorizzata. Penso che molte delle citta’ siciliane debbano ripensare se stesse a partire dal mare.


8. Qual’è la principale differenza nell’organizzazione del lavoro all’interno dello studio professionale in cui operi rispetto a quella che si ha in Sicilia? (se l’intervistato opera all’estero)

La sostanziale differenza e’ l’apparato burocratico che e’ inspiegabilmente lento inefficiente, inefficace e corrotto e che spesso guarda solo ai propri interessi. In italia abbiamo troppi enti di controllo spesso incompetenti sulla materia ( penso alle sovrintendenze, il suo corrispettivo in Spagna e’ l’ordine degli architetti).


9. Nella realizzazione di un’opera, grande importanza viene data all’effettiva esecutività del progetto; ritieni che l’Italia e la Sicilia in particolare siano ancora indietro rispetto agli standard qualitativi europei riguardo la qualità media dei progetti?

Purtroppo si e di molto. E probabilmente non e’ da imputare solo alla politica e alle imprese di costruzione, ma soprattutto alle scuole di architettura rimaste indietro a causa del sistema stagnante delle carriere universitarie e dove la meritocrazia e la voglia di rinnovarsi manca.


10. L’avvento di internet ha reso di facile visione e diffusione le immagini dei progetti e delle opere costruite. Ritieni che il fascino e la seduzione visiva delle rappresentazioni grafiche ottenute con l’uso degli strumenti di visualizzazione digitale abbia in qualche modo condizionato i criteri progettuali e le tendenze compositive?

Penso che il computer siano uno strumento che abbia rivoluzionato la professione dell’architetto sicuramente in meglio come tutti le innovazioni tecnologiche. Internet parallemante ha creato una rete di connessioni e ha facilitato l’accesso e lo scambio di informazioni in maniera drastica ed e’ ormai indispensabile per tutti.


11. Si ritiene che lo strumento del concorso di idee sia utile per la diffusione del principio di qualità e di trasparenza di un opera architettonica pubblica. Sei d’accordo con questa affermazione e ritieni che il livello di equità di giudizio offerto dalle commissioni giudicatrici sia mediamente accettabile?

Assolutamente si, anche se riservo qualche dubbio sulle attuali commissioni giudicatrici che penso debbano avere sempre dei membri internazionali per aumentare il dialogo. ritengo che il sistema possa migliorare con una maggiore trasparenza e con le nuove generazioni.

3 mag 2009

In Austria il 2° Simposio Internazionale sull'Architettura ad alta efficienza energetica: "adeguamento energetico degli edifici esistenti"


In Carinzia (Austria) , vicino il lago Weissensee, si terrà il secondo Simposio Internazionale di Architettura ad alta efficienza energetica.
Si tratta del "Tri Alpe Adria 2009", ideato ed organizzato dall'Architetto Hans-Joachim Gögl.
Durante un convegno di due giorni, verranno mostrati i migliori progetti, e gli esempi tratti da edifici reali e esperienze pratiche maturate da diversi professionisti specializzati in architettura bio-climatica e progettazione di edifici passivi. Per la prima volta srà posta la massima attenzione su metodi di "adeguamento energetico" degli edifici esistenti. per leggere il resto del post clicca su "read more" .



Di seguito un estratto del comunicato stampa:

Nel maggio dello scorso anno si è tenuto il primo simposio »Tri Alpe Adria« e già alla prima edizione è stato un vero successo! Circa 200 partecipanti provenienti da Austria, Italia settentrionale e Slovenia si sono incontrati sul Weissensee per raccogliere informazioni su esperienze e tendenze in ambito di risanamento ad alta efficienza energetica di abitazioni vecchie. In qualità di organizzatori eravamo curiosi di vedere se le varie lingue, le diverse storie e situazioni giuridiche dei tre stati in materia di edilizia e di incentivi per gli edifici a risparmio energetico avrebbero realmente rappresentato una barriera. Fortunatamente, in occasione del Tri abbiamo potuto constatare ciò che avevamo sperato: in questa regione, e in questo interessante mercato compreso tra le Alpi e l’Adriatico si sta facendo strada, lentamente ma con costanza, una consapevolezza nuova.
Conoscenze, esempi pratici e ... cooperazione
L’obiettivo del »Tri Alpe Adria« è quello di dar vita ad una vivace piattaforma di cooperazione in cui si incontrino regolarmente tutti gli esperti che si occupano di edifici ad alta efficienza energetica. A questo proposito, siamo orgogliosi di poter offrire ai partecipanti tre grossi incentivi:
1. Le conoscenze migliori: relatori esperti e di prim’ordine che presentano soluzioni sia nuove che collaudate e trasmettono nozioni ben trattate dal punto di vista didattico.
2. Tutto il tempo necessario per scambiarsi le reciproche esperienze, discutere e curare amicizie e contatti di lavoro vecchi e nuovi tra Bolzano, Klagenfurt, Lubiana, Udine e Milano.
3. L’architettura ad alta efficienza energetica a portata di mano: ogni Tri prevede, nell’ambito della manifestazione, un’escursione presso interessanti esempi di fabbricati.
La documentazione relativa alla conferenza sarà nuovamente disponibile in lingua inglese.
Saremo lieti di poter trascorrere assieme a voi queste due interessanti giornate sul lago Weissensee! "

