4 mag 2009

11x11 - Seconda Intervista: FRANCESCO MONCADA






















Di seguito la seconda intervista dell'evento 11x11 (undici domande per undici architetti) che si terrà presso il Centro ZO il prossimo 23 maggio. Oggi è la volta di Francesco Moncada (1976), laureato alla Facoltà di Architettura di Palermo nel 2004. Nel 2000 è stato guest student presso la Universidad de Navarra, in Spagna.
Ha lavorato per Foreign Office Architects (FOA) a Londra tra il 2001 e il 2002, e per Office for Metropolitan Architecture (OMA) a Rotterdam tra il 2006 al 2007.
Ha vissuto e lavorato in differenti paesi: U.K. Spagna, Portogallo, Paesi Bassi, e a Dubai. I suoi lavori sono stati pubblicati su varie riviste internazionali tra cui Frame Magazine, Case D’abitare, Ottagono, Perspective HK e webzine come Dezeen.
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Sito ufficiale dell'evento "11 domande x 11 architetti"
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INTERVISTA
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1. Spesso si fa una gran confusione nel definire il lasso di tempo che racchiude le opere di architettura “contemporanea”. La Storia contemporanea è il periodo storico che parte dal Congresso di Vienna ad oggi (193 anni). L’Arte contemporanea si riferisce all’arte creata nel presente ed include generalmente tutta l’arte creata dalla fine degli anni sessanta del XX secolo fino ai giorni nostri (circa 40 anni). La Musica contemporanea è quella composta nel XX e nel XXI secolo. Il Teatro contemporaneo è quello che si è sviluppato in un periodo compreso tra gli inizi del Novecento e i giorni nostri (circa 30 anni). Qual è, a tuo parere, l’intervallo temporale corretto che definisce l’architettura contemporanea?

Di solito quando parlo di architettura contemporanea, mi riferisco all’architettura delle ultime 2 decadi,ma la lentezza dei processi dell’architettura ci obbliga a fare delle eccezioni.


2. Per una buona riuscita di opera ci vuole un buon architetto, un committente illuminato e una buona impresa. Per l’esperienza che tu hai potuto maturare all’estero, puoi indicare che peso hanno questi 3 fattori nella realizzazione di un’opera?

Sicuramente tutte le componenti hanno delle valenze nella buona riuscita di un progetto. Spesso entrano dentro anche dei fattori esterni molto importanti come la politica e quello che la gente comune pensa. In Spagna per esmpio si fa della buona architettura perche spinta dalla politica e molto apprezzata dalla gente comune. Tutto questo implica che gli architetti sono piu’ professionali e le scuole preparino meglio al mestiere dell’architetto, di quanto si faccia in Italia. E’ un po un circolo vizioso, piu si fa meglio, piu si pretende, piu’ tutti diventano partecipi. Le grandi cattedrali di un tempo erano volute fortemente dal popolo e tutti ne erano partecipi.


3. Riguardo l’architettura contemporanea, l’Italia negli ultimi anni sta tentando di recuperare il grosso divario con gli altri stati europei e lo sta facendo lentamente. Una importante tappa a livello nazionale è stata l’avvio del P.A.R.C. “Direzione Generale per la qualità e la tutela del paesaggio, della qualità del progetto e dell’opera architettonica e urbanistica”. La Sicilia ha recepito le direttive ministeriali con l’istituzione del D.A.R.C. Sicilia (oggi unificato con il Dip. Beni Culturali). Qual è il tuo parere sull’attività del D.A.R.C. e sui possibili cambiamenti e i contributi che la sua istituzione potrà apportare nella cultura isolana riguardo l’architettura contemporanea?

Devo dire che a riguardo sono un pò pessimista. Recentemente ho seguito la vicenda di alcuni di questi concorsi in particolare quello di Qualita’ Italia a Siracusa e i risultati sono stati pessimi. Il concorso e’ stato annullato per incongruenze processuali e grandi architetti del calibro di Bohigas sono stati esclusi per oscuri motivi dalla giuria. Casualmente tutti i professori della facolta’ di architettura di siracusa che partecipavano sono risultati idonei alla prima fase. Ed ancora casualmente uno dei membri della giuria era il preside della facolta’ di architettura di Siracusa. Tutto questo ha dei risultati devastanti sulla credibilità di questi concorsi e non fa altro che allontanare i professionisti seri e professionalmente riconosciuti per il loro lavoro che allontana il territorio dal dibattito internazionale e il conseguente risultato non e’ certamente un risultato di qualità. L’apertura del territorio a grandi professionisti internazionali credo che possa solamente giovare a un territorio e alla crescita dei professionisti che vi operano. Si pensi a quello che accade in Spagna dove il dibattito e’ serio e i professionisti locali, le maestranze locali etc. Hanno tutti migliorato il loro livello di qualita’ dopo la venuta di professionisti provenienti da posti diversi e con diverse culture. Quello che per esempio ha fatto Sgarbi con l’intelligente e sobrio progetto di Isozaki a Firenze, non fa altro che creare discredito al nostro paese, che dall’esterno e’ sempre maggiormente visto come un paese lento e con poca voglia di rinnovarsi, che no vuole svecchiare, con una burocrazia corrotta, una meritocrazia inesistente e che poco vuole aprirsi al resto del mondo. E il mercato globale e’ qualcosa a cui anche l’Italia non può sottrarsi.


4. Qual’è l’esperienza che ha lasciato un segno indelebile nel tuo modo di progettare?

Nel periodo dell’universita’ i viaggi e l’esperienza dal vivo dell’architettura mi hanno segnato molto. Poi negli ultimi anni ho avuto la fortuna di lavorare nel Regno Unito, in Spagna, nei Paesi Bassi e negli Emirati Arabi, ed ognuna di queste esperienze ha lasciato una traccia. L’esperienza da O.M.A. con Rem Koolhaas penso abbia modificato in maniera tangibile il mio modo di progettare per sempre.