28 apr 2009

Studio HMA - Residenze contemporanee in Nuova Zelanda














Dopo il post su Melbourne (Australia), eccone uno sulle residenze contemporanee in Nuova Zelanda. Ha colpito la nostra atternzione uno studio di architettura nato dall'impegno di Max Herriot and John Melhuish che, dopo appena 10 anni di attività professionale, hanno aperto tre sedi dello studio e vantano una produzione di una indiscutibile qualità. Lo studio HMA (Herriot Melhuish Architectue) ha all'attivo diverse residenze tra le quali ne abbiamo selezionato alcune che a nostro parere dimostrano una straordinaria coerenza di approccio progettuale. Legno, volumi puri, grande pulizia
Attenzione, non parliamo di Archistar, nè tantomeno di progetti di estrema sperimentazione (come la Letter Box di Melbourne); è solo un semplice esempio di come in Nuova Zelanda due semplici architetti progettano case normali, per gente normale.

















24 apr 2009

11 x 11 - prima intervista: DAVIDE CAMMARATA

Spazi Contemporanei ha ideato un'intervista multipla con 11 domande a cui risponderanno 11 architetti siciliani che vivono e lavorano in sicilia od hanno vissuto realta' lavorative all'estero. Vi propongo la prima intervista, all'Arch. Davide Cammarata, che farà parte dell'Evento del 23 Maggio 09 alle Ciminiere a Catania con l’obiettivo di promuovere il dibattito circa la diffusione e la promozione della cultura architettonica contemporanea in Sicilia.

1. Spesso si fa una gran confusione nel definire il lasso di tempo che racchiude le opere di architettura “contemporanea”. La Storia contemporanea è il periodo storico che parte dal Congresso di Vienna ad oggi (193 anni). L’Arte contemporanea si riferisce all’arte creata nel presente ed include generalmente tutta l’arte creata dalla fine degli anni sessanta del XX secolo fino ai giorni nostri (circa 40 anni). La Musica contemporanea è quella composta nel XX e nel XXI secolo. Il Teatro contemporaneo è quello che si è sviluppato in un periodo compreso tra gli inizi del Novecento e i giorni nostri (circa 30 anni). Qual è, a tuo parere, l’intervallo temporale corretto che definisce l’architettura contemporanea?

Contemporaneo è qualcosa che senti vicino, che ti siede accanto e di cui avverti la presenza, adesso. È tutto ciò che non ti respinge, che non ti allontana, che ti rafforza e tenta delle risposte. È ciò che genera tracce di serenità. È l’essenzialità. È l’ospitalità. È il senso della dimensione e il rifiuto del superfluo. Le pietre prive di pensiero sono anime morte, non fanno l’architettura.
Io non so quale potrebbe essere l’arco temporale corretto in cui collocare l’architettura contemporanea e aspetto con pazienza che un bravo storico me lo dica. Nel frattempo mi auguro che gli architetti lavorino senza pensare troppo alla loro “storia” rendendo cosi un buon servizio all’architettura.

2. Per una buona riuscita di opera ci vuole un buon architetto, un committente illuminato e una buona impresa. Per l’esperienza che tu hai potuto maturare all’estero, puoi indicare che peso hanno questi 3 fattori nella realizzazione di un’opera?

Personalmente non ho vissuto alcuna esperienza professionale all’estero ma ritengo che ognuno di queste componenti sia fondamentale per la buona riuscita del progetto di architettura sia all’estero che in Italia. Aggiungerei all’elenco una sottocategoria della voce committente: classe dirigente adeguata.

3. Riguardo l’architettura contemporanea, l’Italia negli ultimi anni sta tentando di recuperare il grosso divario con gli altri stati europei e lo sta facendo lentamente. Una importante tappa a livello nazionale è stata l’avvio del P.A.R.C. “Direzione Generale per la qualità e la tutela del paesaggio, della qualità del progetto e dell’opera architettonica e urbanistica”. La Sicilia ha recepito le direttive ministeriali con l’istituzione del D.A.R.C. Sicilia e ad oggi l’attività del Dipartimento per l’Architettura e l’Arte Contemporanea rappresenta un punto di riferimento per tutti i professionisti e gli enti che operano nel settore avendo già all’attivo il patrocinio di ben 12 concorsi internazionali entro il 2009. Qual è il tuo parere sull’attività del D.A.R.C. e sui possibili cambiamenti e i contributi che la sua istituzione potrà apportare nella cultura isolana riguardo l’architettura contemporanea?

Qualsiasi forma di “associazionismo” che si pone come obiettivo la divulgazione del sapere e della conoscenza, rappresenta ovviamente un fatto positivo. Di certo non mancano coscienze da sensibilizzare e, più se ne sensibilizzano, più contemporanei si diventa altrimenti si rischia di vivere un’altra epoca senza averne, per l’appunto, coscienza.
Non credo alla equazione: tanti concorsi uguale qualità architettonica. Non basta finanziarli (i concorsi). Bisogna fare in modo che siano trasparenti, ben strutturati, bisogna rispettarne gli esiti dando seguito alla costruzione del progetto vincitore. Servono competenze ed onestà nelle fondazioni e negli uffici tecnici. Sembrano cose impensabili. Cosi come sembra impensabile una forma di associazionismo, passatemi il termine, “militante”. Nel senso che se qualcuno o qualcosa vuole essere punto di riferimento di una categoria (brutto termine che non comprende la vocazione all’architettura) dovrebbe esercitare maggiore incisività nei confronti di quegli apparati che, in nome di una presunta salvaguardia del territorio, determinano i criteri costruttivi dominanti, trasformando ogni velleità compositiva in pessima edilizia.
La realizzazione di un’architettura, contemporanea, si imbriglia tra le maglie della burocrazia applicata e bisogna dotarsi di molta pazienza fin dall’inizio cioè fin da quando, ingenuamente, si richiede il rilascio della concessione edilizia e dei nulla osta relativi (sanitario, soprintendenza, forestale,…….). Chiedo scusa se parlo di cose esteticamente sgradevoli ma, queste sgradevoli cose, incidono sulla divulgazione della nostra architettura contemporanea, sul rinnovamento e sulla sopravvivenza. Normalmente, le autorizzazioni di rito recitano a memoria lo stesso “canto” che più o meno fa cosi: l’intonaco dovrà essere di colore ocra perchè è il colore delle terre, i muretti (forme di timidezza linguistica) che delimitano il lotto non devono essere più alti di 50 cm sormontati da recinzione metallica e realizzati in pietra locale (opus incertum), il tetto sarà a falde con manto di coppi siciliani . E poi ancora: il portico deve essere rigorosamente in legno, gli aggetti dotati di buon senso. Potrei continuare ma ogni velleità sarà severamente punita con gli strumenti consentiti dalla legge.
Come faccio a spiegare che il portico non è “intenzione” di abusivismo ma è una pausa? Come si misura la pausa in architettura? Come si spiega la continuità tra uno spazio interno ed uno esterno, il vuoto, l’intimità e l’universo semantico che l’architettura è capace di generare senza provocare allarmismo e derisione?

Dicevamo………. Ah si , l’architettura contemporanea…….

4. Qual’è l’esperienza che ha lasciato un segno indelebile nel tuo modo di progettare?

Mi occupavo da parecchi mesi del progetto di ristrutturazione di una casa unifamiliare e cercavo di fare del mio meglio, lo giuro. Tanta fatica per trasformare quella casa in qualcosa di simile ad una architettura. Sedute pedagogiche interminabili sul perché eliminare un cornicione superfluo, sulla purezza delle forme e quant’altro un architetto può dire al committente sotto effetto dell’architettura. Ad un certo punto, durante l’ ennesimo incontro, la signora mi ha chiesto: “dove metto la pettiniera?” Ecco, questa è stata un’esperienza che mi ha lasciato senz’altro un segno indelebile.