5. Quali sono gli aspetti che ritieni i più positivi ed i più negativi dell’architettura contemporanea?

Penso che l’architettura di qualita’ puo’ realmente cambiare la vita di una citta’ in meglio. Purtroppo in Sicilia e in Italia non se ne vede molta, faccio molta fatica ,quando mi chiedono un progetto interessante di architettura contemporanea in Italia. Se si pensa a come l’architettura contemporanea abbia cambiato la vita di moltissime citta’ spagnole o di come citta’ come Londra riesca a essere ancora dinamica grazie all’architettura. Lo stesso succede in citta’ come Dubai dove attualmente vivo, l’architettura riveste un ruolo fondamentale nell’esistenza e nell’economia della citta’ stessa.


6. L’architettura, al di là delle componenti artistiche, filosofiche e culturali, è anche un servizio professionale che viene reso ad un committente pubblico o privato in regime di mercato a seconda della “domanda” e dell’ ”offerta” del servizio stesso. Ritieni che la scarsa diffusione della cultura architettonica contemporanea in Sicilia e in altre parti d’Europa sia causata dalla mancanza di una “domanda consapevole” circa i necessari requisiti di contemporaneità di un’opera nuova?

Non riesco a scindere il concetto contemporaneita’ da opera nuova. Penso che la conoscenza dell’architettura contemporanea dei non architetti sia molto scarsa, visto che in giro non se ne vede molta. Considero “architettura” solo quella di qualita’ e non l’edilizia generica. In Italia, a differenza del resto del mondo e di pochissimi altri paesi, non solo gli architetti possono progettare, e tutto questo ha creato una gran confusione in proposito. Spero che in futuro le norme europee mettano un po di ordine a questa situazione confusionaria e poco intelligente.


7. Conoscendo la realtà siciliana ed in particolare di una delle città che conosci meglio, quale opera di architettura potrebbe risultare fondamentale per lo sviluppo del territorio?

Penso che il ripensamento delle coste sia fondamentale per lo sviluppo del territorio siciliano. Molte delle citta’ siciliane si affacciano sul mare e spesso e’ una risorsa poco valorizzata. Penso che molte delle citta’ siciliane debbano ripensare se stesse a partire dal mare.


8. Qual’è la principale differenza nell’organizzazione del lavoro all’interno dello studio professionale in cui operi rispetto a quella che si ha in Sicilia? (se l’intervistato opera all’estero)

La sostanziale differenza e’ l’apparato burocratico che e’ inspiegabilmente lento inefficiente, inefficace e corrotto e che spesso guarda solo ai propri interessi. In italia abbiamo troppi enti di controllo spesso incompetenti sulla materia ( penso alle sovrintendenze, il suo corrispettivo in Spagna e’ l’ordine degli architetti).


9. Nella realizzazione di un’opera, grande importanza viene data all’effettiva esecutività del progetto; ritieni che l’Italia e la Sicilia in particolare siano ancora indietro rispetto agli standard qualitativi europei riguardo la qualità media dei progetti?

Purtroppo si e di molto. E probabilmente non e’ da imputare solo alla politica e alle imprese di costruzione, ma soprattutto alle scuole di architettura rimaste indietro a causa del sistema stagnante delle carriere universitarie e dove la meritocrazia e la voglia di rinnovarsi manca.


10. L’avvento di internet ha reso di facile visione e diffusione le immagini dei progetti e delle opere costruite. Ritieni che il fascino e la seduzione visiva delle rappresentazioni grafiche ottenute con l’uso degli strumenti di visualizzazione digitale abbia in qualche modo condizionato i criteri progettuali e le tendenze compositive?

Penso che il computer siano uno strumento che abbia rivoluzionato la professione dell’architetto sicuramente in meglio come tutti le innovazioni tecnologiche. Internet parallemante ha creato una rete di connessioni e ha facilitato l’accesso e lo scambio di informazioni in maniera drastica ed e’ ormai indispensabile per tutti.


11. Si ritiene che lo strumento del concorso di idee sia utile per la diffusione del principio di qualità e di trasparenza di un opera architettonica pubblica. Sei d’accordo con questa affermazione e ritieni che il livello di equità di giudizio offerto dalle commissioni giudicatrici sia mediamente accettabile?

Assolutamente si, anche se riservo qualche dubbio sulle attuali commissioni giudicatrici che penso debbano avere sempre dei membri internazionali per aumentare il dialogo. ritengo che il sistema possa migliorare con una maggiore trasparenza e con le nuove generazioni.

1 commento:

maurizio zappalà ha detto...

Questo, di Moncada, è il tipico esempio di quello che intendo per "cazzotti" ai vecchi e baci con i coetanei!Bravo Moncada! Ha mandato a "quel paese" lo sciarpame italiota e chi si è visto si è visto!Certo, non mi è nuovo il suo atteggiamento, nè tutta la "tiritera" sul guasto del nostro paese!Insomma, secondo Moncada che c.... stiamo facendo, qui in Italia? Ancora? Se vuole, Moncada, gli posso fare da "disegnatore" e magari, a Dubai che mi piace!Io mi propongo. Sono caro ma di questo se ne può discutere! Bene, tra un Piano, Piano che me lo bevo e un Koolhaas a colazione, io (Moncada!), manco vi vedo! Continerà il salotto e tra l'altro vedo che vi siete scelti un bel barman:LPP!Mah!