5. Quali sono gli aspetti che ritieni i più positivi ed i più negativi dell’architettura contemporanea?

Ogni buona costruzione produce “benessere”. Migliora e semplifica la vita dell’uomo nel suo naturale scorrere. L’aspetto negativo è il ricorso alla spettacolarizzazione esasperata, è la ricerca di originalità a tutti i costi, del resto, l’essenziale vuole una dimensione, il superfluo la rifiuta.

6. L’architettura, al di là delle componenti artistiche, filosofiche e culturali, è anche un servizio professionale che viene reso ad un committente pubblico o privato in regime di mercato a seconda della “domanda” e dell’ ”offerta” del servizio stesso. Ritieni che la scarsa diffusione della cultura architettonica contemporanea in Sicilia e in altre parti d’Europa sia causata dalla mancanza di una “domanda consapevole” circa i necessari requisiti di contemporaneità di un’opera nuova?

Il “mercato” o meglio le persone che richiedono le prestazioni professionali di un architetto non richiedono conoscenze, vogliono ricette. Immaginano la propria casa addobbata come la scenografia di “domenica in” e arredata in stile love-boat. Il benessere economico e le lauree da raccolta punti hanno prodotto questa confusione generalizzata che comprende anche gli architetti. Dalle mie parti se dici che sei di Milano sei un architetto bravo e se, per disgrazia, non dovessi esserlo puoi sempre darti una ripulita scrivendo sul bigliettino da visita: laureato a Venezia. “Giù al nord”, invece, il committente è un po’ più fighetto, più informato, frequenta qualche amico mobiliere dove trascorre i pomeriggi a discutere di donne e design. E’ un uomo navigato insomma, capace di conversare con un buon vino tra le mani o meglio, con lo stelo del calice tra il pollice e l’indice, perché Michele lo gira e lo rigira quel bicchiere: gusto chiaro, gusto pulito, ma…. è glen grant. No. È ubriaco prima di bere. E la sua casa?. È uguale allo show-room e lo show-room è uguale alla sua casa.

7. Conoscendo la realtà siciliana ed in particolare di una delle città che conosci meglio, quale opera di architettura potrebbe risultare fondamentale per lo sviluppo del territorio?

Le città, compresa quella che provo ad abitare con risultati pessimi, non hanno bisogno di funambolismi architettonici, di originalità a tutti i costi ma di sana normalità. Le emergenze sono le periferie, sempre più spazi degradati e privi di ogni basilare principio di civiltà architettonica. Servono gesti capaci di dare riparo alle complicazioni della vita. In fondo questo, credo, sia un modo per avvicinarsi all’architettura.

8. Qual’è la principale differenza nell’organizzazione del lavoro all’interno dello studio professionale in cui operi rispetto a quella che si ha in Sicilia? (se l’intervistato opera all’estero)
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9. Nella realizzazione di un’opera, grande importanza viene data all’effettiva esecutività del progetto; ritieni che l’Italia e la Sicilia in particolare siano ancora indietro rispetto agli standard qualitativi europei riguardo la qualità media dei progetti?

Gli standard europei sembrano alti. In ogni caso voglio pensarlo. Per giudicare i nostri standard o l’importanza che il nostro paese attribuisce all’architettura, basta osservare lo stato dell’arte di una qualsiasi opera pubblica, non dopo qualche anno di uso e consumo dell’oggetto architettonico, sarebbe già un evento, ma all’indomani della consegna dei lavori. Questo banale esercizio restituisce la misura della nostra arretratezza rispetto una normale città europea. L’architettura in Italia non è consenso.

10. L’avvento di internet ha reso di facile visione e diffusione le immagini dei progetti e delle opere costruite. Ritieni che il fascino e la seduzione visiva delle rappresentazioni grafiche ottenute con l’uso degli strumenti di visualizzazione digitale abbia in qualche modo condizionato i criteri progettuali e le tendenze compositive?

La rapidità di scambio delle informazioni che oggi permette internet è straordinaria. Cosi come l’ansia del voler apparire, del voler dire per forza delle cose, del mettersi in mostra con linguaggi forbiti, ironici. Il web accoglie tutte queste istanze. Tutti hanno da dire e da far vedere qualcosa. Nessuno ascolta più. La rivoluzione digitale, informatica, chiamiamola come vogliamo, in quanto rivoluzione impatta sulle abitudini consolidate determinando scompigli ed entusiasmi. È l’era del possibile e di una nuova libertà di indagine architettonica. Le opere di Gehry e poi di tanti altri, non sarebbero potute esistere se non in questa epoca, ma l’architetto del museo di Bilbao, pare,non sappia accendere il computer preferendo le forbici al mouse.

11. Si ritiene che lo strumento del concorso di idee sia utile per la diffusione del principio di qualità e di trasparenza di un opera architettonica pubblica. Sei d’accordo con questa affermazione e ritieni che il livello di equità di giudizio offerto dalle commissioni giudicatrici sia mediamente accettabile?

Lo strumento del concorso di idee in Italia, almeno in buona parte dei casi, non garantisce trasparenza e qualità. Credo che le appartenenze, le cordate universitarie, gli amici degli amici non rappresentino una pagina triste consegnata alla storia di questo paese ma la triste attualità. Mi pare superfluo parlare dello stato dell’università in Italia: televisione e giornali ci informano di continuo sul suo pessimo stato di salute. Il crimine maggiore che un Paese, cosiddetto civile, può commettere è privarti della speranza.

Arch. Davide Cammarata

Laureato in architettura nel 1996, Palermo.

Dal 1998 lavora a Palermo con l’architetto Giuseppe Giovanni Carpintieri.
Collaboratore per l’anno accademico 2006/2007 nei laboratori di progettazione 1 e 2 nel corso di laurea in Scienze dell’architettura, Università degli studi Kore di Enna
Dal 2007 svolge attività professionale con il gruppo itaca architetti associati di Caltanissetta partecipando a diversi concorsi di progettazione nazionali ed internazionali.
3° classificato al concorso: premio expà Siciliarchitettura 2006.
Nel 2007 riceve il premio Quadranti di architettura per la valorizzazione dell’architettura contemporanea in Sicilia, concorso organizzato dal Comune di Pedara (CT). Nello stesso anno partecipa alla rassegna Sicilia – Olanda, con una mostra allestita presso la galleria delle “Ciminiere” di Catania
Nel 2008 è selezionato alla biennale giovani architetti italiani, rizoma, Pontedera (PI)
Ha partecipato a diverse mostre collettive: con la rassegna siciliarchitettura al museo villa Fortuna di Acitrezza (CT), galleria “SESV” a Firenze, italian style di Chicago; mostra in occasione del premio Pasquale Culotta presso l’ex deposito delle locomotive S.Erasmo di Palermo, con itaca architetti associati per la rassegna: Italy now, ETH, Zurigo.

link:

Sito ufficiale dell'evento "11 domande x 11 architetti"

Sito dell'evento 11x11 su Facebook


18 apr 2009

Grandi artisti "del riciclo" a Siracusa


In occasione del G8 (dal 22 al 24 aprile prossimo) Siracusa si è precipitata a rendere ancora più piacevole la visita dell’Isola di Ortigia e di parte della città avviando una serie di interventi belli e brutti, se così li vogliamo inventariare, che sembrano dare una parvenza di città europea! Italia, Francia, Germania, Regno Unito, Stati Uniti, Giappone, Canada, Russia insieme a Cina, India, Brasile, Messico, Indonesia, Sudafrica, Australia, Repubblica di Corea, Egitto e con la partecipazione della Repubblica Ceca, della Commissione Europea, della Danimarca e di diverse Organizzazioni Internazionali discuteranno attorno ad alcune delle tematiche ambientali più urgenti; in particolare, la lotta ai cambiamenti climatici e la conservazione della biodiversità sono i temi principali del Vertice dei Ministri dell'Ambiente. A cornice degli incontri politici, Siracusa ospiterà alcuni eventi collaterali patrocinati dal Ministero dell'Ambiente realizzati grazie a sponsorizzazioni private o offerti da istituzioni pubbliche. Dal 19 al 26 aprile nelle strade dell’Isola di Ortigia e in alcune caratteristiche location cittadine verranno esposte spettacolari opere di artisti di fama internazionale. Già da oggi: The Awakening il gigante di alluminio, realizzato a Siracusa con materiali riciclati, dello scultore J. Steward Johson Jr, che nella centralissima Piazza Duomo “ingombra” gli spazi e partecipa alla vita cittadina.
Altre news:
In occasione delle celebrazioni per il "Giorno della Terra – Earth Day", che coincide con la giornata di apertura dei lavori del G8 Ambiente, il 21 aprile si terrà a Siracusa l'anteprima nazionale del nuovo film della Walt Disney Nature "Earth – La nostra terra": un viaggio straordinario dal Polo Nord al Polo Sud per celebrare la bellezza del nostro Pianeta ma anche le fragilità e l'equilibrio delicato dell'ambiente in cui viviamo.